Er mafioso de Roma
Un gruppo di amici che si spartiva la città. Sembra la descrizione di un vecchio film sui gangster americani, che so, una specie di “C’era una volta in America”, dove però invece di De Niro c’è gente apparentemente anonima, apparentemente onesta, apparentemente perbene.
Invece queste storie fanno rizzare i capelli agli sceneggiatori; che succede dunque, meglio battitori liberi come il Sindaco di Roma o quello di Napoli? Gente senza una vera squadra che decide autonomamente senza mettersi nelle mani di nessuna corrente? Ma poi le decisioni sono giuste o sono sbagliate? Che Marino decida da solo di pedonalizzare il centro e se ne sbatta dell’Associazione Commercianti e si prenda solo maledizioni, forse lo salva da amicizie compromettenti? Chi deve frequentare il politico? La parrocchia?
Ora tutti gridano allo scandalo: ma non gridano nemmeno troppo forte, le cose sembra fossero già nell’aria. Certo è che pensare a Roma come a una città di mafiosi, fa male al cuore. Ma questa gente c’era pure prima, dico io; possibile che non se ne sia accorto nessuno?
La risposta che mi frulla in mente è una sola: sono tutti così, nessuno escluso. E poi che arroganza! Salvatore Buzzi, uno degli indagati, capoccione della Cooperativa 29 Giugno che si occupa di monnezza, si vantava di avere coperture con tutti i leader politici della Capitale e lo faceva borioso magari appoggiato a una Porsche fiammante. Perché la strafottenza forse alla fine li ha fottuti. Senza poi contare l’allegra gestione dei fondi pubblici che li portava a sostenere che “con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga”. Un sistema studiato per far arrivare i soldi pubblici ai gestori amici “che si dividono il mercato“. E il mercato dei fondi statali per i centri di accoglienza per gli immigrati è immenso.
E allora continuo a interrogarmi. Allora le persone oneste non esistono, allora chi arriva ad avere potere nel pubblico è dall’inizio una persona corrotta, che fa carriera per intrighi e mazzette. Guardo alcuni manager con altri occhi pensando che sono in quelle posizioni solo per ricatto o scambio o cattivo comportamento o prevaricazione. E come arginare questo fiume di guano?
Non c’è nulla che non sia corrotto , i politici locali hanno troppo potere e nessuno controlla i controllori. Il sistema è marcio e si dovrebbe cominciare con soluzioni violente. E non è questione di destra o sinistra, è questione di natura umana. I peggiori istinti, la peggior cupidigia. Mandateli a riaprire qualche miniera, non date loro arresti domiciliari nelle loro ville da sogno. Punite questa gente sul serio. Che sia di esempio. Che provi a essere d’esempio. Mandateli in Siberia. Non è politicamente corretto? Se questo è il risultato, allora cento mille volte “Viva le vecchie care purghe staliniane”.
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