UE, novità sui prodotti OGM

Il Parlamento Europeo il 13 gennaio scorso ha approvato la nuova regolamentazione che consente ad ogni Paese membro di decidere se vietare o limitare le coltivazioni OGM anche se consentite nella UE. E’ quanto comunica in una nota il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. La nuova legislazione entrerà in vigore nella primavera 2015. Il Parlamento Europeo ha approvato con 480 voti favorevoli, 159 contrari e 58 astensioni il testo di modifica della  Direttiva in materia OGM attualmente in vigore, risultato dell’accordo raggiunto tra Consiglio, Commissione e Parlamento Europeo.

Per il ministro Martina del “Mipaaf” la nuova Direttiva è stata un successo della Presidenza italiana del Consiglio dei Ministri dell’Ambiente, competente in materia OGM, del ministro Galletti con il quale il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha lavorato sempre a stretto contatto durante il Semestre di Presidenza. Maurizio Martina continua: “un risultato che non era scontato e su cui si è lavorato da più di quattro anni. Molto importante è stato anche il dialogo e il lavoro fatto dal Parlamento europeo e in particolare dalla delegazione italiana. È una scelta che risponde alle attese degli agricoltori, dei territori e di tutti gli italiani che hanno a cuore la qualità, la tipicità dei nostri prodotti alimentari e la distintività del nostro modello agricolo. Bene quindi che ora sia data libertà di scelta ai singoli Paesi dell’Ue. In Italia rinnoveremo il divieto di coltivazione del Mais Mon810”.

Per il ministro dell’Ambiente Galletti l’approvazione della nuova Direttiva oltre a dare libera scelta agli Stati sulle coltivazioni OGM permette di tutelare in modo incisivo l’agroalimentare e l’ambiente italiano, che sono caratterizzati da immensa biodiversità. “è un’azione che vigila sui prodotti italiani di estrema qualità, che i cittadini potranno consumare in tutta tranquillità, nel rispetto dell’ambiente e della salute.”

L’obiettivo annunciato nelle “Linee programmatiche per l’ambiente del semestre di Presidenza italiana” si appresta ad essere, così, raggiunto: di far sì, cioè, che in “materia ambientale l’Europa riconquisti una funzione di leadership culturale e politica, trainante sul piano internazionale”. Nelle parole di Galletti: “abbiamo la passione, la forza per farlo. L’Impegno dell’Italia sarà massimo per questo obiettivo”.

La nuova Direttiva sugli OGM approvata autorizza gli Stati membri a limitare o vietare la coltivazione di alimenti contenenti organismi geneticamente modificati sul proprio territorio nazionale, anche se consentito a livello europeo, per motivi di politica ambientale, diversi dai rischi per la salute e per l’ambiente già valutati dall’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA). In ogni caso le valutazioni sui rischi ambientali e sanitari, di competenza dell’EFSA, dovranno essere aggiornati ogni due anni in linea con i risultati raggiunti dal progresso scientifico. Con la nuova Direttiva OGM gli Stati membri possono, quindi, vietare le colture OGM per motivi quali: la pianificazione urbana e rurale o l’impatto socio-economico, per evitare la presenza involontaria di OGM in altri prodotti o per obiettivi di politica agricola.

Prima che uno Stato membro possa adottare questo tipo di misure, la normativa prevede una procedura che consente all’azienda, che coltiva i prodotti OGM sulla cui autorizzazione alla coltivazione si sta discutendo, di esprimere il suo accordo alle restrizioni in questione e al divieto di messa in commercio. Qualora l’azienda non sia d’accordo lo Stato membro può ugualmente imporre il divieto alla coltivazione o le restrizioni al commercio in maniera unilaterale utilizzando la cosiddetta “clausola di salvaguardia”.

L’Unione Europea ha sentito la necessità di cambiare l’attuale sistema di autorizzazione dei prodotti geneticamente modificati, per le pressioni provenienti da alcuni Stati membri che chiedevano maggiore libertà e flessibilità di limitare o vietare la coltivazione di OGM sul loro territorio. E, come rileva il presidente della Coldiretti Moncalvo “la libertà di non coltivare OGM, come ha fatto fin’ora l’Italia è un’ottima chiusura del Semestre italiano dell’Unione”.  Naturalmente nelle zone transfrontaliere i Paesi che coltivano prodotti OGM dovranno adottare misure obbligatorie di “coesistenza” che salvaguardino le coltivazioni e impediscano la contaminazione transgenica delle coltivazioni tradizionali o biologiche al di là del confine, sempre che queste non siano già messe al riparo da barriere naturali come tratti di mare o montagne. Tali “misure di coesistenza” dovranno essere concordate tra i due Paesi in questione.

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