Nipoti che non si meritano
È difficile nascere con la camicia: è molto duro portare sulle spalle l’eredità di un nome ingombrante, che ha fatto la storia del dopoguerra italiano. Le scuole più esclusive non bastano, ci vuole anche l’intelligenza e la capacità degli attori. Questa storia qui, invece, parla di imbecilli, di chi ha il cervello a pied de poule, l’occhiale più valido del cervelletto e la forza di volontà di una sanguisuga in un furgone dell’Avis.
Parlo di Lapo, uno che tende al basso, appassionato di camerieri e travestiti, sempre alla ricerca del diverso. Una volta poteva anche far sorridere, magari suscitare comprensione; ora invece, in un’epoca dove la pietà è rivolta solo verso sé stessi, la notizia della sua ennesima scivolata viene accolta con indifferenza e mal sopportazione. Un cameriere lo filma mentre si trastulla con il suo giocherello e poi lo ricatta.
Come mai questo ragazzo finisce sempre così? Non frequenta la bella gente, la Torino bene, i portatori sani di Ferrari, i vacanzieri del last minute alle Cayman? Come mai raccatta sempre il peggio? Le sue fidanzate blasonate lo mollano e lui per passare il tempo si mette in situazioni strane, tipo farsi filmare dal primo che incontra mentre tenta a tutti i costi di diventare cieco.
Lapo Elkann, erede dei famosi abiti Caraceni del nonno, interpreta il ruolo che non può mancare in ogni dinastia che si rispetti, cioè quello dell’énfant terrible. Solo che Lapo non ha più l’età per essere un énfant. Certo le sue relazioni con la famiglia latitano; le dichiarazioni di Lapo nei confronti della madre, in merito alla vicenda giudiziaria legata all’eredità del nonno e non solo, sono state miele per i raffinati palati di certi giornali di gossip. “Con mio padre ho un ottimo rapporto. E’ molto presente, mi ha sempre dato e aiutato, senza giudicare. Gli voglio un bene dell’anima. Come d’altronde a mio fratello, mia sorella e mia nonna. Con mia madre Margherita Agnelli, invece, i rapporti sono quasi inesistenti. Non la vedo e non la sento mai. Nella mia vita non c’è posto e spazio per lei. Forse non sono parole eleganti ma è la realtà”.
E allora comincia a farci pena? No di certo e ha anche smesso di essere simpatico. Si è messo a produrre una linea di occhiali che sembra siano del tipo usa e butta, perché, a detta di una conduttrice televisiva, si deteriorano immediatamente; va in giro con abiti improbabili e scarpe spaiate, cercando di lanciare mode. Lontano anni luce dall’asciugamano che suo nonno portava avvolto alla vita che ha connotato le estate di tanti aspiranti playboy nostrani; e non parliamo dell’orologio sopra il polsino.
L’Avvocato era l’Avvocato, il nipote è il nipote. Il primo non ha mai esercitato, il secondo non ha mai smesso di essere cliente. Un po’ la storia infinita del Nonno Perla e del nipote pirla.
©Futuro Europa®