Cronache dai Palazzi
Ultime battute di campagna elettorale nelle piazze, nei palazzi e in tv, mentre lo spread torna a sfiorare la vetta dei 200 punti per poi rifluire di nuovo fino a 183 punti nella giornata di mercoledì 21 maggio. Oltre il rischio-populismo e il calo fisiologico ci sono due motivazioni fondamentali alla base della risalita del differenziale tra i Btp e Bund tedeschi: la prima è l’assenza della ripresa e il dato sul Pil italiano in calo dello 0.1% nel primo trimestre si è rivelato una doccia fredda. La seconda motivazione riguarda la Bce. Durante la riunione di inizio maggio il presidente Mario Draghi aveva annunciato che a giugno sarebbe stato messo in moto un piano di stimolo all’economia e le attese di tale piano hanno spinto verso il basso i rendimenti. Da Francoforte arrivano comunque segnali distensivi, dato che al quantitative easing la Banca centrale europea potrebbe preferire un semplice taglio dei tassi sui depositi, ma ciò comporterebbe comunque un’ulteriore delusione per gli investitori che penalizzerebbe anche i Btp.
Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan avverte: “I mercati possono cambiare atteggiamento repentinamente nei confronti di un Paese ad alto debito come il nostro” e giudica la risalita dei tassi come “il timore che ci sia più incertezza sul futuro della politica economica in Europa”. In definitiva la tensione sul debito italiano è la prova del fallimento del governo per l’opposizione, e il segnale d’allarme per il populismo che avanza per la maggioranza la quale è intenzionata a proseguire dritto sulla strada delle riforme.
La battaglia elettorale si combatte fino all’ultimo voto. Il leader pentastellato evoca “il processo popolare” via web per “industriali, politici e giornalisti”, mentre il leader del Pd scrive una lettera agli elettori Pd sottolineando di non “buttare via un’occasione”. “Uno per uno, sono sicuro ce la faremo”, afferma Renzi che aggiunge: “Il passaggio del 25 maggio è fondamentale. Ora siamo alla stretta decisiva”.
Il derby Renzi-Grillo si gioca tra speranza e paura, mentre l’ex Cavaliere si barcamena definendo il leader 5 Stelle “un assassino” – il suo “non fu un incidente”, afferma – e lo accusa di parlare “come Hitler”. Quanto agli 80 euro Berlusconi replica a Renzi considerandoli una “mancia elettorale”, ma a proposito di riforme ammorbidisce i toni e lascia intravedere uno spiraglio per le trattative dichiarandosi pronto ad abolire il Senato. Sull’Italicum, invece, Renzi afferma che andrà in porto anche se FI arriverà terza e, riferendosi all’avversario pentastellato, ammonisce: “Questo Paese lo cambiamo perché l’Italia merita più di un ‘Vaffa’”.
“Mi hanno dato fastidio gli insulti e i toni aspri”, afferma Renzi commentando in un salotto tv (Agorà) le performance di piazza di Grillo; “ci sono stati insulti alla persona, mi sono sentito dire ebetino hanno parlato di lupara bianca e di peste rossa”, ma “l’Italia può contare in Europa” e “da lunedì dobbiamo continuare a lavorare per cambiare il Paese”, ha concluso il premier. Da Piazza del Popolo, inoltre, Renzi ha esplicitato il suo desiderio di prendere i voti della destra bandendo la “puzza sotto il naso” di alcuni dei suoi.
“Il voto a Grillo è assolutamente pericoloso”, dichiara a sua volta Berlusconi che attacca il leader 5 Stelle accusandolo di voler “distruggere la democrazia”. Come Hitler, Grillo mira ad individuare “i nemici” per “eliminarli”. Il capo dei grillini non nega il suddetto stato delle cose e in piazza dichiara addirittura di “essere oltre”.
Toni sempre più alti mentre Giorgio Napolitano raccomanda di non lasciarsi impressionare. “Abbiamo bisogno di serenità anche nel confronto fra opinioni e nei momenti di più accesa competizione elettorale”, ammonisce il Capo dello Stato da Lugano in visita all’Università della Svizzera italiana. Per Napolitano “ci sono ragioni di fiducia nell’Italia per le potenzialità e le energie che esprime” e “bisogna guardare con serenità alle vicende italiane. Come faccio io per quello che posso”, conclude il presidente il cui intento è, di certo, non accreditare un’immagine rissosa del nostro Paese, devastato dall’ennesima campagna elettorale proprio alla vigilia del semestre europeo. Occorre guardare all’Italia con fiducia, afferma Napolitano, “senza mai lasciarsi impressionare dalle manifestazioni di insufficienza politica e istituzionale e deviare dalle difficoltà dell’economia”.
Il Capo dello Stato è convinto che il populismo sia un “rischio reale” e ribadisce la necessità di combatterlo, soprattutto in un momento così delicato come l’attuale, in cui l’Europa sta tentando di rialzare la testa. Un esito elettorale che dovesse premiare le forze politiche ostili all’Europa comporterebbe ulteriori oneri per tutti con inevitabili effetti depressivi sull’economia, condizioni più difficile di erogazione del credito, Pil in ulteriore ribasso, deflazione ed infine un impoverimento dell’euro, il vero spartiacque di questa campagna elettorale per le Europee 2014. Il voto interessa circa 400 milioni di elettori distribuiti in 28 Stati e dai nuovi equilibri politici scaturirà la guida dell’Europarlamento e i nuovi pesi all’interno della Commissione.
Occupazione, immigrazione, temi etici, pressione fiscale ed evasione fiscale, politiche di austerity vs crescita, mobilità all’interno dell’Unione, il ruolo dell’Europa nel mondo, un’Europa più forte e più sicura: sono questi i temi trasversali alle diverse forze politiche in campo, sui quali si deciderà il destino del continente nei prossimi mesi, e molto probabilmente nei prossimi anni, in cui occorrerà fronteggiare, nel migliore dei modi, le sempre crescenti ondate di euroscetticismo.
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