Papa Francesco: stop ai politici argentini

Fino all’altro giorno era un via vai di argentini, politici e non, a Roma per visitare il Papa. Una volta tornati in patria, fiumi di interviste sui contenuti dei colloqui. Vi sono stati anche momenti di tensione quando Cristina Kirchner portò sul placo dell’incontro Mondiale della Gioventù Cattolica di Rio il suo candidato alle prossime elezioni. Il giorno dopo, Buenos Aires era tappezzata di manifesti dove il candidato della “Presidenta”, come dicono in Argentina, stringeva la mano al Papa. La vicenda, dicono, irritò non poco Papa Bergoglio. Poi, con il passar del tempo, con le ripetute richieste di udienza di Cristina, le cose cambiarono così tanto da far dire che il Papa aveva preso sotto la sua protezione la “Presidenta” dell’Argentina. Infatti, a incontri vari con Cristina, si intercalavano le molte udienze concesse ad argentini, politici e non, che riportavano poi sempre che il Papa aveva fatto domande sulla Presidenta e chiesto di sostenerla.

In Italia, la nazionalità dei genitori di Bergoglio ci fa spesso dimenticare che il Papa è nato e vissuto in Argentina, dove è stato anche ritenuto di simpatie peroniste. Questo fino all’altro giorno, fino all’intervista al quotidiano argentino “La Nacion”. Con la schiettezza che gli è propria, Papa Francesco ha detto che non andrà in Argentina nel 2015 per non interferire nelle elezioni politiche e presidenziali dell’ottobre e non riceverà più uomini politici argentini in udienza privata. Alla domanda del giornalista se qualche politico aveva sfruttato l’occasione, Papa Francesco ha risposto che non  solo alcuni hanno sfruttato la cosa, ma vi è stato addirittura chi ha ritoccato una foto per farla apparire come udienza privata, quando invece lo aveva incontrato sulla porta del Vaticano.

L’argentino Bergoglio allontana da sé la classe politica argentina, ma il suo cuore gli fa mandare un messaggio al suo paese natale. Fermo è il suo auspicio che “Il mandato di Cristina Kirchner deve finire in pace”. Francesco avverte: “Una rottura del sistema democratico, della costituzione, in questo momento sarebbe un errore”, pertanto chiede che “tutti devono partecipare al processo democratico ed eleggere presto le nuove autorità”. Non ci vuole molto  per comprendere le ragioni dell’atteggiamento di Papa Francesco, basta dare uno sguardo anche superficiale alla situazione dell’Argentina. Le varie crisi del paese, economica, politica, delle istituzioni, si fanno sempre più gravi. Gli organismi economici internazionali dicono che solo due paesi avranno il segno negativo sul solo PIL del 2014, Argentina e Venezuela. Alla recessione economica il paese vede affiancarsi una inflazione che va dal 15% ufficiale al 40% degli osservatori indipendenti. L’Argentina, di fronte al mondo economico e finanziario mondiale, rimane in “default tecnico” a causa della nota vicenda del mancato accordo con Holdouts, o “fondi avvoltoi”, come li chiama il Governo argentino. Alla BCRA (Banca Centrale della Repubblica Argentina) rimangono disponibili solo 18 miliardi di dollari di riserve. La situazione del mondo politico peggiora per le sue crescenti divisioni e incertezze sul futuro. Le recenti dimissione di Elisa Carrio dell’alleanza di centro sinistra Frente Amplio-Uncn, che tante speranze aveva acceso alla sua nascita, accresce l’incertezza sulle presidenziali del 2015. Non è da meno il potente mondo peronista che non scioglie i nodi della scelta di un candidato unitario.

A tutto ciò si aggiunga che l’uscente Cristina è sotto inchiesta da più di un mese per alcune sue proprietà. Da pochi giorni si sono aggiunti due altri giudici che hanno aperto indagini per vedere se l’imprenditore Baez, non si sa se amico o prestanome di Cristina, ha evaso tasse e se ha dichiarato i conti in Svizzera. Senza dimenticare che il vice presidente Boubou è sotto inchiesta per vari reati tra cui arricchimento illecito.

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