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Capodanno, a Torino niente botti – Anche quest’anno è stato vietato a Torino l’uso di fuochi d’artificio e petardi per festeggiare il Capodanno: il divieto (che è in vigore per tutto l’anno) è previsto dal regolamento per la tutela ed il benessere degli animali in città e dal regolamento di Polizia urbana, e non necessita quindi dell’emissione di una specifica ordinanza. “Il nostro regolamento sulla tutela degli animali su questo tema è all’avanguardia – ha commentato l’assessore all’Ambiente, Enzo Lavolta, – e molte altre amministrazioni comunali hanno preso esempio da Torino. Mi sento di fare appello alla responsabilità di tutti perché ci sia il rispetto della norma ed anche la volontà di tutelare gli animali e festeggiare con loro senza costringerli a subire lo stress ed i danni, a volte anche molto gravi, causati dall’esplosione di petardi e fuochi d’artificio” La Polizia Municipale è all’opera per sorvegliare sull’applicazione dei regolamenti, per tutelare la sicurezza e per prevenire l’utilizzo di ordigni che spesso costituiscono un grave pericolo per chi li usa. La sanzione prevista per chi non rispetta il divieto va da 50 a 500 euro.
Arrivata sulle coste del Nord America l’onda radioattiva di Fukushima – L”onda radioattiva liberata dall’incidente avvenuto nel 2011 nella centrale di Fukushima è stata ‘inseguita’ fino alle coste nordamericane del Pacifico ed i valori riscontrati nelle acque non costituiscono un pericolo per la salute umana né per l’ambiente. Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas) dal gruppo coordinato da John Norton Smith, dell’Istituto canadese Bedford per la ricerca in Oceanografia, pesca e oceani. E’ la prima volta che vengono ‘inseguito’ attraverso l’oceano Pacifico, fino al Nord America, i materiali radioattivi rilasciati nell’acqua dall’incidente avvenuto nel 2011 nella centrale nucleare giapponese di Fukushima, causato dal terremoto e dallo tsunami. In particolare sono stati monitorati il cesio radioattivo 134 e il cesio 137 analizzando campioni d’acqua prelevati fino a 1.000 metri di profondità nell’Oceano Pacifico del Nord tra il giugno 2011 e il febbraio 2014. I primi segnali dell’innalzamento dei livelli di radioattività sono stati individuati nel giugno 2012, a 1.500 chilometri al largo del Canada, ma livelli analoghi sono stati riscontrati lungo le coste solo nel giugno 2013.
[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]