La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento

Il sogno di quanti amano il simbolismo e la magia che deriva dal mescolarsi dell’arte con esso può essere ammirato nella mostra Tutankhamon Caravaggio Van Gogh – La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento, inaugurata il 24 dicembre 2014 a Vicenza presso la Basilica Palladiana dal curatore Marco Goldin.

Si tratta di un accostamento molto particolare di generi e culture, che propone una sorta di excursus della percezione dei paesaggi notturni nel tempo. L’esposizione, che si concluderà il 2 giugno 2015, raccoglie 115 opere tra sculture e quadri dal periodo degli egizi fino al novecento; opere che sono state collezionate grazie alla collaborazione del Comune di Vicenza e Linea d’ombra, al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, mentre la promozione è stata curata della Fondazione Teatro Comunale della Città di Vicenza.

L’imponente mostra è stata suddivisa in sezioni che raggruppano le opere in base al tema rappresentato piuttosto che cronologicamente, per poter creare quella suggestione che nasce nello sguardo attento e curioso.Il percorso si apre con La notte segue il fiume. Gli Egizi e il lungo viaggio, che unisce una serie di importanti opere provenienti dalla collezione del Museum of Fine Arts di Boston, tra cui spicca la testa di Tutankhamon. Questa sezione ricostruisce il pensiero che gli Egizi avevano della notte; infatti, nella loro cultura la notte veniva percepita come cammino nell’oscurità, un sorta di dopo morte, che veniva illuminato dalla permanenza delle immagini della vita e di tutto ciò che ne aveva fatto parte, dagli oggetti ai simboli. Dunque si comprende meglio la prassi di accompagnare i defunti con oggetti della vita che venivano custoditi insieme alle loro spoglie all’interno delle Piramidi, che nella cultura egiziana erano il simbolo che illuminava la vita oltre la morte. L’arte prende spunto dal passato e così si può confrontare le opere dell’Ottocento e Novecento con quelle della cultura egiziana, come il bellissimo legno policromo, Donna addormentata di Lopez Garcia, esposto accanto alle maschere funerarie.

Proseguendo il percorso troviamo Figure sul limitare della vita. Da una finestra viene la notte, sezione che riunisce una serie di opere frutto dell’arte del pennello e dell’incisione. Allora risaltano le opere firmate da Giorgione, Caravaggio, Tiziano, El Greco, Tintoretto e Poussin; tutti maestri che ritraggono i loro soggetti in paesaggi notturni, volendo dare maggiore risalto alla pienezza delle azioni e all’intensità delle espressioni. Dal Quattrocento al Novecento i maggiori committenti erano esponenti del clero, quindi abbiamo numerose opere che ritraggono la vita di Cristo nei momenti di vita notturna, dall’adorazione dei pastori fino alla deposizione nel sepolcro. Presenti anche le numerose rappresentazioni della vita di San Francesco come quelle di Orazio Gentileschi e Zurbarán; da non trascurare la presenza del pittore contemporaneo Zoran Music con i suoi  anacoreti, difronte a un bozzolo di notte.

Portandoci ancora più avanti nel percorso giungiamo nella terza sezione titolata Il bianco e il nero della notte. Una mano incide una lastra, qui abbiamo la possibilità di soffermarci meglio sui lavori di due grandi artisti del Seicento e del Settecento: Rembrandt e Piranesi. Si offrono così all’occhio del pubblico figure i cui tratti spesso si mescolano con l’oscurità della notte nel primo, e le architetture e incisioni delle Carceri dinvenzione del secondo, che stimolarono numerose scenografie.

Nella quarta sezione si raggiunge un momento romantico delle rappresentazioni pittoriche, il titolo infatti è Di lune e di stelle. E di tramonti prima. Il secolo della natura mentre viene sera, qui siamo in pieno Ottocento ed insieme ai capolavori di Turner e Friedrich troviamo la rappresentazione dei paesaggi notturni dei pittori di oltre oceano da Cole a Adrew Wyeth, opere intrise di uno struggente romanticismo. Non può non sfuggire il paragone con le opere realiste degli europei Millet e Corot, o con i paesaggi di Van Gogh e Monet.

Con la quinta sezione, Sere e notti del Novecento. Il cielo e lo spirito, ci si immerge in una dimensione introspettiva; le opere, da Rothko a De Stael, sono la rappresentazione di una profonda riflessione psicologia dei sentimenti che scaturiscono durante la notte; qui i dipinti assumono forme geometriche, metafisiche, e scompaiono i paesaggi. A confrontarsi con loro troviamo le opere dell’italiano Piero Guccione che regalano ancora una volta un omaggio alla rappresentazione della realtà.

Le sesta ed ultima sezione, In queste sere e notti ci si perde. La mostra in una stanza, ci restituisce lo scopo dell’intera mostra, il rapporto dell’uomo con la notte. Allora non potremo non ammirare estasiati la perfezione delle pennellate di Van Gogh nel suo Sentiero di notte in Provenza, o la donna tahitiana immersa nel fuoco del tramonto di Gauguin, o il celebre Narciso di Caravaggio che interpreta la notte nel riflesso dell’acqua come simbolo del buio interiore.

©Futuro Europa®

Condividi
precedente

La fine della commedia all’italiana

successivo

Mari italiani, a rischio la lotta all’inquinamento

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *