Roma Capitale, ora occorre pulizia

Sull’ultimo scandalo romano si è scritto di tutto. In particolare, equilibrato ed importante il contributo, su questo giornale, del senatore Di Maggio dei Popolari per l’Italia. In realtà, è impossibile resistere allo schifo per un sistema di corruttela così diffuso e che faceva soldi anche sulle spese sociali, le spese per i poveri, i diseredati della terra. Uno schifo, ed un insulto per tutti quelli che fanno onestamente il proprio lavoro, pagano le tasse e stentano ad arrivare a fine mese.

E trovo puerili i pensosi interrogativi tipo Vespa a Porta a Porta: è o no mafia? Ma certo che lo è, anche se non c’è di mezzo Cosa Nostra!  Come è puerile (ma chiaramente interessato) cercare di difendere Alemanno prendendosela con una supposta parzialità della grande stampa, che avrebbe accusato i “neri” dimenticando le colpe dei “rossi”. Ho visto l’immancabile Sallusti, a Porta a Porta, balbettare imbarazzato questa tesi, per giungere alla conclusione che non è giusto gettare la croce addosso ad Alemanno, che lui, se è colpevole, lo è quanto altri, forse meno, anzi di colpe non ne ha proprio, perché non si può accusare nessuno per le magagne dei suoi collaboratori. Alemanno, in quella trasmissione TV, ha usato un argomento incredibile: “Vedete che non mi hanno ancora arrestato? Segno che di delitti non ne ho commessi”. Delitti non so, questo lo vedrà la Giustizia, che dovrà decidere sulla natura dei soldi ricevuti dalla sua Fondazione. Ma colpe morali e politiche, si, fino al collo! Al centro del sistema c’era un tipo nato e cresciuto nello stesso terreno di cultura in cui ha radici Alemanno.  E i suoi più stretti collaboratori lo secondavano. E la parzialità informativa è una frottola: delle colpe di Luzzi, di un antico collaboratore di Veltroni, di gente del PD e dello stesso Marino si parla in tutta la stampa e in tutti i programmi della TV.

Smettiamola  dunque di ridurre tutto in chiave da rissa paesana. Smettiamola di difendere gli indifendibili solo perché portano la casacca che a noi piace, nera, azzurra o rossa che sia. L’azione della Magistratura ha confermato un’amara verità: il marcio è diffuso in molte parti. Le possibili colpe di Veltroni non cancellano quelle di Alemanno, Luzzi non può far assolvere Carminati e i suoi protettori. E non assolve le decine, centinaia forse, di politici e funzionari che si sono trasversalmente macchiati di corruzione. In politica, come nell’Amministrazione, c’è gente pulita ma ci sono fior di mascalzoni. Non mi interessa sapere a quale padrino politico questi rispondano, mi interessa che siano identificati e puniti. E mi interessa che ogni parte politica espella spietatamente dal suo seno i corrotti, senza caccia alle streghe, certo, ma anche senza  ipocriti garantismi.

Per questo, è importante che la Giustizia possa fare pienamente e rapidamente il suo corso. Lo ha ricordato anche il Premier Renzi: occorrono processi rapidi, l’opinione pubblica ha il diritto di sapere chi ha rubato e vederlo in galera, non può aspettare anni in cui le colpe si diluiscono e i colpevoli ritornano tranquillamente a galla (Carminati è un esempio di questo riciclaggio). Basta questo? No, non basta! La Magistratura fa il suo dovere, la Politica faccia il suo, che è di fare pronta e completa pulizia nei propri ranghi. Altrimenti, perderà anche quel poco di credibilità che le resta. Il PD lo ha capito, azzerando i vertici del partito a Roma e commissariandolo. FI non lo ha ancora fatto. Invece, fa la classica fuga in avanti chiedendo nuove elezioni.  Con che faccia? Alemanno lo avevano eletto loro o veniva dalla luna?

La richiesta di scioglimento del Comune avanzata dal Movimento 5 Stelle, invece, è comprensibile. I grillini possono dire di non aver avuto parte nel sistema di corruttela, perché non hanno mai  esercitato il potere in Comune e quindi hanno un certo diritto a reclamare che si ridistribuiscano le carte, sperando di essere loro a beneficiarne (non lo ha capito Berlusconi? O si fa delle illusioni suol seguito di FI a Roma contro venti e maree?). C’è un “caso Marino”? Certo che c’è! Il sistema perverso è continuato anche sotto di lui, anche lui ha coltivato l’amicizia di Luzzi e accettato i suoi soldi per la campagna elettorale. In un paese normale, questo basta e avanza! Per decenza, se non per moralità, si faccia da parte, e i romani possano finalmente scegliersi governanti fuori del giro delle mazzette e delle compiacenze di parte. Che esistono, esistono, a Roma come in tutta Italia!

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