Politica estera spicciola

«Alla fine quello che sta meglio in questo periodo in Egitto è il vecchio Mubarak. Imputato in un processo che forse lo condannerà quando sarà già morto, è al sicuro tra le mura del carcere. Intorno a lui la morte.

Vorrei, per chi ancora brancola nella nebbia pensando che i Fratelli musulmani siano suoi parenti stretti, che il motto dell’organizzazione è Dio è il nostro obiettivo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra legge. Il Jihad è la nostra via. Morire nella via di Dio è la nostra suprema speranza”. I Fratelli musulmani costituiscono in Egitto una formazione politica fin dal 1928 che si richiama al dovere di fedeltà ai valori islamici tradizionali. Detto questo, detto tutto!

Il caro vecchio faraone è sicuramente colpevole di molte cose; ma la colpa suprema è certo quella di non avere, in 40 anni di regno, istruito e allevato una classe dirigente di livello, capace di guidare il Paese e di far vivere la sua gente in pace. Da quando questi gentiluomini sono andati al potere con Morsi, hanno cercato di cambiare le cose per essere legalmente sempre più potenti. Per fare questo hanno cominciato con lo smontare tutte le istituzioni – costruite da un secolare rinascimento arabo – ma non per rappresaglia contro il vecchio regime di Mubarak, bensì come risposta contro lo stato egiziano e le moderne istituzioni, civili, militari, giudiziarie, politiche, economiche, culturali e sociali, che devono essere demolite e sostituite con istituzioni coerenti con la visione islamica dei Fratelli musulmani. Facile no? Semplice pure. Peccato che stavolta il popolo non li ha appoggiati in pieno ed è sceso in piazza a combattere.

Purtroppo i morti non si contano più. Eppure quando Oby nel 2009 era andato a Il Cairo sembrava che costoro avessero quasi deciso di fare i bravi ragazzi; tutti sembravano puntare su di loro per un vero grande cambiamento. Invece i Fratelli si son trasformati in “fratellastri”. E le bandiere di pace non sventolano più, nessuno nel mondo le tira più fuori dai cassetti pieni di naftalina e di “grandi ideali”. E non frega nemmeno tanto a nessuno: in fondo sono arabi, si menano tra di loro e allora a noi “checceneimporta” con tutti i problemi che abbiamo?»

© Futuro Europa

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