2014, fatti e misfatti della Politica in Italia
L’anno che ci lasciamo alle spalle è stato un anno estremamente denso per la politica italiana. Il nostro paese, stretto dalla morsa della crisi economica che non accenna a mostrare segni di allentamento, è stato messo a dura prova. Che sia l’anno segnato da Matteo Renzi è fuori dubbio, ma è stato, in un certo senso, anche l’anno di Berlusconi, con una sorta di passaggio di testimone da Arcore a Firenze a vent’anni esatti dalla prima discesa in campo dell’ex Cavaliere (coincidenze?).
Il 2014 si è aperto con le dimissioni (imposte dal neosegretario Dem poco dopo l’ormai famoso “stai sereno”) dell’ex premier Enrico Letta, un Governo nato e disfatto all’interno della segreteria del PD. Al suo posto l’ex Sindaco di Firenze, il giovane Matteo, che come primo atto ha “regalato” (almeno sulla carta) 80 euro in busta paga agli italiani. Contemporaneamente, Berlusconi mette piede per la prima volta nella sede PD per suggellare l’accordo sulle riforme con Renzi, inaugurando la stagione del Patto del Nazzareno. Il segretissimo accordo agita tutt’ora l’intero mondo politico nazionale.
L’arrivo di Renzi sembra però un “ritorno al futuro”, film già visto vent’anni prima, con l’euforia del remake che ha portato il PD ad un risultato “bulgaro” alle elezioni Europee del maggio scorso con lo storico risultato di oltre il 40% dei consensi tra i votanti. Nel Frattempo Berlusconi comincia i servizi sociali a Cesano Boscone, limitato nella sua azione politica incassa la sconfitta.
L’estate passa in mezzo agli scandali: EXPO, MOSE e strascichi estivi in autunno con Mafia Capitale. La drammatica situazione impone drammatiche scelte ed è così che il Magistrato Raffaele Cantone diventa uno degli uomini più influenti della Repubblica, capace di fare bello e cattivo tempo su tutti gli appalti del paese.
Ma siccome la politica non va mai in vacanza, nuove elezioni, dove la più significativa è sicuramente quella per il rinnovo del Governo dell’Emilia Romagna che dopo vent’anni perde Vasco Errani, costretto alle dimissioni dopo una condanna per un affare “di famiglia”. In questa occasione a farla da padrone è stato sì un Matteo ma vestito di verde. Salvini e la sua Lega portano a casa oltre il 20% in Emilia consacrando il Carroccio ad asse trainante del Cendrodestra. Il Rally del milanese Matteo gli vale sondaggi da grande partito nazionale, tanto da costringerlo a portare il proprio brand al Sud con “Noi con Salvini”.
E così per chiudere l’anno in bellezza si è agito su più fronti: Renzi cancella l’articolo 18 con la Camusso e Landini incatenati alle fabbriche, Grillo ammette la sconfitta e lascia il Movimento ai “Fantastici 5” e Napolitano, stanco e forse un po’ scoraggiato, abbandona gli appartamenti del Quirinale, lasciando al nuovo anno il compito di trovare il suo sostituto.
Insomma un anno ricco e intenso. Se a tutto questo ci aggiungiamo l’Isis, le elezioni in Grecia e il crollo del Petrolio, possiamo scommettere che anche il 2015 ci terrà parecchio impegnati.