Kalashnikov contro la satira
Fare satira è buona cosa; serve a far capire ai diretti interessati, oggetti della stessa, che prendersi troppo sul serio è sbagliato, che la leggerezza e l’interpretazione leggera delle cose aiuta a migliorarsi.
Mi vengono in mente le vignette più famose di Forattini; il suo Andreotti ingobbito e il suo Craxi mascherato da Mussolini sono storia. Ora però le cose sono cambiate. Una volta chi si risentiva di essere stato oggetto di vignette poco ortodosse, poteva querelare il vignettista, oppure anche insultarlo in pubblico. Adesso si passa direttamente ai fatti: mitra in spalla e strage assicurata.
Le vignette del giornale satirico francese mi sembrano brutte e irriverenti; secondo me non fanno proprio ridere, ma mentre io esprimo le mia contrarietà e il mio disaccordo ignorandole, qualcuno non lo fa. C’è un nuovo parametro da tenere bene a mente: non è più libertà di stampa è libertà di vita. Non si può esercitare un diritto democratico con gente che nemmeno sa cosa voglia dire; e poi quando ci si mette a competere con Dio si perde sempre.
E Dio, che se esiste è davvero un gran furbo, fa leva su persone semplici dal passato difficile; promette loro il Paradiso, quello vero, non quello del caffè Lavazza. E poi come rinunciare a essere qualcuno anche se per poche ore? Dopo i fatti di Parigi un marocchino ha postato su Facebook frasi shock, cariche di insulti sull’eccidio che pesano come un macigno e che all’operaio con la passione del calcio sono costate l’allontanamento dalla squadra che milita in prima categoria nel rodigino.
Ecco, cosa dimostra questo? Che noi viviamo in mezzo a persone normali che mai si sono davvero integrate con noi, con gente che all’apparenza conduce una vita normale e poi in privato uccide la figlia che si veste con la minigonna. Perché sono ignoranti, manovalanza analfabeta, cresciuta a pane e Corano. E ci disprezzano. Non sono tutti così ma lo sono la grande maggioranza, inutile nasconderlo.
“Democratici del c… dove eravate quando Israele ha ammazzato in 25 giorni più di 600 bambini, siete voi i veri terroristi, siete voi che avete creato la prima guerra mondiale per soldi, la seconda guerra per soldi e adesso in Iraq, Libia, Egitto, Siria, mafiosi del c…., vaffa…. “. Questo ha scritto il tipetto di Rovigo da 12 anni in Italia. Cosa pensare ora? Certo è che i fatti di Parigi hanno portato in primo piano un terribile parametro: non siamo più al sicuro, la nostra democrazia è agli sgoccioli. I nostri soldati, le task force, gli 007 sono ormai macchiette.
I nostri asili sono pieni di ragazzini che cresceranno odiandoci. Io spero nella cultura, nello studio; certo non si può sperare nell’esempio, non ce ne sono di esempi positivi al giorno d’oggi, è tutto uno scandalo, un ladrocinio, un mercimonio.
E poi, siccome Dio sta dalla loro (almeno così affermano con fede), a noi, atei o scarsamente religiosi, tolleranti e tollerati, non ci resta che fare le condoglianze. Al mondo moderno e democratico e a ciò che ne resta.