La fine della commedia all’italiana
Il cinema italiano è davvero messo male, soprattutto nel settore commedie, dove impera il niente fatto pellicola, venduto come se fosse oro soltanto nel mercato paratelevisivo di casa nostra.
Di molti film natalizi abbiamo parlato perché in fondo meritavano una segnalazione, cose come Un Natale stupefacente con Greg & Lillo oppure Andiamo a quel paese interpretato in maniera convincente da Ficarra & Picone. Altri, invece, con tutta la buona volontà, non meritano alcuna attenzione critica, nella speranza che vengano presto dimenticati e seppelliti da un provvidenziale oblio. Stiamo parlando di lavori imbarazzanti come Si accettano miracoli di Alessandro Siani e Il ricco, il povero e il maggiordomo di Aldo Baglio, interpretato da Aldo, Giovanni e Giacomo, due film così insulsi da scoraggiare qualsiasi tentativo di approccio.
Per Siani mi piace riportare per esteso l’analisi ironica dell’amico critico Fabio Canessa: “Il miracolo c’è e va accettato: è il successo spropositato che un attore modesto come Siani ottiene rispetto alla sua comicità scontata, buona tutt’al più per un banale intrattenimento da villaggio vacanza” (Il Tirreno, 9/1/15). Sconfortante. Un film inutile spacciato per commedia all’italiana, dove un comico da parrocchia pretende di imitare Troisi senza possedere un decimo delle sue doti comiche. Aldo, Giovanni e Giacomo deludono ancora di più, perché sono da sempre comici originali e surreali, ma questa volta restano irretiti tra le maglie di una sceneggiatura scontata, priva di gag riuscite, immune da sorprese.
Sconcerta soltanto che due delle peggiori commedie della stagione cinematografica siano i film campioni d’incasso di Natale. Non riusciremo mai a capire certe logiche del mercato. Si scommette sul brutto. Si pubblicizza all’infinito quel che andrebbe nascosto per la vergogna. E non si fa niente per scoprire i veri talenti. Misteri del cinema italiano.
[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]