Michelle, una di noi

Michelle è abituata a essere la prima in tante cose; First Lady degli Stati Uniti d’America, moglie del 44° presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, è la prima donna afroamericana a ricoprire questo ruolo.

E anche in occasione della visita in Arabia Saudita è stata la prima First Lady a presentarsi senza il velo in testa. Le signore, secondo l’etichetta saudita dovrebbero vestirsi di nero e portare il velo quando arrivano in quel paese anche se le straniere sono esenti, ma è ormai tradizione che si presentino nel Regno con indosso il velo. Invece Michelle si è presentata con i capelli scoperti e un abito colorato: questa la First Lady  in visita con il marito al nuovo re saudita Salman. Le immagini dell’arrivo a Riyadh trasmesse da Al Arabiya sono state oscurate per l’occasione.

Ad attendere il presidente degli Stati Uniti e la scapigliata, c’era il nuovo re Saudita,  Salman bin Abdelaziz al Saud ; non è certo giovane il re; alcune fonti parlano che sia nato  il 31 dicembre del 1935 ; è noto che la data di nascita dei membri della famiglia reale saudita non è certa. Per 48 anni è stato governatore di Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, e nel 2011 è stato nominato ministro della Difesa. Durante il suo governatorato la città di Riyadè è cambiata in modo esponenziale, trasformandosi da una città del deserto in un centro modernissimo e lussuoso, pieno di hotel e centri commerciali. E pare che non stia nemmeno tanto bene di salute, forse colpito in passato da un ictus.

Questo non è certo un periodo d’oro per i sauditi; il prezzo del petrolio in discesa, un sacco di problemi causati da due loro confinanti, Yemen e Iraq. E anche la brutale repressione adoperata verso i contestatori, che sta loro alienando anche le simpatie degli amici storici. Negli ultimi due anni il governo ha represso molto duramente gli oppositori politici e le minoranze religiose, in particolare gli sciiti dell’est: l’ultimo caso molto ripreso dalla stampa internazionale è stato quello di Raif Badawi, blogger condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustrate per avere aperto un sito che criticava il regime e “insultava l’islam”.

E allora Michelle avrà pensato che non era male sottolineare che il cambiamento è cominciato, che non basta arrestare le donne che guidano (cosa proibita da quelle parti) per togliere loro il desiderio di farlo. Che la modernizzazione parte anche dalla libertà di poter guidare un’auto.

Forse Michelle ha pensato – e con lei i molti analisti della Casa Bianca – perché non ritenete che da quelle parti si possa fare quel che passa per la mente, che il capo scoperto era anche una protesta contro questi fatti violenti? Forse Michelle ha voluto inaugurare il tempo del cambiamento.

Io l’ho trovata magnifica, educatamente sfrontata; d’altra parte si comincia sempre così, con un esempio. L’unica cosa fuori luogo secondo me era l’abito troppo sgargiante. In fin dei conti i sauditi sono ancora in lutto e un abitino nero sarebbe stato più appropriato. Ma alla fine ha fatto di questo viaggio una vera bandiera; l’occidente verso oriente. Chi è chi.

©Futuro Europa®

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