Venezuela, voci di colpo di Stato

Il fenomeno del colpo di Stato sembrava scomparso dalle vicende del Sudamerica nel secolo XXI. Certamente vi sono stati i casi del Presidente dell’Honduras, Zelaya, e di Lugo del Paraguay deposti dai rispettivi parlamenti con l’appoggio dell’esercito, le prassi non erano perfette, ma non erano i classici colpi di stato militari. Invece è un tradizionale intervento dell’esercito che depone un presidente democraticamente eletto quello che si paventa in Venezuela.

Lunedì la Società di “intelligence” Stratfor ha pubblicato una informazione dal titolo: “Guida analitica: esame di un golpe in Venezuela”. I possibili autori potrebbero essere settori delle forze armate alleate ad alcune forze paramilitari chaviste come i “colletivos”. Maduro ha lasciato il Venezuela per recarsi al vertice Cina-CELAC a Pechino previsto per l’otto e nove gennaio. Prima di partire ha fatto agli USA una strana proposta, liberare l’oppositore venezuelano Lopez in carcere da mesi, in cambio del portoricano Oscar Lopez Rivera  in carcere da trent’anni. Gli USA hanno prontamente risposto che l’offerta è la riprova della mancanza di indipendenza della giustizia venezuelana. Lopez è un prigioniero politico, mentre Rivera è in carcere perché coinvolto in vicende che portarono alla morte sei persone. Maduro è in giro per il mondo con due obiettivi, cercare di far sì che i paesi dell’OPEC, l’organizzazione dei produttori di petrolio, provino a fermare la caduta del prezzo del petrolio e trovare prestiti per impedire il collasso totale del suo paese. Maduro ha trovato ascolto nei cinesi, intenti a rafforzare i legami con i paesi latino americani e caribegni (CELAC)  e ha potuto annunciare prestiti per circa 16 miliardi di dollari. Al suo ritorno Maduro troverà un paese stremato e sull’orlo del collasso. La caduta del prezzo del petrolio ha dato il colpo finale alle finanze del paese, stremato da anni di scelte economiche sbagliate.

Alcuni analisti vedono nel riavvicinamento tra Cuba e USA la convinzione dei cubani, che sanno tutto del Venezuela, che il paese è destinato al collasso e che non potrà più aiutare Cuba in futuro. Le code di otto ore necessarie per comprare beni alimentari come latte, farina, olio di mais, zucchero o sapone, parlano molto più di qualunque relazione sulla reale situazione di scarsità di beni del paese. Secondo Maduro tutto dipende dalla congiura economica organizzata dalla destra fascista venezuelana in combutta con gli USA. Ormai i venezuelani, anche quelli che continuano a dichiararsi “chavisti”, non ci credono più, Maduro ha meno del 20 % dei consensi. La Chiesa in genere è prudente e cauta, in Venezuela, durante il periodo di Chavez, è stato a lungo  Nunzio Apostolico il Segretario di Stato Pietro Parolin, ma la Conferenza Episcopale Venezuelana (CEU) ha emesso un duro comunicato. Le gerarchie cattoliche dicono che la crisi generale è dovuta “all’imposizione di un sistema politico economico di tipo socialista marxista o comunista”.

©Futuro Europa®

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Un Commento

  • L’analisi è corretta. La previsione implicita un po’ meno. Le Forze Armate venezuelane sono, attualmente, legate al regime postchavista.

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