Grillo al capolinea
“Sono un po’ stanchino”. È stata questa la frase che ha scosso tutto il Movimento 5 Stelle e sorpreso gran parte degli opinionisti politici. Beppe Grillo sembra aver alzato bandiera bianca, sembra non volersi mettere più in gioco. Pare che Davide abbia perso contro Golia.
Così il leader dei pentastellati ha deciso di lasciare lo scettro ad un Direttivo, cinque eletti, per portare avanti le battaglie del Movimento, rilegandosi esclusivamente a ruolo di regista. I designati sono Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco e Carlo Sibilia, ossia i deputati che negli ultimi due anni più si sono messi in mostra nel Movimento. Questa decisione, che di fatto stravolge completamente la natura stessa del movimento, non è stata pienamente condivisa. Sono diverse le voci di allarme che si alzano dall’interno contro il rischio di trasformarsi in un partito tradizionale conformandosi al sistema contro cui hanno da sempre affermato di lottare.
Ora si aprirà una fase completamente nuova per i 5 Stelle, una fase di dubbi ed incertezza per un futuro che sicuramente riserverà grosse sorprese per la politica italiana. Ma come sono arrivati a questo punto? Come è stato possibile perdere il patrimonio di voti delle ultime elezioni politiche? Sicuramente un aspetto molto importante, che ha contribuito ad offuscare la visibilità del movimento, è stato in primo luogo la ridotta, quasi nulla, presenza sui mass media sia di Grillo che dei suoi deputati. L’ordine perentorio del Leader maximo è sempre stato un punto fermo su cui non ha mai voluto cedere, ma che sul lungo periodo ha causato una progressiva scomparsa dai notiziari e dalla stampa. L’errore è stato quello di circoscrivere l’informazione al solo Blog in un paese dove l’informazione politica televisiva ha ancora un fortissimo impatto sulle intenzioni di voto dei cittadini.
Altro grosso problema è sempre stato il forte dirigismo imposto dal comico genovese. La crisi con il Sindaco di Parma, le espulsioni dei “ribelli” hanno notevolmente colpito la capacità di attrarre consenso. A tutto questo va poi aggiunto un certo sorpasso nel “modus operandi” della Lega di Salvini che su temi come Euro ed Europa ha di fatto spodestato Grillo. Forse l’esempio più significativo del tracollo è stata la “passeggiata a Genova nel dopo alluvione. Gli insulti al leader pentastellato, nella sua città, sono stati ripresi da tutti i media nazionali e hanno rappresentato, più di tanti altri fatti, il segno evidente della fine della rivoluzione grillina.
Il nuovo corso voluto da Beppe Grillo è un grande punto di domanda e rivoluzionerà l’azione politica del movimento. Sarà sicuramente necessario riprendere i rapporti con i media ma, vedendo i sondaggi, chi fuggì dai partiti, con l’avvento di Renzi e Salvini, sembra proprio che, pur in minima parte, stia ritornando la fiducia nei partiti tradizionali. I grillini sono avvisati.
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