Attori e politica
«In principio fu Ronald. Nel 1981 divenne il 40° Presidente degli Stati Uniti d’America. Attore senza infamia e senza lode viene ricordato per le espressioni del suo viso con o senza cappello e anche per il colore del cavallo che cavalcava ; insomma cose così, nulla di grande spessore, nessun filmone da oscar anche se gli è stata dedicata una stella nell’Hollywood Walk of Fame, al n. 6374 di Hollywood Boulevard.
Come presidente invece fu molto considerato e, cominciando a dialogare con gli storici nemici del periodo della guerra fredda, fu ritenuto da molti uno dei maggiori artefici nel causare il collasso dell’Unione Sovietica nel 1991. Il periodo reganiano è ricordato come un momento di grande crescita economica e di stabilità. E Ronnie viene considerato, insieme a Margaret Thatcher, il più grande politico conservatore dell’ultimo secolo.
Poi venne Arnold. Solo Governatore, perché, ahilui, la costituzione americana prevede che possano diventare presidenti solo i cittadini americani che lo siano dal momento della nascita. Lui è nato in Austria, porken paletten e quindi si è dovuto accontentare. E comunque ha governato la California.
Anche da noi non mancano le braccia rubate al palcoscenico. Recentemente va in giro, riesumato ad opera di quegli sfrontati di Striscia, un filmino dove il nostro Presidente del Consiglio recita in una specie di musical da parrocchia. È molto giovane ed ha anche una voce intonata; imita Silvio, Sgarbi e non so chi altro in modo simpatico. Una carriera interrotta da smania di altri palcoscenici.
Poi abbiamo il mago degli intrattenimenti, uno che ha deciso le sorti del paese per vent’anni riuscendo a farci ascoltare talenti inesplorati come tale Apicella; un grande barzellettiere, uno da battuta fulminea, sempre fuori luogo, il tipo simpaticone-one-one. La pacca sulla spalla più veloce del West, l’estimatore dei week end in dacia, che non è una macchina.
E poi il re dei re. Il signore degli insetti, il rivoluzionario. Il capo comico. E questi attori ci hanno governato e ci governeranno. Una sceneggiatura malsana scritta con sudore e lacrime che non prevede alcunché di buono.
Spero che gli elettori eleggano – andando prima di tutto a votare, senza astenersi – i veri migliori. Anche se, forse un migliore non esiste più.
E allora votate gente, ma ad occhi aperti, non turatevi nulla; proprio turandosi il naso siamo arrivati a questo, perché noi siamo ciò che votiamo!»
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