Rassegna stampa estera
La stampa estera ha riservato grande spazio al voto di fiducia ottenuto da Renzi in Senato sul Jobs Act. Troviamo ancora tante analisi e spiegazioni su questa complicata riforma, complicata da capire pienamente dagli italiani, figuriamoci dai lettori stranieri.
Ancora molto altalenare tra dubbi e apprezzamenti per quello che ieri non è stato che il primo passo verso un lunghissimo cammino, come scrive James Politi sul Financial Times: “La battaglia politica sulla riforma del lavoro è lungi dall’essere conclusa, perché deve essere ora approvata dalla Camera dei Deputati – il Governo deve ancora scrivere la normativa di attuazione – è quindi improbabile che possa essere portata a termine prima della metà del prossimo anno”. “Ma – prosegue il giornalista – il voto di giovedì è stato visto come cruciale per Renzi per le pesanti pressioni che stava affrontando da parte dei leader dell’Unione Europea e dimostrare loro che poteva fare concreti progressi politici sulla sua Agenda carica di riforme, in pieno peggioramento delle proiezioni economiche italiane.” Conclude Politi che nonostante il voto di fiducia al Senato c’è ancora un “diffuso dubbio che sarà (Renzi, ndr) in grado di consegnare la sua ambiziosa piattaforma di riforme abbastanza rapidamente in modo da sottrarsi ad un ulteriore sofferenza economica e peggiorare la situazione fiscale”.
Anche Giada Zampano sul Wall Street Journal racconta di come Renzi sia riuscito a superare il primo ostacolo sulla riforma del lavoro attraverso il voto di fiducia in Senato e nonostante la forte opposizione da parte dei sindacati. Ma anche la Zampano sottolinea che questo non è che “il primo passo di un’ambiziosa riforma economica, il primo in otto mesi i Governo” e che “l’iter parlamentare è probabilmente destinato a durare per mesi, come le battaglie del Governo con i sindacati e alcuni membri del Partito Democratico di centrosinistra su quanto possa inoltrarsi Renzi sui termini della riforma. Precisa la giornalista che “i critici imputano alle proposte di revisione della rigidità del mercato del lavoro la scarsità di dettagli chiave, lasciando dubbi sul fatto che possano risolvere il grave problema del mercato del lavoro in Italia, che tende a lasciare i nuovi assunti esporti a licenziamenti facili e deboli protezioni, mentre è quasi impossibile licenziare i lavoratori più anziani.” Come ricorda Giada Zampano mercoledì a Milano, nel corso del vertice informale dell’UE sul lavoro, se Renzi ha incassato l’appoggio della Cancelliera tedesca Angela Merkel per il Jobs Act, quest’ultima non ha fatto nessuna concessione riguardo le sue aspettative sull’osservazione delle rigide regole dell’UE sui pareggi di bilancio.
Lorenzo Totaro su Bloomberg scrive di come Renzi abbia ottenuto il voto di fiducia al Senato dimostrando che è disposto a spingere verso il cambiamento a prescindere dall’opposizione. “Ha anche dimostrato voler affrontare il più grande sindacato italiano, la CGIL, che ha già indetto una manifestazione a Roma il prossimo 25 Ottobre per protestare contro il piano”, precisa Totaro e riporta le reazioni di Giuseppe Civati, parlamentare e membro del PD di Renzi, trasmesse attraverso una lettera aperta publicata sul suo blog dove definisce la decisione di sottoporre la riforma ad un voto di fiducia una <pratica spregevole> e un abuso nei procedimenti legislativi. Scrive ancora il giornalista che “un Senatore del Partito di Renzi, Walter Tocci, ha detto sul suo blog ieri in tarda serata che ha intenzione di dimettersi subito dopo il voto in segno di protesta”. Anche qui traspare una situazione confusa, che non può che dare adito a dubbi sui tempi di attuazione di questa importante riforma e conseguentemente sull’efficacia della sua riuscita.
Ma se in molti aleggia l’idea del beneficio del dubbio, Allison Jackson sul Global Post fa un’impietosa analisi dell’”incasinato mondo dell’economia italiana”, screditando ancora una volta il mondo dei nostri politici, politici inclusi. La giornalista riprende la notizia di qualche giorno fa sull’annuncio fatto dalla Presidente della Camera Laura Boldrini sui tagli degli stipendi dei dipendenti del Parlamento. Tutti, nessuno escluso. La giornalista definisce questi tagli salariali una “trovata pubblicitaria di dubbio gusto” e, riportando le parole della Presidente Boldrini che afferma < lo abbiamo fatto per rafforzare l’istituzione ( Parlamento) e per portare gli stipendi in linea con il Paese, alla luce della grave crisi economica che stiamo attraversando>. “In linea con chi esattamente?” chiede sarcasticamente la giornalista. “I politici italiani sono i più pagati in Europa (…) Il personale non eletto che lavora nei due rami del Parlamento – Camera dei Deputati e Senato – godono anche loro di stipendi follemente generosi rispetto alle loro controparti nel mondo. Quello che è stato deciso non cambierà molto”. E con pungente ironia scrive “gli assistenti di Barack Obama vorrebbero parlare italiano ed avere un passaporto dell’UE. Guadagnano un relativamente misero stipendio di 172mila dollari l’anno per lavorare per il leader del Paese più potente al mondo quando i colleghi italiani ne guadagneranno solo 304mila (dai precedenti 454mila).” Per la Jacksono, la parte più sorprendente di questa decisione sta nei tempi: avverrà nell’arco di 4 anni. “Parliamo di quisquiglie mentre Roma brucia”.
E poi ci sono stati una marea di articoli sul triste arbitraggio della partita Juve-Roma “giocata” Domenica scorsa. Ne volgiamo parlare perché sono tornate fuori parole come “Calciopoli”, “partite truccate”, “favoritismi”, che speravamo appartenessero ad un passato da dimenticare. Uno per tutti il pezzo di Philippe Ridet, pubblicato sul suo sempre pungente e accattivante Blog, che analizza ironicamente quella che è diventata un “affare di Stato”. Scrive il giornalista francese: “ma in un Paese dove il calcio è una passione collettiva, vedi una religione si Stato, non è dato per scontato che questo basti a calmare gli spiriti (la richiesta di Tavecchio alla FIFA di accelerare i tempi affinché gli arbitri beneficino di aiuti tecnici per le loro decisioni, ndr). All’indignazione dei giocatori si è aggiunta lunedì quella dei politici che non sono per questo meno <tifosi> .” Per rincalzare la dose sul fairplay nel calcio italiano, si aggiunge la condanna, non passata in sordina, di Tavecchio per i suoi propositi razzisti.
James Politi, Victory for Matteo Renzi as Italy’s senate backs labour reforms, Financial Times, 9 Ottobre 2014: “(…)L’essenza della riforma del lavoro è quella di accantonare l’attuale sistema in cui I lavoratori a tempo indeterminate beneficiano di protezioni pesanti che rendono difficile il loro licenziamento, mentre molti altri lottano con contratti a tempo determinato senza nessun potenziale vantaggio.” (…)
Giada Zampano,Italy’s Renzi Wins Senate Confidence Vote on Labor Proposals, Wall Street Journal, 8 Ottobre 2014. “(…) Renzi, che in Senato ha un’esigua maggioranza, ha ottenuto la fiducia con 165 voti favorevoli e 111 contrari, dopo ore di dibattito che si sono protratte fino a note inoltrata. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti è stato costretto a tagliare il suo discorso per via di una tumultuosa protesta dell’opposizione, subendo anche lancio di monete e fogli bianchi.” (…)
Lorenzo Totaro, Italy’s Renzi Wins Vote on Controversial Labor Law Change, Bloomberg, 8 Ottobre 2014. “(…) Con un’economia impantanata nella sia terza recessione dal 2008 e il Fondo Monetario Internazionale che stima che il tasso di disoccupazione raggiunga quest’anno il 12,6%, Renzi ha detto che non aveva scelta perché le rigide leggi sul lavoro del Paese favoriscono ingiustamente chi ha già un lavoro fisso e scoraggia gli investimenti.” (…)
Allison Jackson, This i show shockingly messed up Italy’s economy is right now, Global Post, 8 Ottobre 2014. “ (…) L’involontaria stretta di cinghia per i 2300 membri appartenenti al personale parlamentare è stata recentemente approvata da entrambe le camera del Parlamento e si prevede un risparmio per i contribuneti italiani, da tempo insofferenti, di 123 milioni di dollari in 4 anni. Non sembra essere una gran cifra, perché non lo è. Ecco perché. Renzi deve trovare 25 miliardi di dollari di risparmi l’anno prossimo per mantenere il deficit di bilancio del Paese sotto la soglia del 3% (…) Allo stesso tempo, deve trovare decine di miliardi di dollari per finanziare le riforme (…) Ciliegina sulla torta, l’Italia sta cercando di gestire un debito pubblico di oltre 2500miliardi di dollari (…) Il futuro sembra tetro.” (…)
Philippe Ridet, L’arbitrage du match Juve-Roma tourne à l’affaire d’Etat, Le Monde, 6 Ottobre 2014. “Non vorremmo essere al posto di Gianluca Rocchi, l’arbitro della partita di campionato di Domenica 5 Ottobre, tra la Juventus di Torino e l’AS Roma (3-2). Per prima cosa perché la sua prestazione gli ha fatto guadagnare lunedì mattina sulla Gazzetta dello Sport il titolo in prima pagina ‘Rocchi horror picture show’, e secondo perché il suo arbitraggio (tre penalità controverse, un gol concesso fuori gioco, e pioggia di cartellini) ha rilanciato le accuse di favoritismi nei confronti della Vecchia Signora, trenta volte campione d’Italia, ma privata dei suoi titoli del 2005 e 2006 dopo gli scandali delle partite truccate nello scandalo di Calciopoli di otto anni fa.” (…)
BBC Sport, Carlo Tavecchio: Italian FA president banned for macis slur, 7 Ottobre 2014. “Il Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC), Carlo Tavecchio, è stato sospeso per sei mesi dall’Organo di governo del calcio Europeo UEFA per aver fatto delle battute razziste.” (…)
Pierre de Gasquet, Un an après Lampedusa, les doutes, Les Echos, 6 Ottobre 2014. “All’indomani dell’anniversario della tragedia di Lampedusa, si moltiplicano gli appelli per trasformare Mare Nostrum in dispositivo europeo (…) Ma per il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, Frontex Plus, che dovrebbe partire in Novembre, non sarà che una ‘operazione tampone’ che non risolverà il problema di fondo. Un timore condiviso da Amnesty Europa che ritiene che Frontex Plus (o operazione Tritone) non ha i mezzi necessari per rilevare il testimone.” (…)
©Futuro Europa®