Il Papa a Strasburgo: famiglia, lavoro, giovani, immigrati, radici religiose

Dopo 25 anni un Papa torna al Parlamento Europeo. L’ultimo era stato Giovanni Paolo II, oggi tocca a Papa Francesco. Quattro ore sull’aereo per arrivare a Strasburgo e altre quattro ore per visitare il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa, in ognuno dei due emicicli il Papa ha fatto un importante discorso. I temi al centro delle parole del pontefice sono stati la famiglia, la dignità impossibile senza lavoro e le radici religiose dell’Europa, senza dimenticare i migranti.

“Lavorare perché l’Europa riscopra la sua anima buona”, è questo l’auspicio rivolto da Bergoglio ai deputati europei. “I grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore di tecnicismi burocratici. Si ricava un’impressione generale di stanchezza e di invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace”. Poi il passaggio sulla dignità che “è una parola chiave che ha contrassegnato la ripresa nel secondo dopoguerra”.

“Effettivamente – ha continuato il Papa – quale dignità esiste quando manca la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero o di professare senza costrizione la propria fede religiosa? Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?”. Gli eurodeputati hanno lungamente applaudito alle parole di Papa Francesco.

Un passaggio anche sulle radici religiose che l’Europa dovrebbe valorizzare per “farne tesoro”, sapendo cogliere “la ricchezza e le potenzialità”, così l’Europa può essere immune “più facilmente dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno”. Il Papa ha anche condannato “il vergognoso silenzio” sulle “discriminazioni” e sulle “barbare violenze” contro le comunità cristiane nel mondo, in cui le persone vengono “uccise, decapitate, bruciate vive”. C’è stata anche occasione per parlare di famiglia, eutanasia ed aborto. “La famiglia unita, fertile e indissolubile porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza e futuro – ha continuato il pontefice -. Senza tale solidità tutto finisce nella sabbia, con gravi conseguenze sociali”.

Nel mondo di oggi “l’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare”, il riferimento è alle vite che vengono scartate come “nel caso di malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambino uccisi prima di nascere”.

Per concludere il suo intervento al Parlamento Europeo, il Papa ha affrontato la questione dei migranti. “Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e aiuto”, ha precisato Bergoglio. “L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Unione Europea rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati”. Le ultime parole sono un messaggio di speranza e incoraggiamento indirizzato a tutti i cittadini europei: “Speranza – ha commentato – nel Signore che trasforma il male in bene e la morte in vita. E incoraggiamento di tornare alla ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente”.

La visita lampo del Santo padre è proseguita con l’incontro dei vertici europei nel salone protocollare di Strasburgo: il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, quello della Commissione Jean-Claude Junker e quello di turno del Consiglio dell’Ue, il premier Matteo Renzi. “Un intervento profondamente condivisibile”, così lo ha definito Renzi. “Parole di grandissimo spessore per chi crede, ovviamente, ma anche per tutti i cittadini che desiderano un’Europa dei popoli e non della tecnocrazia”.

Il Papa si è poi spostato al Consiglio d’Europa, dedicando una riflessione sui giovani. “Non si può né pensare, né costruire l’Europa senza assumere a fondo la sua realtà multipolare”, ha detto Papa Francesco. “Negli incontri con i politici di diversi Paesi d’Europa ho potuto notare che i politici giovani affrontano la realtà da una prospettiva diversa rispetto ai loro colleghi più adulti. Forse dicono cose apparentemente simili, ma con un approccio diverso”. Largo spazio anche ad un forte richiamo alla pace, per “allontanare la cultura del conflitto”. Bergoglio ha poi elogiato il lavoro svolto dal Consiglio d’Europa, istituzione nata nel 1949 che ha il compito di promuovere la democrazia e i diritti dell’uomo. “E’ un lavoro particolarmente prezioso – ha proseguito il Papa – con notevoli implicazioni etiche e sociali, poiché da un retto intendimento di tali termini e da una riflessione costante su di essi dipende lo sviluppo delle nostre società”.

Lo spirito che ha animato il discorso al Consiglio d’Europa è quello di un’Europa pluralista, dove le ideologie possano cedere il passo al confronto e al bene comune. Papa Francesco ha paragonato l’Europa ai rami protesi verso l’alto del pioppo del poeta italiano Clemente Rebora, “animata da un insaziabile desiderio di conoscenza, di sviluppo, di progresso, di pace e di unità”.

©Futuro Europa®

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