Rassegna stampa estera
Aprire la nostra Rassegna Stampa con buone notizie è difficile, e questo ci dispiace. Pare non arrivi mai il momento. Per ora possiamo solo “pensare positivo” e guardare avanti. Le pagine dei giornali stranieri ci ricordano i nostri quotidiani problemi.
Ancora migranti “ricattati dai trafficanti”, come scrivono sul belga La Libre. Inoltre, le tristi storie del cargo Ezadeem del Blue Sky mostrano la nuova “tendenza” nel traffico di vite umane, “l’utilizzo di navi mercantili da rottamare, acquistate a poco e lasciate a loro stesse in attesa dei soccorsi”, quello che maggiormente preoccupa è che Lampedusa non sembra più essere la porta d’ingresso all’Europa più semplice da raggiungere, le coste pugliesi e calabre sono più facilmente raggiungibili, e per giunta già terraferma. Per fortuna qualcuno sulla stampa estera si interroga sul rapporto “migrazione” e “Europa”, come Antoine Malo che su Le Journal du Dimanche titola il suo pezzo Pourquoi les 28 laissent-ils sombrer leur politique migratoire? Scrive il giornalista “è nel momento più grave della crisi umanitaria che l’Unione Europea ha deciso di limitare i mezzi per soccorrere i naufraghi (…) Nel 2014, 200mila migranti sono sbarcati sulle coste italiane, ossia tre volte in più del 2013, secondo HCR (Alto Commissariato per i Rifugiati) (…). I “cargo spazzatura”, scrive Valérie Dupont su RTBF sembrano aver inaugurato la nuova strada d’ingresso dei migranti in Europa” e si chiede: “è questa una sorpresa per le autorità italiane?” (…). La settimana scorsa, due cargo in pessime condizioni sono stati scortati dalla Marina Militare italiana mentre si trovavano in difficoltà sullo Ionio. 1157 siriani sono stati salvati dopo un viaggio di più di 10 giorni tra la Turchia e l’Italia(…).
Margherita Nasi su Slate torna invece sul problema periferie. “Dieci anni dopo la Francia, l’Italia vive la sua crisi delle periferie, ma non hanno niente in comune”. Qui torna fuori il solito “pacchetto” tutto italiano. “Il paragone con la Francia è in tutte le nostre teste”, scrive la giornalista, “gli episodi di violenza di Tor Sapienza evocano gli scontri di Clichy-sous-Bois del 2005, soprattutto nel timore della diffusione di una crisi. Ma i motivi sottostanti a queste manifestazioni divergono: Mafia, rapporti con l’immigrazione, gestione politica: è un malessere tutto italiano quello che vivono le periferie del bel paese”. Il “malessere” tutto francese, dopo l’attacco a Charlie Hebdo forse però è ancora più grave, e si annida in quelle periferie. Ma non è questa la sede per parlarne. Torniamo a noi. A coronare questo cocktail di notizie la “bizzarra crisi di assenteismo dei vigili romani” come scrive Dominique Dunglas su Le Point, che precisa anche come sia “ormai tutta la PA italiana ad essere sul banco degli accusati (…) 83,5% dei vigili urbani di Roma si sono dati la sera del 31 Dicembre. Occasione per Matteo Renzi di riformare la pubblica amministrazione”. (…)
C’è poi tanto scritto su Matteo Renzi, a volte messo anche lui sul “banco degli accusati”, troppo debole per sovrastare le potenti lobby come scrive Giada Zampano sul Wall Street Journal e questo fa si che gli sforzi del Paese per correggere la “sclerotica economia siano ad un punto di stallo, minacciando di lasciare l’ampia zona euro impantanata per anni in una lenta crescita”. “Il Premier trentanovenne ha incontrato insidiosi ostacoli. L’ostruzionismo in Parlamento lo ha costretto a numerosi voti di fiducia (…). I sindacati hanno indetto uno sciopero generale per protestare contro la proposta di legge che rendeva più facile il licenziamento (…). Le dimissioni anticipate del presidente Napolitano e il mercanteggiamento politico del suo successore ritarderanno ulteriormente il dibattito legislativo sulla serie di riforme in gioco”, precisa la giornalista.
Preoccupazione per il vuoto politico che va a crearsi con le dimissioni di Napolitano sono espresse anche da Tobia Zevi su The Globalist. Le dimissioni del Presidente della Repubblica rappresentano una grande sfida per Matteo Renzi, scirve Zevi e paragona la nostra situazione a quella della Grecia, il fallimento dell’elezione del successore di Karolos Papoulias e conseguente dissoluzione del Parlamento. Scrive il giornalista: “la questione fondamentale per l’Europa è se una risultato simile si possa avere anche in Italia….”. Già, il “problema non è solo di trovare un nuovo Presidente. Piuttosto, tutte le questioni relative al programma di riforme sono coinvolte in queste votazioni”. Anche John Lloyd esprime la sua preoccupazione sul blog di Reuters: “Il Primo Ministro italiano Matteo Renzi, il più giovane leader europeo, si trova a contrastare una palude economica nazionale che, se non affrontata in modo decisivo nei prossimi mesi, potrebbe far crollare i 17 membri dell’eurozona.” Scrive ancora il giornalista: “quando l’ottantanovenne Presidente italiano, Giorgio Napolitano, ha annunciato questa settimana che avrebbe lasciato presto il suo incarico per via dell’età, ha esortato gli italiani ad abbracciare qualcosa che qui è sempre mancata: l’unità nazionale, la fiducia reciproca e nelle istituzioni”.
C’è poi però un “picco” di consenso per Renzi. Come riportano David Nemtanu su Marianne e Lilian Alemagna su Liberation, in Francia Arnaud Montebourg, da poco uscito dal Governo Valls, alla notizia di “nazionalizzazione temporanea del’ILVA, ha sottolineato il “coraggio” di Renzi… per meglio evidenziarne l’assenza in François Hollande. Tony Barber sul Financial Times titola Renzi is the last hope for the Italian elite. “I populisti avranno ottimi risultati nelle elezioni politiche che si terranno in otto Paesi dell’UE nel 2015, Danimarca,Estonia, Finlandia, Grecia, Polonia, Portogallo, Spagna e Inghilterra. Stanno andando forte anche in Italia, dove le elezioni sono previste solo nel 2018 ma dove la lotta per il futuro della Nazione può avere forti conseguenze sull’eurozona (…) In un Paese dominato una volta dalla Democrazia Cristiana e per il quale l’integrazione Europea era il più nobile degli ideali, non esiste più un Partito di rilievo moderato di centrodestra e pro-EU. Salvini, che definisce l’Euro ‘una valuta criminale’, è il politico italiano più apprezzato dopo Renzi (….) Se Renzi non vince la sua battaglia, tutte le altre opzioni per l’Italia sono terrificanti. Il resto dell’Europa dovrebbe augurargli buona fortuna – o, come dicono nella sua Firenze, in bocca al lupo!”. Per il giornalista inglese Renzi è l’unica via d’uscita, oggi, per l’Italia e per l’Europa.Poi ci sono titoli come quello di Pierre de Gasquet, La mysterieuse “gaffe” de Matteo Renzi, e si torna alla casella di partenza. Scrive il giornalista francese su Les Echos che “non sapremo mai come l’articolo 19bis del decreto di applicazione era stato misteriosamente introdotto in extremis… (…) Di fronte alla levata di scudi mediatica, il governo Renzi ha dovuto battere in ritirata sul progetto di depenalizzazione dell’evasione fiscale, nel limite del 3% dei guadagni imponibili, che avrebbe fatto molto comodo a Silvio Berlusconi”.Tante parole hanno creato altrettanta confusione e la trasparenza promessa sembra essere una grande assente. L’Italia ha però bisogno di chiarezza e di fatti, altrimenti sarà caos.
Margherita Nasi, Dix ans après la France, l’Italie vit sa crise des banlieues, mais cela n’a rien à voir, Slate, 30 Dicembre 2014; AFP per La Libre, Italie les migrants rançonnés par les trafiquants, 3 Gennaio 2015; Antoine Malo, Pourquoi les 28 laissent-ils sombrer leur politique migratoire?, le JDD, 4 Gennaio 2015; Dominique Dunglas, Italie: au nouvel an, la drole de crise d’absénteisme des vigiles romains, Le Point, 4 gennaio 2015; Valérie Dupont, Cargos poubelles au large de l’Italie: la nouvelle technique des passeurs?, RTBF, 5 Gennaio 2015; Giada Zampano, Powerful Lobbies Stall Matteo Renzi’s Reform Efforts in Italy, Wall Street Journal, 29 Dicembre 2014; Lilian Alemagna, Montebourg et la ‘leçon magistrale de courage de Renzi à Hollande’, Libération, 30 Dicembre 2014; Tony Barber, Renzi is last hope for the Italian elite, Financial Times, 1 Gennaio 2015; Tobia Zevi, Italy’s Political Vacuum, The Globalist, 2 Gennaio 2015; David Nemtanu, Nationalisations en Italie: Renzi fait la politique dont Hollande est incapable, Marianne, 2 Gennaio 2015; John Lloyd, The return of the lira? This year, Italy’s fte hangs in the balance, Reuters, 5 Gennaio 2015; Pierre de Gasquet, La mystérieuse ‘gaffe’ de Matteo Renzi, Les Echos, 6 gennaio 2015.