Cronache britanniche
Londra – Quella che sta per concludersi è stata un’altra settimana rovente e tempestata di scontri tra Londra e Bruxelles. Molti i temi al centro del confronto “infinito” che separano i diversi contendenti su entrambi i fronti: tra i più importanti certamente ci sono quelli legati all’immigrazione e al bilancio. Proprio quest’ultimo è stato terreno di accesissimo scontro diretto, mentre il primo ha infuocato il dibattito interno.
Di fatto, che tra Cameron e Juncker non scorresse buon sangue già si sapeva, ma se fosse servita un’ulteriore riconferma, i due l’hanno sicuramente data. L’ex PM lussemburghese e fresco presidente della Commissione europea aveva finora deviato gli attacchi personali di Cameron, ma le parole forti del premier britannico associate al suo rifiuto di pagare gli oltre €2 miliardi in contributi extra al bilancio UE devono aver fatto perdere le staffe a Juncker, il quale ha dichiarato “nessun primo ministro mi mette paura”, aggiungendo che Cameron “ha un problema con gli altri leader europei”.
Lo scontro tra Londra e Bruxelles si è consumato anche tra le mura domestiche durante un acceso dibattito tra Cameron e Ed Miliband a Westminster. Il leader dell’opposizione ha contestato a Cameron il fatto che il suo progetto di rinegoziazione dei trattati europei “non sta andando da nessuna parte”. Nel rispondergli Cameron ha sottolineato come i conservatori abbiano almeno un piano di riforma, mentre i laburisti non hanno una visione chiara del ruolo da giocare in Europa e proprio per questo hanno “paura” a confrontarsi col voto dei cittadini con un referendum “dentro o fuori”.
Sicuramente il contenzioso principale riguarda i poteri dell’UE su immigrazione e sicurezza, con Cameron intenzionato a rimpatriare entrambi. Certo i numeri non sono dalla sua parte. Infatti, secondo uno studio condotto dall’University College London (UCL), i migranti europei hanno avuto un peso economico di £20 miliardi nel periodo che va dal 2000 al 2011, cifre da non sottovalutare specialmente in tempi di crisi. Il sostanziale contributo è dettato dal fatto che i migranti e lavoratori che arrivano nel Regno Unito hanno per lo più un alto livello d’istruzione: 60% di quelli provenienti dal Nord e dall’Ovest hanno una laurea, mentre anche tra quelli provenienti da Sud e dall’Est il 25% possiede un diploma universitario. In entrambi i casi si superano i livelli d’istruzione universitaria dei britannici che si ferma al 24%.
Un altro tema molto caro a Cameron è quello della sicurezza nazionale, il PM vorrebbe rivedere le regole vigenti riguardanti l’European Arrest Warrant (EAW). Ma ad apporsi e a considerare rischiosa tale mossa si è mobilitata una sostanziosa fetta di alti esponenti della giustizia britannica, tra i quali Lord Phillips of Worth Matravers, ex presidente della Corte Suprema, e Sir David Edward, ex giudice della Corte di Giustizia europea, i quali suggeriscono che non ci sia alternativa valida all’EAW.
Insomma, Cameron pare attirare su di sé le ire dell’establishment europeo come di quello britannico indistintamente dal tema in questione, il tutto per vincere i voti degli euroscettici in vista delle prossime elezioni generali.
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