Cesa (UDC): insieme ai Popolari per una scelta di coerenza
Grande fermento in questi giorni che precedono la presentazione dei simboli per le Elezioni europee di fine maggio tra quanti si riconoscono nei valori del popolarismo riformista e liberale e che hanno intenzione di riaggregarsi in uno schieramento che si rifaccia al PPE, il Partito Popolare Europeo. Valori che, adattati all’Europa di oggi, trovano origine e nutrimento nell’europeismo di matrice degasperiana in contrapposizione ad un irresponsabile populismo antieuropeista. Su questi temi ed altro, abbiamo rivolto alcune domande all’On. Lorenzo Cesa, Segretario nazionale UDC.
On. Cesa, all’ultimo congresso UDC è stata premiata la sua visione politica popolare, con la rielezione a Segretario nazionale del suo partito. Come intende portare avanti questa linea?
Dobbiamo essere protagonisti di una nuova fase della storia politica italiana. Saremo in grado di farlo solo rilanciando con forza l’Udc sul territorio e diventando allo stesso tempo il perno di una nuova offerta politica per il Paese. Coerente con la nostra storia, proiettata al futuro, orgogliosamente popolare ed europeista.
Lei e il Sen. Mario Mauro vi siete impegnati tantissimo affinché nascessero sia alla Camera che al Senato i gruppi parlamentari “Per l’Italia”, costituiti da UDC e dalla componente Popolare fuoriuscita da SC. Come definisce il suo legame politico con l’ex ministro della difesa?
Con lui e tutti gli amici Popolari abbiamo un ottimo rapporto. Condividiamo i gruppi parlamentari, saremo tutti insieme per le elezioni europee e spero che questa forte condivisione nelle scelte ci porti verso qualcosa di ancor più significativo in un futuro prossimo. Chi crede nei valori del Partito Popolare Europeo deve camminare fianco a fianco.
Nei giorni scorsi assieme a Mauro e Dellai si è tenuta la conferenza stampa per la presentazione del nuovo simbolo. E’ ufficiale quindi che alle prossime elezioni europee ci sarà una lista unica tra Popolari per l’Italia e UDC: necessità di aggregazione per superare le soglie di sbarramento o segno di un progetto politico più lungimirante?
E’ una scelta di coerenza, non di opportunità. I partiti che tentano solo di conservare loro stessi non vanno lontano. Noi invece vogliamo progettare qualcosa di importante per l’Italia, partendo da ciò che ci unisce, come l’impronta popolare del nostro agire politico e l’attenzione a quei valori che sono alla base dell’inestimabile tradizione democratico-cristiana: la difesa della vita, la centralità della famiglia nella società, la dignità della persona, l’attenzione al ceto medio e alle fasce deboli coniugata in un nuovo modello di economia sociale, che si contrapponga a quella della ricerca incivile del guadagno a tutti i costi che ci ha gettato nella crisi più spaventosa dal dopoguerra a oggi.
Si continua a parlare di lista unica per le europee anche con NCD. Come sono attualmente i rapporti? Esiste concretamente la possibilità a questo accordo?
Certamente. Speriamo possa concretizzarsi proprio nelle prossime ore. Quella con Angelino Alfano sarà un’intesa forte, seria, politica, rivolta all’Europa. E’ lì che dobbiamo proiettare ogni nostra visione politica. Dobbiamo realizzare anche in Italia un processo di aggregazione secondo le grandi famiglie dell’Europa. Noi dobbiamo fare il Ppe in Italia. Ci sono tutti gli ingredienti per riuscirci, non ultima la chiara scelta di Renzi di portare il Pd nel Partito Socialista Europeo. Con il populismo antieuropeo che avanza, in forme diverse ma tutte egualmente pericolose per il futuro del Continente, l’unica cosa che non possiamo permetterci è essere incerti nella collocazione e nei valori da difendere.
Attualmente l’Udc appoggia il governo Renzi con Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente. La legge elettorale nata dall’accordo Renzi-Berlusconi, e già votata alla Camera, tende però a far sparire i partiti minori. Qual è la strada che intendete percorrere per far sì che i vostri elettori continuino ad essere rappresentati in Parlamento?
La legge elettorale è un tassello fondamentale di un’ampia rivisitazione del sistema istituzionale del Paese che ci trova d’accordo: dal superamento del Senato all’abolizione delle province, al taglio dei costi della politica. Sul nuovo sistema elettorale va sciolto un nodo fondamentale: deve prevedere le preferenze. Chi pensa di continuare a nominare i parlamentari con forme di gestione padronale, sappia che noi non cederemo un millimetro. Faremo questa battaglia di civiltà in difesa del diritto dei cittadini di scegliere chi mandare in Parlamento.
Onorevole, non crede che in Italia ci sia bisogno di guardare oltre le sigle dei partiti e di costruire, insieme a tutte le formazioni politiche che vi si rispecchiano, quella che potremmo definire la Casa dei Popolari?
E’ il nostro approdo naturale e dobbiamo tutti insieme lavorare per questo. Tanti cittadini italiani hanno bisogno di tornare a credere nella politica. In una politica credibile, onesta, che stia vicino alla gente senza demagogia ma con la serietà delle risposte quotidiane. Starà a noi dimostrare, con la qualità della nostra proposta, che ci sono uomini e donne che possono ricambiare degnamente la loro fiducia.
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