Schengen, tra emergenza e libertà di circolazione

Il pericolo di nuovi attentati in Europa resta “altamente probabile”, tra le ipotesi per far fronte alla minaccia del terrore c’è quella di rivedere gli accordi di Schengen. I governi dell’Ue, però, restano divisi sulle misure da adottare. Francia e Spagna vorrebbero ridiscutere il trattato sulla libera circolazione, ma l’Italia è contraria. “Non arretriamo sulle conquiste di libertà”, ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. La tensione e la paura restano altissime.

“Sospensione immediata di Schengen”, è la posizione del leader del Front National francese, Marine Le Pen che dopo la strage che ha sconvolto Parigi cerca soluzioni concrete che mettano al riparo da nuovi attacchi. In Italia le fa eco Matteo Salvini, convinto che maggiori controlli alle frontiere siano una misura necessaria vista l’emergenza. Il governo di Matteo Renzi, però, la pensa in maniera esattamente opposta. “Schengen è una grande conquista della libertà che non può essere regalata ai terroristi”, ha precisato Alfano. “Le frontiere vanno certamente controllate ed è per questo che rafforzeremo il sistema di informazione di Schengen, ma non possiamo arretrare su queste conquiste di libertà per dare soddisfazione ai populisti e a coloro che, anche in Italia, pensano che chiudendo le frontiere si batta il terrorismo”.

Tre le altre misure al centro del dibattito in questi giorni, c’è anche l’accesso immediato al Pnr (Passenger name record), più volte auspicato dall’Italia nel semestre di presidenza europeo, ma non ancora approvato per questioni legate alla protezione della privacy. Dopo gli attentati parigini sembra che sulla necessità di questa misura siano praticamente tutti d’accordo. Prima di tutto perché è più facile da attuare rispetto alla chiusura delle frontiere. Francia e Spagna spingono affinché non si perda altro tempo, insieme a Stati Uniti, Canada ed Australia che lo hanno già reso obbligatorio. “Il punto di equilibrio tra privacy e sicurezza deve variare a seconda dei momenti storici che si attraversano”, ha detto il ministro dell’Interno Alfano. “Il limite di tre anni per la conservazione delle informazioni è un compromesso che può sbloccare la situazione”.

E’ chiaro che ergersi a paladini della riservatezza, in un momento storico delicato come questo, potrebbe diventare il modo migliore per favorire altri attacchi. E a proposito di regali, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in merito alla sospensione di Schengen nei giorni scorsi ha parlato di “regalo ai terroristi se si decidesse di limitare la circolazione”. E’ auspicabile che i vari governi europei prendano provvedimenti quanto più possibile condivisi. Per questo il lavoro di mediazione non sarà facile, anche perché Parigi e Madrid sembrano decise a pretendere – se non la sospensione di Schengen – almeno controlli “a campione”.

©Futuro Europa®

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