Rosetta, l’Europa nel futuro
I mezzi d’informazione di tutto il mondo sono pieni di una notizia eccezionale. Lo sbarco su una cometa di una sonda spaziale. E non si tratta di uno dei tanti successi americani a cui siamo abituati. Il programma è gestito dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), nata in una riunione del 1985 a Roma.
Non sta me giudicarne la portata scientifica (il direttore francese del programma, Bonnet, l’ha paragonata allo sbarco di Colombo in America). Ma si tratta certamente di un fatto storico, destinato a influenzare profondamente la ricerca scientifica in campo astrologico e oltre. E dimostra due cose importantissime: che l’Europa non vive solo nel suo magnifico passato, ma è capace di proiettarsi nel futuro (come implica il titolo di questo giornale); e che non è solo burocrazia e rigore, ma molto di più, una cultura comune, uno sforzo solidario per restare alla punta del progresso scientifico. Per chi, oltreoceano e anche da noi, si compiace nel dire che il Vecchio Continente è finito, è una buona lezione.
Per quanto riguarda in particolare l’Italia, va detto che la sua partecipazione all’impresa è tutt’altro che marginale (grazie soprattutto al Politecnico di Milano). Accanto alla recente nomina di un’italiana alla testa del CERN di Ginevra (altra straordinaria istituzione scientifica europea, alla punta di esperimenti vitali per la conoscenza della materia) prova che il nostro mondo scientifico è vivo e vitale.
Se la smettessimo di piangerci tanto addosso e trovassimo la strada per trattenere o riattirare in Italia i migliori cervelli, forse scopriremmo presto che in Europa non siamo secondi a nessuno.
©Futuro Europa®
Un Commento
Una precisazione necessaria. Non è l’ESA che è nata a Roma nel 1985, ma l’idea del programma “Rosetta” che è stato deciso in una sua riunione nella nostra capitale. Infatti il programma ha vent’anni di vita, l’ESA molti di più.