Cronache dai Palazzi

Il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare il Documento programmatico di bilancio (Dpb) lunedì 14 ottobre per poterlo poi inviare alla Commissione europea il giorno seguente. Il Dpb descrive la cornice finanziaria entro la quale si muove la legge di Bilancio 2025 che l’esecutivo deve trasmettere al Parlamento entro il 20 ottobre. Una legge di Bilancio da 25 miliardi di cui 9 miliardi finanziati in deficit. Sul fronte fiscale l’aumento strutturale del gettito assicurerà al governo le risorse per sostenere il taglio del cuneo fiscale. Altre entrate proverranno dal concordato preventivo biennale per le partite Iva, dal taglio delle tax expenditure (detrazioni e deduzioni) e da un aumento della spending review ossia tagli ai ministeri e agli enti locali. Confermato anche il taglio dell’Irpef e degli altri sgravi ma solo per il 2024 per un totale di 18 miliardi e oltre a tutto ciò Palazzo Chigi dovrebbe stanziare nuove risorse per i contratti dei dipendenti pubblici. Dovrebbero esserci anche “più soldi per la sanità”, come ha assicurato il ministro della Salute Orazio Schillaci, anche se “dovranno essere spesi bene”. Previsto anche un piccolo aumento per le pensioni minime. È polemica, infine, a proposito di rendite catastali e Superbonus. “Nessuna tassa all’orizzonte e nessuna revisione del catasto”, afferma il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama, Maurizio Gasparri. “Bisogna tassare i super ricchi e non il ceto medio”, ammonisce invece la segretaria dem Elly Schlein. Per il capogruppo 5 Stelle a Montecitorio Francesco Tagadà “il governo aumenterà le accise per non tassare le banche”.

“Leggo dichiarazioni fantasiose secondo le quali il governo vorrebbe aumentare le tasse: è falso”, controbatte la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo direttamente con un video sui social a ridosso delle polemiche contro le misure di bilancio annunciate dal ministro dell’Economia Giorgetti, in particolare il riallineamento delle accise sui carburanti e la revisione delle rendite catastali che hanno acceso il dibattito all’interno della maggioranza e provocato le critiche dell’opposizione. Nel mirino anche i tagli sulle pensioni e al sistema sanitario nazionale, oltre ai tagli alle agevolazioni per le case dei giovani e ovviamente interventi sulle accise.

Intervenendo a Montecitorio il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha difeso il Piano settennale sui conti pubblici e non ha negato che l’accisa sul gasolio crescerà senza però colpire gli autotrasportatori favoriti da “una disciplina specifica”. Giorgetti ha confermato inoltre la revisione delle rendite catastali già prevista, con l’obiettivo di scovare gli immobili fantasma. Il ministro in realtà ha ribadito una norma varata con la legge di Bilancio dello scorso anno e che richiama un vecchio decreto del ministero delle Finanze, il 701/1994, che prevede la revisione delle rendite per gli immobili che a seguito di lavori di ristrutturazione abbiano registrato un aumento di valore di almeno il 15%. Considerando che in seguito ai lavori effettuati con il Superbonus un aumento del valore di tale entità si verifichi in automatico, la legge di Bilancio 2024 ha previsto l’obbligo di revisione in tutti i casi in cui si è usufruito dell’agevolazione.

Il ministro dell’Economia ha infine ribadito la necessità di seguire la linea della prudenza dei conti. “Quando come un mantra continuo a ripetere prudenza, responsabilità e cautela, qualcuno dice che sembro un disco rotto. Non è così voglio costruire una credibilità a questo governo e a questo Paese, che ci permetta, come è stato, di abbassare lo spread di 100 punti base”, ha spiegato Giorgetti. Di fronte a miliardi di spesa in meno sugli interessi dei titoli pubblici Giorgetti sottolinea: “Solo costruendo una credibilità di lungo corso riusciremo a crescere” auspicando nel contempo la collaborazione da parte della Bce.

A proposito di tasse l’esecutivo ribadisce che “le aumentavano i governi di sinistra, noi le abbassiamo”, sottolineano. “Nonostante dall’opposizione alcuni vorrebbero l’introduzione di patrimoniali, noi resteremo fedeli al nostro impegno, lavorare per una manovra che rilanci l’economia senza chiedere sacrifici aggiuntivi agli italiani”. Nel frattempo il Parlamento ha approvato il Piano settennale di bilancio, con 183 voti favorevoli alla Camera e 95 a Palazzo Madama e che ora dovrà essere valutato dalla Commissione europea.

Sul fronte internazionale, da Cipro dove si è svolto l’undicesimo vertice dei Paesi Med9 – i nove membri mediterranei dell’Unione europea (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro, Malta, Croazia, Slovenia) – la premier Meloni ha dichiarato: “Con i colleghi della Med9 la parte più importante della discussione è ruotata attorno a come riuscire ad arrivare a un cessate il fuoco a Gaza, in Libano, a come arrivare al rilascio degli ostaggi israeliani, che sono ancora molti, e come ovviamente assistere al meglio le popolazioni civili coinvolte. Sono tutte precondizioni per qualsiasi soluzione duratura della questione mediorientale”. La premier Giorgia Meloni ha inoltre ribadito “il principio dei due popoli in due Stati”.

I Nove hanno inoltre discusso di economia e in particolare di “competitività europea”, un “tema ovviamente cruciale per il futuro dell’Europa”, ha ribadito Meloni, aggiungendo: “Penso che sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. Abbiamo la necessità di diventare più autonomi, di semplificare il nostro quadro normativo, di rilanciare gli investimenti, particolarmente quelli privati, di premere l’acceleratore su settori strategici come l’alta tecnologia, la difesa, l’agricoltura. Sono tutte strategie che conosciamo. Conosciamo quali sono i nostri obiettivi. Il punto vero che ora va discusso è: come facciamo a mettere a terra quegli obiettivi? Quali sono le risorse? Quali sono gli strumenti? È ovvio che è fondamentale avere una visione, ma le visioni non servono a molto se poi non si ha neanche il coraggio di dotare quelle visioni degli strumenti necessari a realizzarle”, ha puntualizzato Giorgia Meloni.

A Cipro la presidente del Consiglio ha incontrato anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per un confronto sui più recenti sviluppi della crisi mediorientale e del dossier ucraino anche in previsione del Consiglio europeo della prossima settimana. Le due leader si sarebbero concentrate in particolare sui temi migratori e sul rilancio della competitività europea.

Per quanto riguarda la situazione in Medio Oriente, attraverso un comunicato Palazzo Chigi rende noto che “Re Abdullah ha presentato il piano giordano per un ‘Gaza humanitarian gateway’, volto a superare i colli di bottiglia che continuano a rallentare la distribuzione degli aiuti”. Tutto ciò alla luce della “collaborazione già in essere nell’ambito dell’iniziativa italiana ‘Food for Gaza’”, attraverso la quale il governo italiano ribadisce il proprio sostegno alla causa giordana. La premier “ha infine accolto l’invito di Re Abdullah II a recarsi presto in visita nel Regno di Giordania”.

A proposito di Ucraina, invece, la premier Giorgia Meloni ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky a Villa Doria Pamphilj a Roma, ribadendo il sostegno dell’Italia all’Ucraina. “L’Ucraina deve raggiungere una pace che non può essere una resa come tanti suggeriscono vigliaccamente”, ha sottolineato Giorgia Meloni. “Ringrazio Giorgia e il governo italiano per l’attenzione alla nostra strategia. Il vostro è un sostegno solido”, ha affermato invece Zelensky mettendo nel contempo in chiaro che un “cessate il fuoco” non è assolutamente sul tavolo, Kiev non è disposta a fare alcuna forma di concessione alla Russia. Roma è comunque tra i principali sostenitori del divieto all’uso dei missili a lunga gittata in Russia. Auspicando la fine del conflitto, la premier Meloni ha infine preannunciato la conferenza per la Ricostruzione dell’Ucraina che si terrà a Roma il 10 e l’11 luglio 2025.

Da Cracovia, dove si è svolto il XIX incontro dei Capi di Stato del gruppo Arraiolos, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha a sua volta ribadito la necessità di una Difesa comune europea. “Il nostro Continente si trova ad affrontare grandi sfide di diversa natura: da quelle climatiche a quelle geopolitiche. Questo ci richiama all’urgenza di compiere passi avanti affinché l’Unione sia in grado di rispondervi con efficacia e tempestività, assumendo il ruolo e le responsabilità che le competono. Tra queste sfide e riforme – indifferibili – vi è quella della Difesa comune dell’Unione europea”, ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al vertice Arraiolos di Cracovia, un vertice che ogni anno riunisce i Capi di Stato. Occorre però sottolineare che il “pilastro europeo dell’Alleanza” non si concretizza esclusivamente attraverso un mero “aumento delle spese militari” bensì “richiede ben altro”.

Verso il Cremlino, in primo luogo, per il Capo dello Stato il “deterrente” è rappresentato da “una Unione con adeguate capacità militari che soltanto una vera Difesa comune può assicurare. Garantendo, al contempo un forte mantenimento dell’Alleanza Atlantica, perché, in piena complementarietà, ne verrebbe rafforzata la Nato”. In sostanza “per la stabilità internazionale e per contrastare chi calpesta il diritto internazionale, non bastano più gli Stati Uniti da soli. Non dobbiamo lasciarli soli – ha ammonito il presidente Mattarella – e l’unica possibilità per farlo è quella di acquisire vere, efficaci, capacità militari. Sempre pronti a una cooperazione che allenti le tensioni, nel rispetto di indipendenza e sovranità di ogni Stato. Quelle capacità comuni dell’Unione sono indispensabili. Nella speranza di non doverle mai usare”, ha spiegato il presidente Mattarella comunicando nel contempo il proprio “rammarico” di fronte ad “immense quantità di risorse finanziarie per l’acquisto di armi, sottraendole a impieghi di carattere sociale”, un impegno al quale sembra essere “costretti dal mutamento del clima che è calato all’improvviso sul nostro Continente, a causa dell’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina e dal manifestarsi di una sua sorprendente aggressività militare fuori dalla storia e dalla razionalità”. Il Capo dello Stato rileva che, in maniera quasi storicamente paradossale, “ci troviamo di fronte al tentativo di introdurre il principio che gli Stati confinanti o anche soltanto prossimi a uno Stato più grande e forte hanno due sole strade: l’allineamento politico, economico, culturale o l’invasione. La sfida non si traduce, banalmente, soltanto in quantitativi di spesa ma riguarda il conseguimento di capacità militari”.

Ospiti del Presidente della Repubblica di Polonia, Andrzej Duda, i Capi di Stato si sono riuniti presso il Castello di Wawel confrontandosi sulle “Prospettive di approfondimento delle relazioni transatlantiche in un’era di sfide e minacce globali”. Al vertice di quest’anno hanno partecipato undici Capi di Stato: oltre ai Presidenti di Italia e Polonia presenti i Capi di Stato di Bulgaria, Germania, Croazia, Grecia, Estonia, Slovenia, Lettonia, Ungheria e Slovacchia.

Il vertice informale del Gruppo Arraiolos, anche detto “Uniti per l’Europa”, riunisce ogni anno i Capi di Stato senza funzioni esecutive dell’Unione Europea. Prende il nome dalla città portoghese di Arraiolos, dove nel 2003 si svolse la prima riunione su impulso dell’allora Presidente del Portogallo, Jorge Sampaio. Il nostro Paese partecipa al Gruppo Arraiolos dal 2006 e ha ospitato i Capi di Stato nel 2009 a Napoli e nel 2021 a Roma, al Palazzo del Quirinale.

Considerato il peggioramento della situazione in Medio Oriente il presidente Mattarella ha inoltre convocato il Consiglio Supremo di Difesa per il prossimo 23 ottobre al Quirinale.

©Futuro Europa® Riproduzione autorizzata citando la fonte. Le immagini utilizzate sono tratte da Internet e valutate di pubblico dominio: per segnalarne l’eventuale uso improprio scrivere alla Redazione

Condividi
precedente

Nato il 6 ottobre (Docufilm, 2024)

successivo

Thatcher, Lady di ferro

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *