Sanità: ticket, +25% in tre anni
In tempi di crisi c’è una spesa che ha continuato a crescere. Si tratta del ticket sanitario, che dal 2010 è aumentato di ben il 25% (circa 700 mln di euro) secondo quanto si scopre dai Rapporti della finanza pubblica della Corte dei conti. A causa di questo aumento record, il conto per le spese mediche a carico degli italiani ammonterebbe complessivamente a circa 3 miliardi.
Dal confronto tra i rapporti di coordinamento della finanza pubblica della Corte dei conti risulterebbe che gli italiani spendono 1,4 miliardi per la farmaceutica (acquisto di farmaci e medicinali) e 1,5 per le prestazioni sanitarie (di cui 1,3 miliardi sono per la specialistica ambulatoriale).
Il trend si è avvertito maggiormente in tre Regioni del Sud: Puglia, Basilicata, Campania. L’aumento non è, però, stato costante negli anni. Tra il 2012 e il 2013 la spesa si è mantenuta stabile, anche se già solo rispetto al 2011 si era avvertito un incremento di 9 punti percentuali. Considerando l’orizzonte temporale nel suo complesso (2010-2013) emergono, però, delle differenze strutturali tra Nord e Sud Italia, imputabili ad un diverso sistema di compartecipazione pubblico-privato. In particolare, i cittadini che hanno speso di più per la sanità sono i lombardi (490 miliardi di euro). A seguire nella classifica dei top spender troviamo i veneti (319 milioni) e i laziali (281 milioni).
Di fronte a questi numeri è chiaro che va ripensato il sistema di compartecipazione e la finalità stessa del ticket sanitario. Se infatti questo era originariamente nato con l’intento di calmierare i prezzi, adesso vale da solo il 3% del fondo sanitario e pesa sempre di più sulle tasche dei consumatori, rendendo in molti casi problematico l’accesso alle cure mediche.
Per mettere un freno agli aumenti il Governo e le Regioni sono al lavoro per stesura del Patto per la Salute, atteso per la fine del mese. Sul tavolo ci sono diverse ipotesi, come il possibile aumento delle prestazioni sottoposte a ticket (la Corte dei conti suggerisce il 30%, anche se la decisione finale spetterà a Governo e Regioni), maggiore equità attraverso la differenziazione dei livelli di contribuzione con un tetto massimo di spesa per le famiglie più bisognose e l’introduzione di nuovi ticket sanitari per interventi specifici (ricovero diurni e ordinari o pronto soccorso).
Sono stati individuati anche dei possibili interventi correttivi per le prestazioni specialistiche. Tra questi l’abolizione del ticket da 10 euro, ma anche “revisione dei criteri di accorpamento delle prestazioni per ricetta, rideterminazione del tetto massimo e importi differenziati per situazione economica e per età dell’assistito”.
La prima novità ad essere stata annunciata riguarda l’assegnazione delle fasce di reddito, che dal prossimo primo di luglio compariranno in automatico sulla ricetta e che determineranno ove prevista l’esenzione (totale o parziale) al ticket. In base alle nuove regole, tutti gli interessati dovranno regolarizzare la propria posizione rispetto al sistema Tessera Sanitaria e verificare se la categoria assegnata corrisponde a quella effettiva entro il 30 giugno 2014 (in caso contrario si rischia di trovarsi a pagare l’intero importo del ticket). Niente quindi più autocertificazione, né attestato del medico che prescrive.
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