Monarchie, quale Futuro?
La Grecia, culla della democrazia, affrontò un momento storico decisivo l’8 dicembre 1974, esattamente cinquanta anni fa, quando un referendum sancì la fine della monarchia e l’istituzione di una repubblica parlamentare. Questo evento seguì il crollo della dittatura dei Colonnelli, durata dal 1967 al 1974, e segnò un nuovo inizio per il Paese, impegnato a ripristinare la democrazia dopo anni di autoritarismo. La monarchia, già indebolita da scandali e percepita come compromessa dal regime militare, non trovò più il sostegno popolare necessario per sopravvivere. Con il 69,2% dei voti contro la monarchia, i greci chiusero un capitolo della loro storia.
All’epoca, Indro Montanelli commentò con il suo stile unico la vicenda greca. Nei suoi scritti, sottolineò il ruolo determinante della monarchia nella crisi che portò alla sua caduta. Montanelli osservò come la Casa reale greca non fosse riuscita a mantenere il rispetto e il consenso necessari per garantire la sua sopravvivenza, complice anche il coinvolgimento, diretto o indiretto, nelle trame politiche della Giunta militare. Con la consueta ironia, Montanelli definì la caduta della monarchia greca un epilogo naturale, quasi inevitabile, per una istituzione che aveva smarrito il suo ruolo simbolico e il legame con il popolo. Forse lo stesso che avvenne in Italia nel 1946.
Montanelli, tuttavia, non si limitò alla Grecia. Le sue riflessioni si estendevano a tutte le monarchie europee, che considerava “vestigia di un passato remoto”, ma, curiosamente, ancora capaci di esercitare un certo fascino e di resistere al tempo. Secondo lui, le monarchie sopravvissute in Europa avevano imparato a rimanere al di sopra delle dispute politiche e a reinventarsi come simboli di unità nazionale, a differenza di quella greca.
Oggi, le monarchie rappresentano una minoranza, concentrate soprattutto in Europa, con modelli costituzionali che hanno poco a che vedere con il potere assoluto del passato. Sopravvivono grazie a una combinazione di tradizione, simbolismo e un certo affetto popolare. Monarchie come quelle britannica, svedese, danese o spagnola sono viste da molti come baluardi di stabilità e continuità, ma non sono immuni da critiche, scandali e pressioni sociali per un cambiamento.
La domanda che sorge è: quanto a lungo potranno resistere? La risposta dipende da vari fattori: il carisma dei monarchi, la loro capacità di adattarsi ai tempi, e il valore che i cittadini continuano ad attribuire a questa forma di governo come elemento storico e affettivo.
In un mondo sempre più orientato verso la razionalità e il pragmatismo, le monarchie costituzionali sembrano resistere proprio per la loro funzione simbolica o, purtroppo, per molti come fonti di gossip e per dare spunti a un non giornalismo che ha meno spessore di un post su TikTok. Offrono una connessione con il passato e un’identità comune che, in un’epoca di polarizzazione, molti trovano rassicurante. Tuttavia, non è detto che il modello sia eterno. La Grecia ha dimostrato che, se una monarchia perde il contatto con il popolo, il suo destino è segnato.
Quindi, il futuro delle monarchie resta incerto. Forse Montanelli avrebbe aggiunto che, finché si comportano come pezzi d’antiquariato ben conservati, potrebbero durare ancora per qualche secolo. Ma se dimenticano il loro ruolo di simboli e si immergono nelle contese politiche, la loro fine potrebbe essere inevitabile.
E qualcuno vorrebbe riportare in Italia una monarchia, magari nella speranza che un re, con corona e scettro, possa fare ciò che le nostre istituzioni non riescono a fare: unire gli italiani. Ma correrebbe anche lui il rischio di finire sotto processo, accusato di complotti, evasione fiscale o favoritismi. Gli italiani, si sa, amano criticare chiunque salga al trono, sia esso un presidente, un premier o il vincitore di Sanremo. Figuriamoci un monarca.
Viene alla mente la battuta attribuita al Re d’Egitto Farouk quando, negli anni Cinquanta, ebbe a dire che “Alla fine resteranno solo cinque re: quelli di picche, fiori, quadri, cuori e quello d’Inghilterra”.
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