Italia e Francia osservati speciali
“Le riforme in Francia e in Italia sono insufficienti”. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, non le manda certo a dire ed entra a gamba tesa contro i due grandi Paesi Ue che stanno cercando di attuare riforme per ridurre il deficit. Ma dall’Italia l’interessamento tedesco non è stato di certo apprezzato, anzi. “Forse la cancelliera Merkel potrebbe concentrare la sua attenzione sulla domanda interna”, è la replica del sottosegretario agli Affari europei, Sandro Gozi, “e sulla mancanza di investimenti o sugli squilibri della bilancia dei pagamenti tedesca”. Insomma la polemica, neanche tanto nuova, è servita.
Anche il sottosegretario alla Presidenza, Graziano Delrio, parlando al Tg1 ha sottolineato come ciascuno dovrebbe “mettere ordine in casa propria prima di guardare nella casa degli altri”. Il clima, inutile dirlo, resta teso. “Il debito italiano – prosegue Delrio – è sostenibile, mentre l’eccesso di surplus tedesco crea problemi agli altri”. La Merkel, nell’intervista rilasciata nei giorni scorsi al quotidiano Die Welt, ha ribadito come Italia e Francia “dovranno presentare ulteriori misure”, perché se è vero che stanno “effettivamente attraversando un processo di riforme”, la Commissione ha sottolineato come “quanto presentato finora sul tavolo non è sufficiente”, parere assolutamente condiviso dal capo del governo tedesco.
Italia e Francia osservati speciali. “Se non procederanno con le riforme annunciate si arriverà ad un inasprimento della procedura sul deficit”, ha rincarato il neo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Junker, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Alla parole dovranno seguire i fatti, altrimenti per Francia ed Italia non sarà affatto piacevole”. Se non si tratta di una minaccia, poco ci manca. Parole decise alle quali, però, è seguito anche qualche apprezzamento per la strada intrapresa dal nostro governo e quello francese. “Dovremmo dare fiducia agli italiani e ai francesi – ha aggiunto Junker – e poi vedremo a marzo come sarà andata. Abbiamo avuto tutte le garanzie necessarie dai due Paesi”.
La necessità di varare le riforme è chiara ormai da tempo. Il premier, Matteo Renzi, lo ripete in ogni occasione pubblica. Riforme e crescita, concetto ribadito dal presidente del Consiglio anche in occasione del recente incontro con la direttrice del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. “Se perfino il Fmi, che non è esattamente una sezione del partito comunista a Washington, chiede all’Europa di investire sulla crescita, qualche domanda i partner Ue dovranno pure cominciare a farsela”, avrebbe detto ai suoi consiglieri il premier dopo la visita. La sfida resta complicata perché per invertire il trend economico non basta solo l’impegno della Commissione, ma servono anche investimenti privati. Proprio quelli che negli ultimi anni sono costantemente diminuiti, preferendo migrare verso altri Paesi europei.
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