Italia delle Regioni
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato alla cerimonia di apertura della 35° Assemblea Congressuale dell’Unione delle Province d’Italia, che si è svolta nella Sala della Protomoteca del Campidoglio. I lavori sono stati aperti dai saluti del Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e del Presidente di UPI Lazio Alessandro Romoli. Ha quindi svolto la Relazione il Presidente UPI uscente Michele de Pascale.
I riferimenti al Manifesto programmatico delle Province Italiane. Alla vigilia dell’approvazione della Legge di Bilancio per il 2025, che, tenendo conto delle nuove regole di governance europea, dovrà essere accompagnato dal Piano fiscale strutturale di medio termine, l’UPI auspica il pieno coinvolgimento delle rappresentanze degli Enti locali nella definizione di tali strumenti. Il 2025 è infatti un anno decisivo nel percorso di realizzazione del PNRR, poiché vedrà la messa a terra e conclusione della maggior parte delle opere pubbliche che sono state progettate grazie alle risorse assicurate dal Piano. Ciò riguarda in particolar modo gli enti locali, Comuni, Province e Città metropolitane, cui è affidata la realizzazione della gran parte degli investimenti e delle opere pubbliche.
Una sfida che ha visto coinvolte le Province, cui è stata affidata la realizzazione di oltre 1.700 opere per oltre 3 miliardi di investimenti, indirizzati prioritariamente e per la quasi totalità alla costruzione, modernizzazione e messa in sicurezza di strutture per l’istruzione secondaria superiore: scuole, palestre, mense. Per questo, pur consapevoli delle criticità dovute alla drammatica situazione geopolitica mondiale, caratterizzata dal perdurare di guerre e conflitti, quanto alle modalità in cui l’Italia intende applicare i nuovi vincoli europei, l’UPI ribadisce la totale impraticabilità di qualsiasi declinazione della nuova governance che veda la reintroduzione di vincoli o tetti sulla spesa degli enti locali.
Inoltre, proprio in virtù delle criticità esposte che hanno ripercussioni dirette sui cittadini, l’UPI afferma l’assoluta necessità di rendere sempre più solide le istituzioni della Repubblica, in una prospettiva di loro valorizzazione al servizio effettivo delle comunità.
Considerato quanto esposto in premessa, l’Assemblea congressuale dell’Unione delle Province d’Italia impegna i nuovi organi – Presidente e Comitato Direttivo – a proseguire con determinazione nelle azioni e iniziative volte a garantire alle Province il pieno riconoscimento del loro ruolo nel sistema istituzionale del Paese, attraverso: – un quadro normativo certo che ne valorizzi le funzioni e un sistema elettorale pienamente rappresentativo di una istituzione costitutiva della Repubblica; – risorse adeguate e rispondenti ad assicurare il pieno esercizio delle funzioni e a garantire diritti e servizi alle comunità rappresentate; – un’organizzazione amministrativa efficiente con un personale adeguato allo svolgimento dei compiti assegnati.
In particolare, quanto alle indispensabili riforme istituzionali, a dieci anni dall’entrata in vigore della Legge 56/14 che, svuotando le Province di funzioni, risorse e personale, ha prodotto l’indebolimento dei territori, privando le comunità di diritti e servizi, l’Assemblea Congressuale sostiene unanimemente il Presidente dell’UPI e il Comitato Direttivo nelle azioni che riterranno di mettere in campo per giungere nel più breve tempo possibile, ed entro questa legislatura, ad una revisione organica delle norme ordinamentali, al consolidamento finanziario dei bilanci e al rafforzamento della capacità organizzativa delle Province, attraverso i seguenti interventi normativi.
✓ La copertura integrale delle funzioni fondamentali, attraverso la cancellazione dello squilibrio di comparto che, come individuato dalla Commissione tecnica, è pari a 842 milioni di euro per l’anno 2021 nel rapporto tra capacità fiscale e fabbisogni standard, così da salvaguardare la capacità finanziaria delle Province.
✓ L’attuazione dell’articolo 14 della legge delega sul fisco 9 agosto 2023, n. 111, per assicurare l’autonomia finanziaria necessaria alla copertura integrale delle risorse necessarie per l’esercizio delle funzioni esercitate dalle Province, mediante tributi propri, compartecipazioni a tributi erariali, un fondo perequativo che contempli una quota di risorse orizzontali e una quota di risorse verticali, in modo da superare gli squilibri esistenti.
✓ La valorizzazione della capacità di spesa per investimenti delle Province, che ha mostrato un trend di crescita costante pari a +47% dal 2021 al 2023, confermato nel 2024 (+56% nel 2024), e che deve essere sostenuto anche dopo il 2026, per consolidare le opere realizzate grazie al PNRR e assicurare che si mantenga l’effetto volano sullo sviluppo territoriale.
✓ Il rafforzamento della capacità amministrativa delle Province, attraverso l’ampliamento degli organici, con l’immissione di personale altamente specializzato (progettisti, tecnici specializzati, esperti di gestione degli appalti, esperti finanziari, esperti nella trasformazione digitale e nella trasformazione energetica, etc.) e la valorizzazione delle dotazioni presenti con percorsi di formazione e aggiornamento professionale.
✓ Il potenziamento delle Stazioni Uniche Provinciali, in considerazione del che tutte le 86 Province italiane si sono qualificate e gestiscono appalti per oltre 2.300 Comuni del territorio.
✓ Il consolidamento e l’ampliamento delle funzioni fondamentali delle Province, a partire da quelle di pianificazione strategica, di coordinamento dello sviluppo locale, di governo del territorio, nonché di quelle ambientali.
✓ L’inclusione tra le funzioni fondamentali delle Province di quelle relative all’assistenza e al supporto ai Comuni, anche attraverso la valorizzazione delle Stazioni Uniche appaltanti provinciali.
✓ La revisione della legislazione regionale in coerenza con i principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, in particolare rispetto alle funzioni di area vasta accentrate a livello regionale (o a livello di agenzie/enti strumentali).
✓ La revisione del sistema elettorale, con la previsione dell’elezione a suffragio universale e diretto di Presidente e Consiglio, per restituire alle Province il ruolo di enti esponenziali delle comunità territoriali e dare autorevolezza e rappresentatività a queste istituzioni costitutive della Repubblica nei confronti degli altri soggetti istituzionali, dei cittadini, delle imprese e dei corpi sociali.
✓ La revisione della disciplina sugli organi di governo con la reintroduzione della Giunta provinciale, per consentire un funzionale governo collegiale dell’ente.
✓ Il riallineamento delle scadenze dei mandati degli organi, superando la confusione attuale e riportando la durata del mandato del Presidente e del Consiglio Provinciale a 5 anni, come previsto per gli altri livelli di governo territoriale.
L’Assemblea Congressuale del 10 dicembre ha chiesto che queste domande siano tradotte in interventi e atti puntuali e che siano sostenute e accompagnate dalla revisione complessiva del TUEL (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), attraverso cui si dovrà ridefinire il ruolo degli enti locali nell’ordinamento della Repubblica, in attuazione dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui all’articolo 118 della Costituzione.
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