Italia delle Regioni

La Conferenza delle Regioni ha recentemente approvato un documento relativo agli elementi qualificanti di proposta per la revisione della legge di stabilità 2015: a) concorso propositivo delle Regioni alla manovra di finanza pubblica; b) riqualificazione della spesa corrente – ivi compresa la spesa sanitaria e le società partecipate – e maggiori investimenti anche in edilizia sanitaria; c) contestuale rilancio degli investimenti pubblici attraverso l’esclusione dal pareggio di bilancio degli impegni in capitale non rilevanti ai fini dell’indebitamento netto; d) accelerazione dei pagamenti attivando una sinergia istituzionale tra Stato, Regioni ed Enti Locali mediante il Patto di Stabilità Verticale Incentivato ai fini di immettere liquidità a favore delle imprese per gli investimenti pubblici; e) anticipazione dell’applicazione dell’equilibrio di bilancio al 2015; f) ottimizzazione flussi finanziari delle risorse regionali stanziate nel bilancio dello Stato; g) efficientamento e razionalizzazione del Fondo Nazionale Trasporti; h) proposte per la riqualificazione della spesa corrente, attraverso l’estensione dell’applicazione dei costi standard anche alle Amministrazioni centrali tenendo altresì conto del processo di riordino istituzionale.

“Noi collochiamo le nostre proposte per la legge di stabilità nel quadro della riforma del Titolo V  della Costituzione che ha come cardine il superamento del bicameralismo perfetto proprio con il riconoscimento del ruolo del sistema delle autonomie, delle Regioni e dei Comuni”. E’ questa la considerazione politica e istituzionale con cui il Presidente della Conferenza delle Regioni ha aperto il suo intervento nel corso dell’audizione che si è tenuta oggi nella sala del Mappamondo alla Camera dei deputati e che ha visto la partecipazione – nella delegazione della Conferenza delle Regioni – anche del Presidente della Lombardia, Roberto Maroni, e degli Assessore al bilancio Massimo Garavaglia (Lombardia), Gaetano Giancane (Campania); Alessandra Sartore (Lazio) e Roberto Ciambetti (Veneto).

Una premessa quella del Presidente Chiamparino necessaria anche per sottolineare il fatto che le Regioni si sentono “a pieno titolo componenti autonome  ma integrate nello Stato e in quanto tali intendono essere protagoniste delle scelte politiche ed economiche del Governo. Soggetti istituzionali con “pari dignità”, considerando anche i traguardi raggiunti: “penso ad esempio alla tanto vituperata sanità che è gestita completamente dalle Regioni e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità  colloca come dati di costo e in termini di efficacia ai primi posti dell’Unione Europea”.

“Nella formulazione originaria noi abbiamo definito questa manovra come non sostenibile perché ai 4 miliardi di tagli previsti, con la riduzione dei trasferimenti per il 2015 vanno aggiunti 1,75 mld frutto degli effetti delle finanziarie pregresse e – cosa che pochi considerano – il fatto che le Regioni a differenza di altri livelli dell’amministrazione dello Stato hanno anticipato al 2015 il raggiungimento del bilancio e questo equivale ad un effetto riduttivo della capacità di spesa di circa 2,8 miliardi Poi c’è la riduzione dell’Irap – condivisa dal presidente della Conferenza delle Regioni– a cui però corrisponde una riduzione di gettito che per le Regioni a statuto ordinario è dell’ordine di 450 milioni.

A tutto ciò va aggiunta un’altra considerazione: il taglio delle risorse per le nuove province è una riduzione che rischia di provocare un effetto domino  Avendo la legge nazionale attribuito alle province determinate funzioni fondamentali di cui alcune molto importanti come viabilità e scuole è evidente che qualora l’esercizio di dette funzioni non trovi corrispettivo finanziario, questi enti si rivolgeranno immediatamente alle Regioni, cosa che peraltro già sta avvenendo”. Inoltre “se si prende la spesa primaria delle Regioni dal 2009 al 2012 si nota che ha sopportato un taglio di circa il 38,5% mentre il peso della spesa primaria delle istituzioni regionali sul totale della spesa primaria è del 4,5%. Viceversa l’amministrazione centrale dello Stato che pesa per il 24 per cento ha avuto una riduzione del 12,2 per cento”.

“Le nostre proposte – su cui abbiamo avviato un confronto con il Governo – mirano a rendere più stringente il patto per la salute, firmato ad agosto. A – è questo il primo punto: siamo pronti ad accentuare in tutte le Regioni la logica su cui è basato il patto, pronti a fare più risparmi a condizione però che insieme al Governo si rimettano in gioco risorse per investimenti nella sanità che sono giacenti presso il bilancio dello Stato per opere che non si sono realizzate. Risorse che potrebbero aiutare a migliorare l’assetto edilizio e tecnologico della sanità con ricadute positive anche sulle spese di gestione. B – secondo punto: costi standard, ma per tutti. Vogliamo aprire un confronto con il governo e nello specifico con il ministero dell’economia per una loro applicazione rigorosa alle Regioni , ma anche a tutta l’amministrazione dello Stato, in tutti i campi e non solo sulla sanità in una logica che abbini più strettamente efficienza nella gestione dei servizi, costi ed efficacia dell’erogazione del servizio. C – infine si sottolinea l’importanza di un patto verticale incentivato che consenta verso i Comuni e verso le aziende quella flessibilità che permetterebbe di rimettere in circolo risorse. Un ulteriore intervento potrebbe riguardare l’ottimizzazione di flussi finanziari di risorse regionali che sono già poste nel bilancio dello Stato.

Sul versante della partecipazione all’Esposizione Universale 2015 di Milano, la regione Lazio pubblica un avviso per EXPO2015Lazio, destinando un milione e mezzo di euro per progetti lungo itinerari storici , religiosi, artistici e della produzione tipica. “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. Pubblicato dalla Regione Lazio l’Avviso per la presentazione di progetti in vista di Expo 2015, con probabili effetti permanenti, oltre i sei mesi di durata dell’esposizione universale di Milano . Il tutto per un finanziamento complessivo di un milione e mezzo di euro: 500mila euro sono riservati al territorio di Roma Capitale, mentre un milione sarà ripartito tra le province di Viterbo, Rieti, Latina e Frosinone. Le domande di ammissione al progetto dovranno pervenire alla regione Lazio entro il prossimo 10 dicembre”.

I percorsi tematici previsti sono otto: 1) cibo e turismo: Roma capitale globale; 2) il cammino dell’acqua; 3) città e campagna: interazioni; 4) crescere meglio: mangiare sostenibile; 5) il genio e l’innovazione; 6) l’origine e la qualità; 7) tutte le strade portano a Roma; 8) l’area centrale dei Fori. Percorsi che – come spiega l’Avviso – hanno i seguenti obiettivi: a) “contribuire alla spinta verso lo sviluppo complessivo del sistema socioeconomico del Lazio e di Roma, creando valori che restino nel territorio, anche dopo il semestre espositivo”; b) “rendere il territorio più attrattivo, competitivo e capace di far incontrare la sua offerta con la domanda su scala globale”; c) “intercettare nuovi flussi turistici”; d) sostenere forme di aggregazione e di crescita delle esperienze più virtuose nel campo dell’innovazione agroalimentare”; e) “creare/rafforzare una community internazionale legata all’offerta agroalimentare e turistica del Lazio e dei suoi indotti”; f) “promuovere e valorizzare le risorse ambientali, i parchi, i luoghi storici, religiosi  e di pregio della regione Lazio e sviluppare servizi attorno a specifici itinerari storici, artistici o religiosi che incontrano il mondo della produzione agro-alimentare tipica”.

I soggetti beneficiari dell’Avviso sono gli enti Locali, gli enti pubblici non economici, gli organismi di ricerca e diffusione della conoscenza, incluse le Università pubbliche e private, gli enti pubblici economici, le imprese, gli enti privati con personalità giuridica e ONLUS, anch’esse dotate di personalità giuridica, purché in possesso di partita IVA, e le associazioni di categoria.

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