A Londra la borsa gioiello irachena
La Courtauld Gallery di Londra nell’esposizione Court & Craft: A Masterpiece from Northern Iraq (fino al 18 maggio) presenta al pubblico uno dei pezzi della sua collezione, The Courtauld bag. È questa l’occasione per conoscere un reperto unico nel contesto della gioielleria islamica, attraverso manoscritti illustrati, ceramiche e oggetti di lusso ad esso correlati.
Al secondo piano, l’ultimo piano, una sala ricavata attraverso una struttura di pannelli grigi richiama, per zona geografica e periodo storico analoghi, alcuni manufatti presenti al piano terra nella sezione medievale e rinascimentale della collezione esposta permanentemente. Il focus è una borsa, risalente al 1300-1330, in ottone sbalzato, cesellato e intarsiato con oro, argento e un materiale nero, in passato foderata con tessuto prezioso, e proveniente dalla città Nord-irachena di Mosul. Secondo gli studi, la proprietaria era una nobildonna mongola della dinastia Ilkhanid, fondata nell’Asia orientale da Hulagu, nipote di Genghis Khan.
Un oggetto divenuto immancabile nel guardaroba di una donna, di culto nell’industria della moda, nelle sue varianti da abbinare ai vestiti a seconda del colore e della forma, era utilizzato anche allora, per quanto inconsueto, non solo a scopo cerimoniale, ma anche come accessorio di tutti i giorni. Un vero e proprio gioiello, da invidiare pure alle etichette di haute couture più affermate, era un tempo dotato di tracolla passante all’interno dei 2 anelli laterali e quasi completamente ricoperta dagli intarsi di oro e argento sul metallo-base. Conteneva gli elementi relativi alla toeletta della nobildonna, quali specchi, fazzoletti, bottigliette di profumo, altrimenti portati dai suoi servitori. Si trattava dunque di oggetti privati, da tenere nascosti, in quanto costituivano i segreti di bellezza della Signora.
Il coperchio è a doppia cerniera e forato in epoca successiva per permettere l’applicazione di un lucchetto. Sulla sua parte superiore appare una scena di corte al cui centro vi è la nobildonna dell’Ilkhanato con il marito, forse il reggente Il-Khan con la sua consorte, la sua Il-Khatun; i 2 sono seduti sulle ginocchia. La figura maschile beve e sembra stia pronunciando un discorso. Li contornano servitori in vestiti mongoli che preparano il rinfresco per la coppia e i cortigiani, in particolare un falconiere, un suonatore di liuto e un paggio. Articoli pregiati e rari arredano l’ambiente e la loro origine, al più remotamente cinese ed europea, manifesta la natura cosmopolita della corte. Sono stati ricercati per la mostra pezzi similari.
Attorno alla scena di palazzo corre un fregio che riporta un’iscrizione in Arabo d’augurio e benedizione per la nobildonna appositamente composta. La lettura, da in basso a destra verso sinistra, rivela il ritmo e il suono melodico ricercati. Decorazioni geometriche intricate ricoprono la superficie dell’intera borsa. Su un lato un medaglione raffigura un musicista, sull’altro un bevitore; davanti un cavaliere trafigge con la lancia un leone; posteriormente un falconiere con il suo falco appollaiato.
Mosul era dal 13esimo secolo il centro per la lavorazione del metallo intarsiato nel mondo occidentale islamico, reso noto dai doni di rappresentanza. Dopo la conquista a opera dei Mongoli nel 1262, gli artigiani orafi si adattarono al gusto dei patroni dell’Ilkhanato ed elaborarono una nuova estetica visiva. Le scene ritratte si popolarono di figure dai lineamenti mongoli, dal taglio di capelli comune ai Mongoli, dai cappelli e dai vestiti dallo stile mongolo, contornate da motivi ornamentali cinesi. Furono introdotti disegni più complessi grazie alla collaborazione con i pittori o i calligrafi di corte.
Fu questa la modalità che permise alla meticolosa pratica orafa di sopravvivere e progredire. Si verificò una modifica relativa ai materiali impiegati nell’intarsio. Difatti, il rame venne rimpiazzato dall’oro; un nuovo componente nero, dato da bitume o resina di conifere, venne introdotto; le parti in ottone vennero intarsiate con l’argento, piuttosto che lasciate sotto forma di ottone lucidato, per enfatizzare il contrasto con lo sfondo nero.
Esempi di questo stile sono presenti nelle vetrine e dimostrano come il settore orafo sia stato continuato per i successivi 100 anni. Si ritrovano le caratteristiche della borsa: i medaglioni, i cerchi intrecciati, le rosette in oro, i ricami a rondelle alternate del motivo cinese a “cloud collar” (“colletto a nuvola”) come quelle della base della borsa. Molto probabilmente alcuni di questi esemplari sono stati realizzati nello stesso laboratorio della borsa.
©Futuro Europa®