Banda larga e ultra-larga: strategie per la diffusione
Agcom, l’Autorità garante della comunicazione, e Agcm, l’Autorità antitrust, che opera a garanzia della concorrenza, hanno di recente pubblicato un documento congiunto nel quale sono esposte le prospettive, le premesse e le intenzioni legate alla necessaria diffusione della banda larga ed ultra-larga in Italia.
Il documento in oggetto, pubblico sul sito web di Agcom e composto da 110 pagine, rappresenta il risultato dell’indagine conoscitiva sulla concorrenza statica e dinamica nel mercato dei servizi di accesso e sulle prospettive di investimento nelle reti fisse di telecomunicazioni a banda larga e ultra-larga.
Il testo parte dalla necessità e urgenza di una pronta diffusione di connettività ad alta velocità, ottenibile solo sfruttando, per quanto attiene alle reti fisse, le più moderne tecnologie in fibra ottica, e sul preoccupante livello culturale, in Italia, legato all’uso degli strumenti digitali e all’alfabetizzazione informatica.
Se è, infatti, allarmante il dato circa il (poco) uso di Internet da parte degli utenti privati, questo diviene davvero drammatico quando è rivelato relativamente alle realtà imprenditoriali. Tentare di competere oggi, a livello internazionale, senza usare Internet è letteralmente impensabile e ha come unico esito possibile la resa di fronte ai competitor internazionali.
Uno dei passi più importanti e interessanti dell’intero documento è lì dove le due autorità propongono tre alternativi e possibili, anche se non sempre di facile realizzazione, quadri ipotetici di sviluppo di reti ad architetture FTTH/B (Fiber to the Home o Building), distinti in relazione alla governance: il primo scenario prevede lo sviluppo e la gestione della rete FTTH/B da parte di un operatore di rete “puro” non verticalmente integrato, il secondo scenario, invece, prevede lo sviluppo e la gestione della rete FTTH/B da parte dell’operatore dominante verticalmente integrato e, infine, un’ultima ipotesi è data dallo sviluppo e gestione della suddetta rete attraverso una joint venture tra più operatori. L’analisi delle criticità concorrenziali dei tre scenari prescinde, tuttavia, dalle misure di politica pubblica idonee a creare gli incentivi per l’investimento privato.
Altro tema rilevante, proposto dal draft, è quello della natura e misura dell’intervento pubblico, che sicuramente accenderà una proficua quanto complessa questione, da più parti, sul delicato e stringente tema.
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