Flotta ombra russa nel mirino UE
L’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha portato all’imposizione di severe sanzioni da parte dell’Unione Europea e dei suoi alleati, con l’obiettivo di esercitare pressione economica su Mosca e limitarne la capacità di finanziare la guerra. Tuttavia, la Russia ha sviluppato strategie per aggirare queste restrizioni, tra cui l’utilizzo di una cosiddetta “flotta ombra”. Analizzeremo nel dettaglio questa flotta e le contromisure adottate dall’UE.
L’espressione “flotta ombra russa” si riferisce a un insieme di navi, principalmente petroliere, utilizzate dalla Russia per eludere le sanzioni internazionali, in particolare quelle imposte dall’Unione Europea e dal G7 in seguito all’invasione dell’Ucraina. Si tratta spesso di imbarcazioni datate, con una maggiore probabilità di incidenti e problemi di sicurezza ambientale. Le navi sono intestate a società di comodo o con sede in Paesi terzi, rendendo difficile tracciarne la proprietà e il controllo effettivo e molte di queste navi operano senza le necessarie coperture assicurative, aumentando i rischi in caso di incidenti. La flotta consente alla Russia di continuare a esportare petrolio e altre merci, aggirando l’embargo e il Price cap (tetto massimo al prezzo del petrolio russo) imposti dai paesi occidentali.
La flotta ombra permette alla Russia di mantenere entrate significative dalla vendita di petrolio, finanziando indirettamente la guerra in Ucraina. Le condizioni precarie delle navi e la mancanza di adeguate assicurazioni aumentano il rischio di incidenti marittimi e sversamenti di petrolio. L’utilizzo di questa flotta mina l’efficacia delle sanzioni internazionali, uno strumento chiave per esercitare pressione sulla Russia. La natura opaca delle operazioni e la mancanza di controlli adeguati sollevano preoccupazioni anche per la sicurezza marittima in generale. Si stima che la flotta ombra russa sia composta da circa 1.400 imbarcazioni e che trasporti una quota significativa delle esportazioni di petrolio russo, raggiungendo, secondo alcune stime, il 70% delle esportazioni marittime totali della Russia. Le compagnie che rispettano le sanzioni si trovano a competere con operatori che agiscono al di fuori delle regole, creando una distorsione del mercato e le entrate derivanti dalla vendita di petrolio, anche se parzialmente ridotte dalle sanzioni, contribuiscono a finanziare lo sforzo bellico russo.
L’Unione Europea sta adottando diverse misure per contrastare l’operato della flotta ombra intensificando i controlli sulle navi che entrano nei suoi porti, con particolare attenzione a quelle che presentano caratteristiche sospette, come età avanzata, proprietà opaca o mancanza di assicurazioni adeguate. L’UE sta collaborando con i paesi del G7 e altri partner internazionali per condividere informazioni e coordinare le azioni di contrasto alla flotta ombra e sta valutando l’introduzione di sanzioni secondarie contro le entità che forniscono servizi alla flotta ombra, come assicurazioni, finanziamenti o servizi di intermediazione. L’UE promuove una maggiore trasparenza nella proprietà delle navi e nelle transazioni commerciali, per rendere più difficile l’elusione delle sanzioni tramite l’utilizzo di tecnologie di monitoraggio satellitare permette di tracciare i movimenti delle navi e individuare attività sospette.
Il Parlamento Europeo ha assunto una posizione ferma contro la flotta ombra, con una risoluzione non legislativa approvata per alzata di mano, il Parlamento chiede misure mirate contro questo tipo di navi nei prossimi pacchetti di sanzioni dell’UE, anche contro i loro proprietari, operatori, gestori, conti, banche e compagnie di assicurazione chiedendo misure più incisive per contrastarla. In particolare, il Parlamento ha chiesto l‘adozione di sanzioni più severe contro le entità che facilitano l’operato della flotta ombra e un maggiore coordinamento tra gli Stati membri nell’applicazione delle sanzioni e nei controlli portuali, chiedendo un efficace supporto alle indagini sulle attività illecite legate alla flotta ombra. Il PE chiede inoltre di sanzionare sistematicamente le navi che attraversano le acque dell’UE senza un’assicurazione nota e si esorta l’UE a rafforzare le sue capacità di sorveglianza, in particolare il monitoraggio mediante droni e satelliti, e a condurre ispezioni mirate in mare. I deputati chiedono infine agli Stati membri dell’UE di designare strutture portuali in grado di gestire navi sanzionate che trasportano petrolio greggio e gas naturale liquefatto e di sequestrare i carichi illegali senza compensazione. La risoluzione invita inoltre i paesi del G7 ad applicare meglio il tetto sui prezzi imposto al petrolio russo trasportato via mare, a ridurre sostanzialmente il tetto sui prezzi del petrolio e a chiudere le scappatoie utilizzate dalla Russia per riconfezionare e vendere il petrolio e i prodotti petroliferi ai prezzi di mercato.
Sottolineando che l’impatto delle sanzioni esistenti e del sostegno finanziario e militare all’Ucraina continuerà a essere compromesso finché l’UE importa combustibili fossili russi, i deputati esortano l’UE e i suoi Stati membri a vietare tutte le importazioni di combustibili fossili russi, compreso il GNL. Evidenziando la necessità di un’applicazione molto più rigorosa delle attuali sanzioni dell’UE, nel testo si afferma inoltre che l’UE dovrebbe rivalutare seriamente la sua cooperazione bilaterale con i paesi terzi che stanno aiutando la Russia a eludere le misure restrittive dell’UE in vigore, se gli sforzi diplomatici non hanno successo.
La flotta ombra russa rappresenta una sfida significativa per l’efficacia delle sanzioni internazionali e per la sicurezza marittima. L’Unione Europea sta intensificando i suoi sforzi per contrastare questo fenomeno, attraverso il rafforzamento dei controlli, la cooperazione internazionale e l’adozione di nuove misure sanzionatorie. Tuttavia, la lotta contro la flotta ombra richiede un impegno costante e coordinato a livello globale, per evitare che la Russia possa continuare ad aggirare le sanzioni e a finanziare la sua aggressione all’Ucraina.
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