Cedri amari bis
In questi giorni a Roma si parla di Libano. Il primo appuntamento in agenda è stato il Media Forum Italia-Libano, uno scambio di idee fra giornalisti italiani e libanesi sugli equilibri interni al Paese dei Cedri e sulla situazione regionale. Hanno discusso insieme al vice ministro degli Esteri Lapo Pistelli, il segretario generale della Farnesina Michele Valensise, il capo del servizio stampa del ministero Aldo Amati e corrispondenti italiani e stranieri in Medio Oriente come Alberto Negri (Sole 24 Ore) e Umberto De Giovannangeli (Unità).
È chiaro a tutti che la situazione politica libanese dall’inizio del conflitto siriano è notevolmente peggiorata, che le milizie sono sempre più armate e che le prospettive sono sempre più esigue. Questo approccio è sicuramente importante ma non credo porterà a molto. Sono gli uomini che dovrebbero cambiare; è inconcepibile che vengano sempre a galla i soliti noti, emergendo, chi più chi meno, dalla propria pozza di sangue.
Uno dei due candidati alla presidenza, Samir Geagea ha una sua emblematica storia. Intanto è l’unico leader della Milizia che non è stato imprigionato per crimini di guerra, perché beneficiò di un’amnistia. È stato accusato di essere l’assassino materiale di Tony Franjieh, un leader cristiano dell’epoca, e di tutti i suoi familiari, tra i quali una bimba di tre anni.
Si è molto discusso di questo ma quasi tutti sono convinti che dietro questi delitti atroci ci sia la mano del Mossad, almeno dopo che un giornalista francese ha scritto la sua tesi, supportata da molte testimonianze, secondo la quale l’operazione fu affidata dagli Israeliani al partito fascista libanese, le Falangi di Bachir Gemayel. Psicologi israeliani avrebbero fatto superare test di personalità a diversi uomini di destra ed avrebbero scelto fra loro il profilo ideale per compiere questa missione: Samir Geagea.
Insomma che dire, un candidato che non ha solo i fiocchi, ma anche i nodi scorsoi. E questo è uno dei candidati alla presidenza della Repubblica Libanese.
Allora, spiegatemi voi quando mai sarà possibile trovare un accordo oppure provare a trovarlo. Eppure ci sono tante persone perbene e oneste che hanno a cuore le sorti del Libano. Ma questa feccia esce sempre fuori. Forse una voce fuori dal coro, un potente della terra non contaminato dai giochi di potere potrà aiutare questa gente.
Per ora, l’orizzonte è mesto, avvolto come da un antico sudario che nessun sole sembra riesca a squarciare.
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