Patriot Act, liberticida o efficace soluzione?
Più di tredici anni dopo la sua adozione, il Patriot Act rimane una delle leggi più controverse degli Stati Uniti. Votato con urgenza – senza tanti dibattiti preliminari, né vera opposizione – quarantacinque giorni dopo gli attentati dell’11 Settembre, questo testo di trecento pagine aveva come obiettivo di espandere i poteri delle autorità in materia di sorveglianza, per lottare contro il terrorismo e semplificare le procedure rendendole più rapide ed efficaci. Legge controversa, ma tornata di attualità sul Vecchio Continente dopo l’attacco terroristico di Parigi, soprannominato da qualcuno l’11 Settembre europeo.
La legge battezzata USA Patriot Act, un acronimo che significa “Uniting and Strenghtening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism Act of 2001” (Legge per unire e rafforzare l’America fornendo strumenti appropriati in vista di intercettare e ostacolare il terrorismo), autorizza le autorità a fare perquisizioni, appropriarsi di documenti o beni, sul campo, senza dover avvisare il proprietario. Permette anche all’FBI di acquisire un gran numero di dati personali, “cose tangibili”, libri, documenti, estratti conto bancari, file medici senza dover giustificare a nessuno che gli elementi sotto controllo abbiano un qualunque rapporto con un inchiesta terroristica. Da anche alle forze dell’ordine la possibilità di sorvegliare le comunicazioni su Internet ed effettuare intercettazioni telefoniche senza comunicare il nome della persona o il luogo posti sotto controllo. Appena entrato in vigore il testo, i difensori delle libertà civili hanno denunciato il lato oscuro di “Grande Fratello” che celava questa legge, affermando che dava poteri troppo vasti all’FBI, senza un sufficiente controllo giudiziario. Il caso Snowden, scatenato da quell’ex impiegato della National Security Agency che ha rivelato, nel Giugno del 2013, l’esistenza di un programma massiccio di intercettazioni negli Stati Uniti e all’estero, non è certo servito a rassicurarli. Le sue rivelazioni hanno dimostrato che il Governo americano interpretava in modo molto estensivo il Patriot Act, cosa che permetteva di raccogliere informazioni su milioni di americani (e non) che non avevano nessun legame con il terrorismo. Secondo un rapporto del Ministero della Giustizia, per perquisizioni segrete servono soprattutto ad incastrare i trafficanti di droga. Nel 2013, su 11.129 richieste di perquisizioni, solo 51 avevano come obbiettivo persone sospettate di terrorismo.
A Giugno l’articolo 215, il più controverso e quello maggiormente utilizzato dalla NSA, scadrà e questo ridarà fuoco al dibattito. Molti politici, i difensori delle libertà civili, ma anche molti industriali chiedono una riforma dei programmi di sorveglianza, soprattutto del Patriot Act. Apple, Google e altre grandi società High-tech hanno annunciato che avrebbero criptato i loro programmi per proteggere i dati dei loro clienti, soprattutto contro una eventuale intrusione del Governo. In effetti, aver scoperto che le imprese americane comunicavano senza scrupoli le informazioni alla NSA ha sollevato una protesta generale. Eric Schmidt, Presidente del Consiglio di Amministrazione di Google, ha riassunto questo stato d’animo con queste parole:” Se siete un europeo oggi, ci sono molte possibilità che abbiate meno fiducia nelle imprese americane per la protezione dei vostri dati”. I sostenitori del Patriot Act invece affermano che gli attentati come quello che ha preso di mira Charlie Hebdo dimostrano quanto sia necessario rafforzare la sorveglianza. Gary Schmitt, un ricercatore dell’ American Entreprise Insitute (AEI), think thank americano (di destra), è convinto che “la Francia sia stata, ancora prima dell’11 Settembre, in una categoria a parte per ciò che riguarda le tecniche di indagine, i procedimenti giudiziari e le leggi. Questo gli ha permesso di essere avanti nel campo dell’antiterrorismo”. “Ma se un Paese come la Francia – con un programma di antiterrorismo tra i più importanti nelle nostre democrazie – è ancora vulnerabile, i membri del Congresso che pensano sia tempo di moderare gli sforzi nella lotta contro il terrorismo, hanno di cui riflettere.” Una tesi un po’ debole visto che molti esperti internazionali hanno messo sotto accusa i Servizi francesi.
La tentazione per un Patriot Act all’europea è grande dopo Charlie Hebdo e l’attacco al supermercato ebraico. Comprensibile e forse anche auspicabile per certi aspetti. Ma la tanto controversa legge funziona? Vale la pena trarne ispirazione? Nei primi anni di applicazione di questo ingombrante meccanismo, il Dipartimento di Giustizia americano ha snocciolato cifre su cifre. L’Appalachian State University in una nota ha fatto sapere che si, erano state in effetti smantellate 150 cellule terroriste, eliminati due terzi delle “teste pensanti” di Al Qaeda, neutralizzati diversi lupi solitari e condannate 200 persone tra il 2001 e il 2004, ma nulla prova che tutto questo sia successo grazie al Patriot Act, lasciando intendere che le leggi standard potevano forse bastare. In effetti, come abbiamo visto, la maggioranza delle operazioni svolte in questi anni utilizzando il Patriot Act sono servite soprattutto all’antidroga. Questa legge sta prendendo derive imbarazzanti per gli Stati Uniti. Se il caso Snowden ha creato diversi “incidenti” diplomatici anche con capi di Stato e di Governo “amici”, attraverso il Patriot Act ha permesso agli Stati Uniti lanciati nella “guerra globale” contro il terrorismo, come l’ha definita il Presidente Bush, di creare status di “combattente nemico” e di “combattente fuorilegge”, permettendo di arrestare chiunque fosse sospettato di terrorismo e chiuderlo per questo a Guantanamo, senza accusa e senza limite di tempo. Sappiamo tutti quanto questo dossier sia imbarazzante per il Presidente Obama, che non riesce ad uscire da una situazione più che bloccata: sempre più americani non vogliono detenuti provenienti da Guantanamo in prigioni sul territorio americano, i repubblicani si oppongono alla sua chiusura e, problema grandissimo per la sua carica etico-emotiva: cosa fare dei 127 detenuti imprigionati senza capo d’accusa?
Il Patriot Act è stato concepito come legge temporanea dettata dall’urgenza del momento. Ma nel corso degli anni e degli emendamenti del testo, quasi la totalità degli articoli sono stati resi permanenti, ad eccezione dello scomodo 215. Nel tentativo di limitare la raccolta dati da parte della NSA, è stato presentato al Congresso l’USA Freedom Act, che si è però infranto lo scorso Novembre contro il “patriottismo” dei Repubblicani, facendo forse svanire per sempre (e per soli due voti) una potenziale riforma. Ma la decisione definitiva sulla parte più controversa della legge e sul suo discusso articolo 215 arriverà solo a Giugno. Il resto ormai rimarrà legge e continuerà a far discutere sulla sua utilità.