Weah, dal calcio al riscatto della sua Liberia
Nonostante Ebola stia ancora mietendo vittime in Liberia, le elezioni per eleggere il nuovo Senato si sono comunque svolte lo scorso 20 Dicembre. Tra i tanti candidati George Weah, conosciuto in Europa per aver giocato in diverse squadre di calcio del Vecchio Continente tra le quali Paris Saint Germain e Milan. L’ex calciatore è diventato Senatore ottenendo una grande consenso di voti.
Pallone d’oro nel 1995, è stato eletto con moltissimi voti nella Provincia più popolata del Paese superando di gran lunga il suo principale avversario, uno dei figli della Presidente Ellen Johnson Sirleaf. A 48 anni, è stato eletto con il simbolo del Congresso per il cambiamento Democratico (CDC) nella Regione di Montserrado, dove si trova la capitale del Paese, Monrovia. E’ il suo primo incarico da eletto dalla sua entrata in politica avvenuta 15 anni fa. Nel 2005 era stato sconfitto alle presidenziali dalla Sirleaf. Quest’ultima è stata rieletta nel 2011 confrontandosi con una lista che vedeva Weah alla ricerca della vice-presidenza. In un’intervista di qualche mese fa, rilasciata a Radio France International, Weah aveva annunciato la sua candidatura alle Presidenziali del 2017: “I miei simpatizzanti vogliono che io sia Presidente della Repubblica. Pensano che io possa cambiare la loro vita”, aveva dichiarato l’ex calciatore, molto popolare nel suo Paese, dove viene soprannominato “Mister George”. Prima di dedicarsi alla politica, è stato una star del calcio,ricevendo addirittura un Pallone d’Oro. E’ stato il primo non-europeo a ricevere quel trofeo, a quel tempo unico Africano a figurare tra i vincitori di quell’ambito riconoscimento. Anche se poi non ha mai potuto far brillare la sua Nazionale sulla scena internazionale.
Il risultato dello scrutinio dello scorso 20 Dicembre che doveva rinnovare 15 dei 30 seggi del Senato, George Weah ha ottenuto il 78% dei voti, superando di gran lunga Robert Sirleaf (Indipendente), che, secondo la Commissione Elettorale Nazionale, non ha ottenuto che il 10,8% dei voti. Weah e Sirleaf erano considerati come i due principali contendenti tra gli undici candidati in corsa per l’unico seggio dedicato al Montserrado, la più popolata delle 15 provincie del Paese. Qui vive un terzo dei 4 milioni di abitanti della Liberia. In totale, 139 candidati, tra i quali 20 donne, erano il lizza per i 15 seggi di Senatore. Il tasso di partecipazione al voto è stato molto basso, Ebola è una delle maggiori cause di astensionismo. Queste elezioni erano state già rinviate due volte a causa dell’epidemia. Ma con il suo 78% di preferenze, la vittoria di Weah è limpida. Ha superato il suo maggiore avversario, Robert Sirleaf, figlio della Presidente. Una vittoria schiacciante che si spiega innanzitutto per la popolarità dell’ex calciatore sul suo territorio, che, nonostante una carriera di successo, svolta soprattutto in Francia e Italia, ha saputo conquistare il cuore dei liberiani. Ma la sua vittoria si spiega anche per l’impopolarità di cui gode oggi il clan della Presidente. Uno dei suoi figli dirige l’Intelligence del Paese e da diverse settimane Ellen Johnson Sirleaf è sempre più bersaglio di critiche provenienti dall’opposizione cha la accusano di nepotismo e clientelismo.
Al di là della vittoria di George Weah, alcune rielezioni hanno provocato molta agitazione nell’opinione pubblica. A noi i nomi non sono noti, ma le accuse che pesano su queste persone fanno capire che forse anche in Liberia sta soffiando un vento di rinnovamento. Il sinistro Principe Johnson, principale artefice della sanguinosa guerra civile durata 14 anni mettendo in ginocchio il Paese (finita con gli Accordi di Accra del 2003) , è stato rieletto come Senatore con 66% dei voti, così come mantiene il suo seggio Jewel Howard Taylor, ex moglie di Charles Taylor (Presidente della Liberia 1997-2003) condannato a 50 anni di prigione per crimini contro l’umanità. Ma gli elettori del distretto di Montserrado hanno inviato un segnale chiaro agli attuali dirigenti, indeboliti non solo da scandali interni, ma anche dalle conseguenze umane e sociali dell’epidemia mortale che falcidia il Paese da mesi. L’ex calciatore, accusato dalla Johnson Sirleaf all’epoca delle presidenziali del 2005 di mancanza di esperienza politica, potrà ora lavorare sui punti deboli del sistema Paese, aspettando la partita della sua vita: le Presidenziali del 2017.
Appena eletto Weah ha affermato essere “un vincitore nato”. “Ho sempre vinto le elezioni, ma le mie vittorie mi sono sempre state rubate (…) E’ ora di mettersi al lavoro per le popolazioni del Montserrado, e questa è la mia priorità”. Diventato Senatore, George Weah riuscirà a restituire al suo Paese il suo carattere originale di “terra degli uomini liberi”? Una luce in questo angolo di Africa dove il terrore di Boko Haram e Ebola non fanno che buio.