Italia delle Regioni
Giovedì scorso una delegazione di sindaci, composta dal presidente dell’Anci Piero Fassino, dal coordinatore Anci dei sindaci metropolitani, Dario Nardella, dal sindaco di Bari, Antonio De Caro e dal segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, ha incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Graziano Delrio e i sottosegretari Baretta, Bressa e Rughetti.
Nell’incontro, comune è stata la condivisione dell’opportunità di dare chiara e netta evidenza alla specificità delle Città metropolitane, un nuovo ente di rilievo costituzionale con caratteristiche del tutto peculiari, che deve essere messo nelle condizioni di cogliere la sfida del rilancio e della competitività delle aree più avanzate e progredite del Paese.
La delegazione dell’Anci ha posto delle specifiche condizioni: le Città metropolitane non possono ereditare penalizzazioni e sanzioni derivanti dalla gestione delle ex Province, e pertanto si è chiesto di eliminare tutte le sanzioni derivanti dallo sforamento del Patto di stabilità 2014. Su questo il Governo si è impegnato a ottemperare già in sede di conversione del Disegno di Legge Milleproroghe.
Sono poi stati approfonditi rilievi specifici che attengono alla materia del personale delle Città metropolitane, evidenziando incongruenze presenti nella Legge di stabilità e si è registrato l’impegno del Governo a chiarire in via interpretativa, in modo da assicurare alle Città metropolitane le professionalità e la continuità dei rapporti di lavoro in essere necessari per garantire l’avvio dell’ente.
Quanto al tema delle risorse, penalizzate dal significativo taglio che per il 2015 è previsto indistintamente per Province e Città metropolitane, si è registrato l’impegno del Governo sulla necessità di differenziare il riparto del contributo, almeno in relazione alla ovvia circostanza che le Città metropolitane dovranno svolgere oltre alle funzioni provinciali un nucleo di ulteriori funzioni strategiche proprie, assegnate dalla legge statale.
Si è poi evidenziata la necessità di convocare un apposito incontro Governo-Regioni-Città metropolitane, per verificare lo stato di attuazione del trasferimento delle competenze e delle risorse rientranti nelle funzioni fondamentali delle Città metropolitane, nonché delle funzioni delegate dalle Regioni. Si è convenuto che Anci e Governo procedano insieme per fare sì che le risorse comunitarie siano rapidamente a disposizione di queste aree strategiche del Paese, per lo sviluppo di temi come la mobilità, l’innovazione tecnologica, la semplificazione, i beni culturali ed i servizi pubblici locali.
Sempre in tema di provvedimenti della legge di Stabilità riguardanti i comuni, rimangono aperte ancora tre questioni che l’Associazione dei Comuni Italiani hanno sostenuto con forza nel confronto con il Governo: a) la garanzia dell’invarianza delle risorse da garantire ai Comuni, visto lo slittamento della local tax; b) il taglio oneroso di risorse per città metropolitane e nuove province; c) l’abolizione definitiva dell’Imu sui terreni agricoli che per ora è stato solo congelato”.
Su queste esigenze irrinunciabili il presidente dell’Anci, Piero Fassino ha mostrato grande determinazione: “In questi mesi di negoziato abbiamo ottenuto significativi cambiamenti, riducendo in modo significativo l’impatto negativo che il testo originario considerava per i Comuni”, ha spiegato Fassino, sottolineando la “riduzione del 60 per cento dell’incidenza del patto di Stabilità con i vincoli impeditivi agli investimenti”.
Per il presidente Anci, sono da annoverare tra i risultati raggiunti anche “la possibilità di utilizzare i proventi degli oneri di urbanizzazione per le spese correnti; la copertura graduale del fondo crediti di dubbia esigibilità da iscrivere annualmente in bilancio; l’allungamento fino a 30 anni dei tempi di ammortamento del fondo crediti di dubbia esigibilità e l’ampliamento del limite di indebitamento e la rinegoziazione dei mutui estesa anche a quelli rinegoziati”. Cosi “come il trasferimento in capo allo Stato delle spese per il mantenimento degli uffici giudiziari, accogliendo una richiesta che l’associazione portava avanti da molto tempo”.
“Questo insieme di cambiamenti riduce in modo significativo l’onerosità della manovra ma il peso complessivo dei tagli, che arriva in complesso a 1,5 miliardi, rimane tutto. Tanto più che – ha aggiunto il presidente Anci – esso si inserisce nello sforzo richiesto in questi anni ai Comuni, che negli ultimi cinque esercizi finanziari hanno contribuito per 18 miliardi al risanamento della finanza pubblica”: a) in relazione alla fiscalità locale: “La decisione del governo di posticipare la local tax al 2016 comporta che nel 2015 si mantenga il regime del 2014. Da qui – ha spiegato Fassino – la necessità di garantire l’invarianza di gettito per i Comuni. Ciò era possibile con un apposito fondo perequativo di 625 milioni che nella legge di Stabilità non c’è. Negli incontri avuti, il governo ha riconosciuto la fondatezza della nostra richiesta e si è impegnato a trovare una soluzione. Mentre da parte nostra abbiamo avanzato la proposta di usare parte dei proventi dell’Imu sugli immobili D, che restano allo Stato, per alimentare questa perequazione per un importo di 625 milioni. b) in merito alla questione delle risorse insufficienti per Città metropolitane e province di secondo grado: “La legge Delrio ha riorganizzato le loro funzioni, occorre che alle funzioni assegnate corrispondano le risorse necessarie per perseguire gli obiettivi”, ha sintetizzato il presidente Anci definendo “insostenibile il taglio da 1 miliardo che era previsto nel testo della manovra”. c) sulla questione della tassazione dei terreni agricoli, la misura è stata solo congelata e rinviata al 30 gennaio 2015, chiediamo che da qui a gennaio il governo assuma un provvedimento di abolizione di questo tributo”, ha evidenziato Fassino. E’ una misura particolarmente iniqua che penalizza in modo serio i territori agricoli e montani, peraltro a fronte di un introito complessivamente modesto.