Rassegna stampa estera

Corruzione,  scandali, crimine organizzato, economia stagnante, riforme che vanno al rallentatore, investimenti stranieri, terrore sulle rotaie, sabotaggi, galassia neofascista. Ancora un bollettino di guerra è vero, ma è anche vero che ci siamo seriamente impegnati a cercare un “lessico” diverso nel linguaggio dei media internazionali: praticamente impossibile. Molta impressione ha fatto il Rapporto pubblicato da Confindustria lo scorso 17 Dicembre e nel quale si quantifica in cifre il “costo” della corruzione a spese del nostro Paese. L’Italia avrebbe perso 300 miliardi di euro in 20 anni. Un “pesante fardello per lo sviluppo dell’Italia”. Paddy Agnew sull’Irish Times ripercorre la arcinota storia del nostro Primo Ministro, le speranze riposte dal consesso Internazionale alla sua apparizione ufficiale come protagonista indiscusso della scena politica  italiana, e i tanti annunci, troppi. “Sorpresa, sorpresa”, scrive il giornalista, “il processo di riforme di Renzi sta facendo progressi molto lenti”. Ma la domanda che si pone Agnew e che più brucia è questa:” Non è che forse il capitale straniero è più preoccupato dal problema del cronicizzato crimine organizzato che dalle riforme sul lavoro e sul suo anacronistico Senato?”. Come non dargli torto quando porta come prove come Expo 2015, MOSE e… Mafia Capitale? Il JDD intervista Di Pietro, che ne ha per tutti, dal Liechtenstein agli annunci fatti passare per decisioni politiche di Matteo Renzi. E come commentare l’articolo di Barbie Latza Nadeau sugli attentati alla TAV? E quella che Antonino Galofaro su Le Temps definisce “nuova galassia neofascista”? Un anno che si chiude in modo assai cupo, un semestre comunitario senza alcun spessore, prospettive per il 2015 che sanno ancora troppo di “annuncite”. Volgiamo citare per questo l’articolo che il Financial Times ha dedicato a Patrizia Grieco, nuova Presidente di Enel, definita dal quotidiano britannico “plenipotenziario del cambiamento in Italia”. Che sia di buon auspicio per un “vero” cambiamento nel Paese.

Scrive Giulietta Gamberini  su La Tribune: “Secondo un rapporto pubblicato mercoledì da Confindustria,se Roma riuscisse a ridurre la corruzione del Paese e a raggiungere il livello della Spagna, il tasso di crescita annuale del PIL aumenterebbe di 0,6 punti. La corruzione, un pesante fardello per la crescita in Italia: il titolo del Rapporto pubblicato mercoledì 17 Dicembre dal Centro Studi di Confindustria è esplicito. E ancora di più lo è il suo contenuto: soprattutto il tentativo di quantificare gli effetti di questa piaga sulla crescita del PIL del Paese, nel momento stesso in cui un enorme scandalo di tangenti scuote la penisola (…) Nonostante gli arresti e le confische di beni, e soprattutto lo sconvolgimento del paesaggio politico che Tangentopoli ha provocato negli anni’90, l’Italia si trova nelle ultime posizioni in Europa per quanto riguarda la lotta alla corruzione (…) Questa corruzione endemica pesa soprattutto sugli investimenti e sul morale degli imprenditori.”(…)

Sullo stesso piano Alain Cohen Krawczyk su La Lettre, Mediterranée et Afrique: “Secondo un rapporto italiano, reso pubblico mercoledì, la corruzione è costata più di 300mila miliardi di euro all’Italia dal 1990 ad oggi. Nel corso di quel decennio, diversi scandali collegati a questa pratica erano scoppiati nel Paese europeo. La Confindustria, prima organizzazione padronale d’Italia, giudica che la mancanza di disposizioni contro la corruzione abbia influito sulla crescita del PIL. Secondo le sue stime, questo indicatore avrebbe potuto essere maggiore del 20%. Questa istanza ha cercato, attraverso la sua pubblicazione, di misurare l’impatto delle disposizioni anti-corruzione prese in seguito  alle operazioni di Mani Pulite intentate dai giudici milanesi negli anni ’90 (…) In cifre, l’ammanco di guadagno equivale a 300miliardi di euro su due decenni, ossia 5000 euro di ricchezza a persona.” (…)

C’è poi il pungente giudizio di Paddy Agnew sull’operato di Renzi. Anche qui il giornalista mette in risalto il problema della malavita organizzata. “(…) Il Demolition Man avrebbe ripulito ogni angolo di ripostiglio, e con questa procedura, istigato un enormemente ambizioso programma, assolutamente necessario, di riforme istituzionali, costituzionali e d elettorali. E’ vero, era arrivato al Governo per una strada non proprio istituzionale, visto che non è stato scelto dalle urne, ma in modo inelegante, con il vecchio metodo stile colpo di Palazzo lo scorso Febbraio, scaricando senza tanti complimenti il suo collega di Partito, Enrico Letta (…) Il problema è che – sorpresa, sorpresa –  il processo di riforme di Renzi sta facendo progressi lentissimi. Peggio ancora, i suoi dieci mesi di mandato sono stati caratterizzati da una serie di scandali della Pubblica Amministrazione, che coinvolgono criminalità organizzata, il che suggerisce che quando si tratta di riformare, potrebbe aver inviato tweet all’albero sbagliato (…) Renzi si è forse concentrato troppo a mettere in sicurezza la sua base di potere, a fare un patto segreto discutibile con Berlusconi e sul suo account Twitter?”.

Nell’intervista di  Virginie Riva a Di Pietro su Le Journal du Dimanche (JDD), non possiamo che trovare “il solito Di Pietro”, quello che conosciamo bene tutti e che in veste di protagonista dell’operazioni Mani Pulite, ha trovato gioco facile ad argomentare tutte le risposte. In realtà non dice niente di nuovo, quello che “disturba” è l’incipit all’intervista dove, ancora una volta le parole mafia e corruzione la fanno da padrona. “Roma è immersa in pieno scandalo ‘Mafia Capitale’. Un vasto sistema di corruzione che coinvolge imprese pubbliche, classe politica e criminali fascisti. L’ex giudice Antonio Di Pietro, procuratore incaricato del dossier sulla corruzione della vita politica italiana nel 1992, nello scandalo soprannominato ‘Mani Pulite’, poi fondatore nel 2000 del Partito Italia dei Valori ed ex Ministro di Romano Prodi, ritorna su questo male che è, secondo lui, non solo italiano.” E questa cosa va segnalata: “Quando c’è stato il caso ‘Mani Pulite’, quello che all’epoca mi ha più colpito è l’ipocrisia con la quale gli Stati membri dell’UE hanno creato il loro Stato di Diritto e sono andati tranquillamente a violarlo nei Paesi vicini: Perché l’UE mantiene rapporti commerciali con Paesi come il Liechtenstein? In pieno scandalo, il Paese con il quale ho avuto più difficoltà a collaborare durante le commissioni rogatorie è stato il Lussemburgo”. (…) Per Di Pietro comunque il problema è sempre quello: “In Italia i giudici non hanno mezzi per fronteggiare la corruzione.”(…)

Barbie Latza Nadeau scrive su The Daily Beast degli attentati avvenuti lungo la nostra rete ferroviaria: “Gli anarchici sostenendo di difendere l’ambiente stanno sabotando le linee ferroviarie ad alta velocità per fermare i lavori di uno dei più lunghi tunnel ferroviari del mondo e che dovrebbe passare sotto le Alpi. Le linee ferroviarie ad alta velocità che collegano le più grandi città italiane sono arterie fondamentali utilizzate da migliaia di persone ogni giorno, per affari e per piacere. Ma ultimamente sono stati l’obbiettivo di provocatori che mirano a diffondere il terrore sulla rete ferroviaria (…) Le autorità accusano gli anarchici che protestano per la costruzione di una linea ferroviaria chiamata TAV che collegherà Torino e Lione.” (…)

Philippe Ridet su Le Monde affronta lo stesso argomento: “(…) Per gli investigatori, tutti questi eventi (la serie di attentati, ndr) sono collegati tra loro, anche se non hanno ancora prove. Le ricerche alle quali partecipano gli agenti della Digos si concentrano sugli ambienti anarchici (…) Per contro, i carabinieri, i magistrati e le forze speciali sono convinti che questi sabotaggi, che non hanno fatto vittime, sono legati ai lavori di costruzione della linea ad alta velocità Lione-Torino (…) Ma in un Paese dove la memoria della violenza politica, di destra come di sinistra, durante gli anni di piombo, è sempre viva, questi incidenti hanno acceso un vivace dibattito.” (…)

E  proprio per rinverdire questi ricordi di “galassia neofascista” parla Antonino Galofaro su le Temps: “Dei neofascisti, nostalgici delle violenze politiche di più di 30 anni fa, si apprestavano a perpetrare una serie di attentati attraverso l’Italia prima delle feste di Natale. Le forze dell’ordine hanno smantellato il loro piano arrestando lunedì 14 persone,accusate soprattutto di associazione a fini terroristici e incitamento all’odio razziale.” Uno dei loro obiettivi era uccidere Cecile Kyenge.

Dopo questa triste rassegna, vogliamo chiudere con una nota positiva, che sia di buon auspicio al 2015. Rachel Sanderson sul Financial Times intervista Patrizia Grieco, Presidente di Enel e definita dal quotidiano britannico “attore del cambiamento in Italia”. Racconta la Grieco che “non è stato tanto sorprendente ricevere la telefonata considerata la mia posizione professionale, la sorpresa è stata piuttosto il segnale di cambiamento con il passato”. Speriamo.

Giulietta Gamberini, Corruption: l’Italie a perdu 300 miliards d’euros en 20 ans, La Tribune, 18 Dicembre 2014; Alain Cohen-Krawczky, Italie: rapport accablant sur la corruption et ses effets, La lettre, Afrique et Mediterranée, 18 Dicembre 2014; Paddy Agnew, Rome Letter:Renzi still grappling with same old problems, The Irish Times, 29 Dicembre 2014; Virginie Riva, En Italie “les juges sans moyens face à la corruption”, Le JDD, 28 Dicembre 2014; Philippe Ridet, En Italie, sabotages en série contre le chantier du TGV Lyon-Turin, Le Monde, 26 Dicembre 2014; Barbie Latza Nadeau, Italy’s Terror on the Tracks, The Daily Beast, 28 Dicembre 2014; Antonino Garofalo, Une nouvelle galaxie néofasciste, Le Temps, 29 Dicembre 2014;Rachel Sanderson, Patrizia Grieco: agent for change in Italy, Financial Times, 28 Dicembre 2014.

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