Short! Spari d’inchiostro per vite riciclate
Vincenzo Trama torna al racconto, genere preferito, quello dove esprime meglio il suo stile e tutta la verve letteraria, dopo aver scritto ottimi libri di musica (Black Metal), persino un romanzo e una sorta di lungo racconto polemico come Se fossi postumo sarei Baricco (geniale!).
Short! (Il Foglio Letterario Edizioni – Euro 10 – Pag. 64) è illustrato dal bravo Massimiliano MadMax Bertolotti, che realizza un disegno in bianco e nero per ogni sparo d’inchiostro, quello che sono queste storie di vita quotidiana di adolescenti che frequentano le strade di Milano e zone limitrofe, dediti all’alcol e al tentare di esistere, pure se spesso non si rendono conto neppure loro d’esser vivi.
In questo volumetto incontriamo un blackster che vive una storia d’amore destinata a finir male per via della passione per il black metal, ma anche due fidanzati ai tempi dell’amore poco più che maggiorenne, quando ci si ubriaca di sesso senza mai bere. Troviamo una banda di squinternati musicisti e un nazista che non sa di esserlo, ragiona da razzista e professa la violenza ai danni di negri ed extracomunitari ma nega la sua essenza profonda. Bellissimo il personaggio del suburbano, che vive tra anime di cemento e speranze nate morte, ma c’è pure un illuso convinto di aver fatto colpo su una ragazza che quando si rende conto della realtà fa come la volpe con l’uva della favola di Esopo. Un viaggiatore del tempo lascia il posto a un viaggiatore e basta, che frequenta la metropolitana di Milano, i quartieri conosciuti, la solita vita di ogni giorno dove si tuffa a capofitto senza starci troppo a pensare.
Ci sono I ventenni degli anni Novanta che vedono il futuro come troppa nebbia e troppa nicotina ancora da inalare, passano e lasciano il posto a un motociclista che pensa a ingrandire la famiglia mentre viaggia su due ruote. Il nostalgico del perduto amor si è fatto prete e porge l’ostia alla ragazzina del passato che faceva sesso in macchina con lui, mentre l’amico in carriera che ha lasciato una ragazza incinta non fa una bella fine. Straordinario il calippo a ruote, soprannome che segna il destino d’una vita, ricordo di rabbia passata e d’un amore estivo, così come il vincente fa la parodia delle Ferragni e dei Fedez, dei telegiochi, di tutti i sogni erotici contemporanei. L’educatore del centro estivo chiude la raccolta, breve come una schioppettata, anzi come una serie di spari che colgono nel segno, al tempo dei delinquenti senza futuro che percorrono la vita in bici.
Bravo Vincenzo che racconti con stile unico e graffiante la giovinezza perduta senza mai esitare. A volte si sorride, spesso si pensa, a tratti una smorfia di dolore si affaccia tra le pagine; di sicuro qualcosa resta e al termine della lettura non senti in bocca il solito sapore di melassa che caratterizza tanta narrativa contemporanea. È la letteratura, bellezza!
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