Economia

Economia Spagna, da PIGS a fenomeno

La Spagna e la sua sorprendente crescita: un confronto fra ieri, oggi e domani in un’analisi delle ragioni di questa accelerazione e le prospettive future.

L’economia spagnola ieri – Come si ricorderà, la Spagna, nel 2012, chiese all’Unione europea di attivare un piano di emergenza per salvare dal collasso il proprio sistema bancario travolto dallo scoppio della bolla immobiliare. Da qui, la concessione di una linea di credito di 40 miliardi per la ricapitalizzazione delle banche, la marchiatura a fuoco con l’acronimo PIGS, insieme a Portogallo Irlanda e Grecia, il programma di risanamento lacrime e sangue sotto il controllo della Troika.

L’economia spagnola oggi – Dopo un brillante 2023, nel 2024 la Spagna è cresciuta nuovamente più di tutte le principali economie europee (+3,2%), contro una crescita media dell’eurozona dello 0,7%. I principali fattori che hanno portato a questa performance spagnola sono almeno 3.

Il primo di questi fattori riguarda l’autonomia energetica. Infatti, la Spagna ha subito molto meno degli altri paesi la crisi energetica conseguente all’embargo del gas russo. E questo, grazie agli importanti investimenti voluti dal governo nel campo dell’energia rinnovabile, che ha fatto sì che il 60% dell’elettricità consumata nel paese derivasse proprio da queste fonti. Da non trascurare, inoltre, che la Spagna ha il più alto numero di rigassificatori nell’Unione Europea, cosa che ha ridotto sensibilmente la dipendenza del Paese dall’import di metano via gasdotto, finito sotto pressione per le vicende belliche.

Il secondo fattore che ha determinato la performance spagnola riguarda il settore turistico. Infatti, nel 2024, la Spagna ha registrato il record di oltre 90 milioni di turisti stranieri, che hanno speso circa 120 miliardi di euro, in forte aumento rispetto all’anno precedente. Il settore turistico, ormai, contribuisce al PIL spagnolo per una percentuale superiore al 12%.

Il terzo fattore di crescita è connesso invece agli sforzi compiuti dal governo per attirare talenti, aziende innovative ed investimenti, nel tentativo di far diventare la Spagna un punto di riferimento in Europa per l’innovazione tecnologica e la ricerca. Significativa, a questo proposito, una legge del 2023 sulle startup, che cerca di favorire appunto la nascita o la localizzazione delle startup innovative in territorio spagnolo. Più in particolare, questa legge, da una parte mira a semplificare i processi burocratici relativi alla costituzione e all’attività delle startup, dall’altra invece agisce sul fronte fiscale, ad esempio, riducendo l’imposta sulle società dal 25% al 15%, in modo da sostenere, nei primi anni, i flussi di cassa delle startup.

L’economia spagnola domani – Secondo il Fondo Monetario, nel 2025 la Spagna crescerà ancora del 2,3%, seconda solo agli Stati Uniti tra le economie avanzate. Giusto per fare un confronto, il Fondo Monetario ritiene che l’Eurozona, nel 2025, crescerà solo dell’1%. Da non trascurare, infine, che questa crescita così sostenuta contribuirà a ridurre ulteriormente il debito pubblico spagnolo, già sceso a circa il 102% del PIL a fine del 2024. Un debito ancora pesante ma considerato comunque sostenibile, come evidenziato anche dai rating di S&P e Fitch, che attribuiscono alla Spagna un rating “A-” con outlook positivo.

[NdR – Fonte Teleborsa.it che si ringrazia per la collaborazione – Andrea Ferretti è docente al corso di Gestione delle Imprese Familiari – Università di Verona]

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