Nostalgia canaglia

«Che nostalgia di Silvio. Quando era lui con i suoi Bravi a governare l’Italia, ci si divertiva di più. Guardando indietro mi vengono in mente i fiumi di inchiostro che sono stati scritti per lui; qualsiasi cosa facesse era sottolineata, sviscerata, spulciata da quasi tutta la stampa e, alla fine, era tutto negativo. Certo è un tipo che vira al grottesco, uno che per vanità consuma più cerone di un attore, attaccato a quei quattro capelli come una zecca al cane.

E poi le sue ragazze; belle giovani e possibilmente non damigelle di corte; diciamo di una fascia culturale tra il basso e il profondo. Come un novello Mister Higgins, ma senza Audrey Hepburn. Un simpaticone che fa gaffe a tutto spiano, che racconta barzellette per intrattenere, che commenta sederi sproporzionati e non manda mai a dire. Certo, assolutamente non adatto a rappresentare una Nazione.

Certo. E certo è che dopo la sua semi scomparsa dalla scena, si sono persi un sacco di posti di lavoro; penso a quei ragazzi aspiranti giornalisti che erano stati assunti da famose testate solo per cercare qualunque cosa su di lui e le sue cortigiane. Penso a tutti quei comici che ormai sono a corto di soggetti ai quali ispirarsi, perché non c’è Razzi Antonio che tenga, Silvio è Silvio.

Ora su un palco di un pallido ricordo di Concertone, sbiadita cartolina di tempi in cui si mangiava pane musica e bandiera rossa, ora su quel palco, un cantante dotato di ascella libera e bella, ha sparato a zero sul nostro attuale capo del Governo.

Eccitato come Capitan Uncino alla vista di Peter Pan, ha insultato a tutto spiano l’operato di Renzi, urlando al pubblico che il popolo ha fame e che con 80 euro non riesce a comprare le brioche, nonostante quello che dica spesso in televisione una pasionaria del PD. Apriti cielo! I Democratici lo hanno insultato dicendo che lui è solo un miliardario ignorante, che pensasse a cantare che al resto ci pensano loro!

Un vero esempio di democrazia. Però mi ricordo di Benigni che parlava male dell’ex Cav e tutti ridevamo, di Jovanotti che lo insultava con la zeppola indignata e me ne vengono in mente tanti che ora forse hanno crisi di idee. Tutti giù a sbellicarsi mentre lo facevano a pezzi fino all’ultimo capello. E tutti a ridere raccapricciati dall’idea di avere uno basso con i tacchi come capo.

Quando Churchill perse le elezioni e la moglie glielo comunicò mentre si radeva; lui rispose: abbiamo fatto una guerra per ottenere questo. La democrazia.

Winston, bisogna rimetterci le mani, non funziona tanto bene.»

©Futuro Europa®

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2 Comments

  • Cara Elvira, ridere di Berlusconi era non soltanto lecito ma inevitabile. Nelle librerie di Bruxelles circolava, anni fa, uno spassoso libretto dal titolo “Berlusconnades”, compilazione delle sue gaffes, delle sue balle, dei suoi spropositi. Altrettanto lecito è ovviamente fare dell’umorismo su Renzi, ma insultarlo gratuitamente associandolo a Licio Gelli, per parte di un cantante mosso da oscuri rancori personali, con la democrazia non ha proprio nulla a che vedere ed è invece manifestazione di un imbarbarimento nel costume civile a cui è giusto reagire.

  • Caro Giovanni, apprezzo sempre i suoi garbati commenti. Stavolta però non sono d’accordo. Berlusconi è quello che è, ma gliene hanno dette davvero tante e tante e tante… e alla fine il confronto non regge con l’accostamento Renzi-Gelli: un po’ la differenza tra maialino e pedofilo. Anche gli insulti hanno una hit parade ma a sinistra sono meno bravi a riceverli….

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