Tariffe interbancarie, nuove regole dell’Unione europea

Lo scorso 17 dicembre la Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, in una delle ultime ratifiche ufficiali del semestre, ha siglato l’accordo con il Parlamento sulle nuove normative in tema di commissioni interbancarie multilaterali nel territorio europeo. Tale concordato prevede l’introduzione di un livello massimo stabilito nelle tariffe applicate alle transazioni tra banche, durante l’acquisto di un bene o un servizio.

Le commissioni interbancarie consistono in quei costi non trasparenti agli occhi dei consumatori, applicati dalla banca degli acquirenti nei confronti della banca del commerciante, che sarà così costretto a subire un sovrapprezzo per aver fornito al cliente il servizio di pagamento elettronico con bancomat o carta di credito. Nella realtà quotidiana, in alcuni casi i negozianti si rifiutano di accettare denaro tramite dispositivi POS, o potrebbero facilmente rincarare i prezzi della merce per recuperare tali spese “ingiustificate”.

Il nuovo regolamento comunitario mira a imporre delle quote fisse sul valore monetario delle transazioni, sia nazionali che internazionali: l’importo limite (o plafond) è fissato a 0,3% per le operazioni con carta di credito, mentre a 0,2% su bancomat e carte di debito. Per le transazioni a livello nazionale, per cinque anni sarà invece applicato a questi ultimi  un limite dello 0,2% rispetto alla media ponderata annuale di tutte le operazioni avvenute in un determinato Stato. Questo sistema temporaneo permetterebbe ai sistemi bancari nazionali di adeguarsi gradualmente, mantenendo i propri standard di efficienza.

Attualmente l’accordo si trova in una fase intermedia, in attesa della definitiva approvazione formale del Consiglio e della votazione in Parlamento in seduta plenaria; una volta completato l’iter legislativo, entrerà in vigore dopo sei mesi. Questa iniziativa dell’UE aveva già fatto discutere lo scorso febbraio, quando associazioni come l’Abi o la Lega Consumatori avevano denunciato possibili rincari nel costo delle carte di pagamento, a causa dei mancati introiti causati dalle nuove disposizioni.

Le preoccupazioni si basano sul fatto che la novità regolamentare andrebbe a colpire direttamente il sistema di introiti di colossi bancari come Visa e Mastercard, che si basano appunto su sistemi di tariffe interbancarie: secondo le due compagnie, la scelta europea di stabilire un tetto uniforme per tutti non poggia su dati statistici confermati, e inoltre non tiene conto delle grandi disparità che esistono nelle varie realtà nazionali in Europa. Si teme così una possibile reazione alla nuova legge, che farebbe lievitare i costi delle nuove carte di credito a svantaggio dei consumatori.

Il dibattito resta aperto finché la normativa non sarà confermata e operativa, con i propri effetti sulla vita quotidiana di milioni di persone. Al di là delle comprensibili conseguenze negative, alcuni organi ufficiali ritengono che la conclusione di questo accordo politico darà una spinta alla concorrenza nel mercato dei pagamenti elettronici, armonizzando le legislazioni nazionali a favore di un maggiore interscambio economico nel territorio europeo. Staremo a vedere, conti alla mano, da quale parte penderà la bilancia.

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