I tre giorni di Pompei
Giovedì scorso alla libreria Feltrinelli di via Appia a Roma, ha fatto il suo ingresso un energico Alberto Angela davanti ad una sala gremita di persone in attesa che lui presentasse il suo ultimo libro I tre giorni di Pompei (edizione Rizzoli-RaiEri). Tanto lavoro per i commessi della libreria che in poco tempo hanno visto esaurirsi tutte le copie disponibili del libro, in vendita solo dal 26 c.m., con grande stupore e disappunto di molte persone rimaste a mani vuote.
La grande esperienza di Alberto Angela, come conduttore televisivo e esploratore della storia culturale umana, lo ha reso un valente intrattenitore riuscendo a conquistare l’attenzione dei presenti. Tutti erano rapiti dalla sua spiegazione degli eventi che in un tempo ormai lontano, il 24 ottobre del 79 d.C., stravolsero le sorti della popolazione romana che viveva intorno al Vesuvio. Questo argomento più volte trattato in documentari, film, e romanzi, con questo libro ottiene finalmente giustizia.
Alberto Angela si è avvalso dei suoi studi e del supporto di vulcanologi ed esperti archeologi per ricostruire minuziosamente i giorni che decretarono la fine delle due cittadine campane: Ercolano e Pompei. “Pompei è sempre stata presentata come un luogo di distruzione, rovine e persone che sono morte – afferma Alberto Angela – in realtà Pompei è viva. Perché se entrate dentro le case vedete gli affreschi, i colori. Persino gli archeologi hanno trovato le pentole messe lì con il cibo, addirittura un piatto pronto per essere consumato. E poi ci sono le persone. Noi – prosegue – abbiamo sempre avuto una visione hollywoodiana della storia di Pompei in realtà le cose non sono andate così. Sono peggiori. Il libro cerca di sfatare certi miti che si sono creati intorno alla vicenda di Pompei.”
L’autore prosegue con la descrizione del paesaggio all’epoca dei romani, prendendo spunto dall’affresco dove viene raffigurato il monte Somma e le sue valli, percorre passo dopo passo le evoluzioni subite dopo l’esplosione del vulcano. All’epoca, spiega, non c’era ancora il Vesuvio, si è formato in seguito all’eruzione, ciò lo si può capire dal nome che ha la sua radice in ves, fuoco. Ci spiega che in base alla ricostruzione degli eventi nessuno aveva previsto un catastrofe di tali proporzioni.
Si è soffermato a lungo sull’eruzione, che intorno all’ora di pranzo, dal monte Somma sprigiona un enorme quantitativo di energia paragonabile alla potenza del disastro atomico di Hiroshima e Nagasaki. In poche ore Pompei viene ricoperta da sei metri di pietre pomici, che bloccheranno in casa chi si era rifugiato decretandone la condanna a morte al passaggio delle polveri piroclastiche generate dal vulcano. Mentre Ercolano, più vicina, viene sepolta sotto venti metri di fanghi compatti.
Dunque, Alberto Angela ripercorre il lavoro svolto e i passi seguiti per cercare di ricostruire fedelmente la storia, se le zone limitrofe accortesi di ciò che stava accadendo avessero organizzato dei soccorsi, capire se si fosse salvato qualcuno. Ha cercato di ricostruire la vita economica che si svolgeva a Pompei, scoprendo che non fu ricostruita a causa di una forte crisi, sia economica che sociale, e per questo poi dimenticata.
Ciò che veramente colpirà i lettori sarà la ricostruzione minuziosa della storia delle persone che vi abitavano, conoscere le loro abitudini e scoprire i loro ultimi momenti di vita. Come dei detective accompagneremo il lavoro dell’autore scoprendo ciò che si cela dietro alla cenere e al fango che ha conservato come un bene prezioso, nei noti siti archeologici, questa testimonianza affinché giungesse a noi così come oggi la vediamo.
Il ricavato delle vendite di questo libro andrà a sostenere il restauro dell’affresco di “Adone ferito”, presente nell’omonima casa di Pompei.
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