Lega e NCD, prove d’intesa?
Sembra che la Lombardia sia il banco di prova per un’alleanza che ad oggi sembrava impossibile. Complice dell’accaduto, il tanto discusso convegno a favore della famiglia tradizionale che ha avuto luogo a Milano nelle settimane scorse. L’attenzione mediatica riservatagli e la convergenza di idee tra NCD e Lega, ha permesso, almeno nella Regione padana, una sorta di avvicinamento dopo le tensioni, locali e nazionali, su rimpasto di Giunta per l’uno e Mare Nostrum per l’altro.
All’evento si sono susseguiti una serie di incontri corredati da fiumi di articoli che auspicavano ad alleanze locali e in qualche caso nazionali. La stampa ha riportato di intese sul Sindaco per la metropoli lombarda nel 2016, su possibili nomi per il Quirinale, alleanze per le Regionali, insomma una serie di prospettive che sembravano fantascienza fino a poco tempo fa. Unica nota stonata della vicenda è stata l’assenza di Salvini. Già perché, soprattutto in Lombardia, sembra si stia accentuando moltissimo il dualismo tra il Presidente lombardo e il segretario federale. Salvini non deve aver digerito benissimo l’iniziativa di Maroni che ha provveduto a stroncare per mezzo stampa ogni possibile ipotesi di alleanza con chi “sostiene Renzi”. Di fatto il dualismo della Lega lombarda sta creando nuove prospettive a livello nazionale, rafforzando chi come Tosi vorrebbe un Carroccio diverso. Dal canto suo Salvini cerca di ripristinare l’ordine proseguendo (con evidenti ritorni elettorali) da solo sulla strada del populismo. Tralasciando l’atteggiamento del segretario federale, una possibile alleanza tra NCD e Lega potrebbe ottenere dei risultati importanti, soprattutto in quei territori dove l’uno potrebbe andare in soccorso all’altro.
Oggi sicuramente il Partito di Alfano, avendo scelto di sostenere il Governo Renzi, ha la necessità di mantenere un basso profilo, ma le tematiche condivise con il Carroccio, soprattutto in questo contesto storico, potrebbero favorire i due partiti. Famiglia e terrorismo islamico potrebbero essere il fil rouge sul quale costruire una alleanza anche a scapito di Forza Italia, che tra problemi interni e l’apertura alle coppie omosessuali, perde terreno tra il proprio elettorale storico.
Insomma, Salvini o no, in Lombardia si fanno prove di alleanza e il banco di prova potrebbe essere Milano 2016. Sarà però necessario capire se il Leader del Carroccio si lascerà convincere dai suoi esponenti di spicco (Maroni e Tosi) o se proseguirà sulla sua strada in solitaria.