Il 13 di maggio
«Il 13 maggio 1917, una domenica, tre cuginetti di Fatima in Portogallo, Lucia, Giacinta e Francesco, dopo aver assistito alla Santa Messa nella chiesa parrocchiale, tornarono verso casa per prepararsi a condurre al pascolo le loro pecore. Era primavera; il tempo era splendido e quindi decisero di andare fino alla Cova da Iria, una grande radura a forma di anfiteatro, delimitata verso nord da una piccola altura.
I fanciulli giocavano sereni, con la spensieratezza della loro età; all’improvviso nel cielo apparve un bagliore come lampi di fulmini, come fosse in arrivo un temporale. I tre bambini decisero di ridiscendere la collina per portare il gregge al riparo. A metà strada dal pendio, vicino ad un leccio, la luce come di un lampo sfolgorò ancora e pochi passi più avanti videro una bella Signora vestita di bianco in piedi diritta sopra il leccio; era luminosa, emanava una luce meravigliosa. I ragazzi erano vicinissimi e rimasero stupiti a contemplarla, più incuriositi che impauriti.
La Signora parlò loro rassicurandoli: “Non abbiate paura, non vi farò del male”. Il suo vestito era bianco come la neve e aveva per cintura un cordone d’oro; un velo merlettato anche quello d’oro le copriva il capo e le spalle, scendendo fino ai piedi come un vestito; dalle sue dita appoggiate sul petto in un atteggiamento di preghiera, penzolava il Rosario luccicante con una croce d’argento e ai suoi piedi erano poggiate due rose.
A questo punto la più grande di loro, Lucia, chiese alla Signora “Da dove venite?”. “Vengo dal Cielo” e Lucia “Dal cielo! E perché è venuta fin qui?”; “Per chiedervi che veniate qui durante i prossimi sei mesi ogni giorno 13 a questa stessa ora; in seguito vi dirò chi sono e cosa desidero, ritornerò poi ancora qui una settima volta”.
Era quello l’inizio di uno dei Culti più importanti degli ultimi secoli: quando la Chiesa provò il miracolo, già milioni di persone erano venute in pellegrinaggio su quei luoghi. Ogni apparizione era seguita da sempre più gente. La Signora, come i ragazzini la chiamarono, parlò loro ogni volta. Una di queste conversazioni fu però tenuta segreta e venne ad alimentare quello che tutti ritennero il terzo segreto di Fatima, reso noto solo in anni recenti, esattamente nel 2000 in occasione dell’anno santo.
Era la previsione dell’attentato al Papa Giovanni Paolo II che accadde proprio il 13 maggio del 1981. Si salvò, come se una mano dal cielo avesse deviato la pallottola. La stessa pallottola che fu poi donata dal Papa al Santuario di Fatima e, per volontà del vescovo di allora, poi incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima.
In tempi come i nostri, queste storie potrebbero sembrare come la trama di un film in bianco e nero; adesso se qualcuno parlasse di apparizioni non sarebbe nemmeno ascoltato; se tornasse il Messia forse sarebbe un caso da studiare nelle cliniche di malattie mentali, oppure diventerebbe il leader di un nuovo partito politico, tipo Movimento Cinque chiodi, oppure Futuro e crocifissione, oppure Fratelli Flagelli. Siamo tutti disincantati, vittime del progressivo degenerare dei valori.
Peccato però, peccato davvero. Ma forse questo nuovo Papa, con la sua forza pari a un uragano, riporterà equilibrio tra le genti, scavando negli animi degli uomini tirando fuori la misericordia e l’umiltà. Speriamo, ma speriamolo davvero.»
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