Rassegna stampa estera

E’ stata una settimana un po’ “sospesa”, come la famosa “quiete che viene dopo la tempesta”, come scriveva Leopardi, o prima se pensiamo allo tsunami. In effetti tutti sono in attesa i quello che succederà in questo fine settimana: l’elezione del Presidente della Repubblica. E per qualcuno forse una tempesta sarà.

Sulla stampa estera in questi giorni l’hanno fatta da padrona le elezioni in Grecia, Tsipras ha tolto la scena a Renzi, ma abbiamo comunque trovato interessanti spunti di riflessione come l’articolo di Chiara Vasarri e Lorenzo Totaro pubblicato su Businessweek dove si parla di “ombre” gettate sul voto presidenziale dalla vittoria di Syriza in Grecia. Le resistenze all’interno del PD e i tanti simpatizzanti di Tsipras non tranquillizzano il Premier: “la “Bella Ciao” cantata in Grecia ha innervosito Renzi che sta tentando in tutti i modi di tener unito il suo Partito”, scrivono i due giornalisti. Riportano le parole del Ministro dell’Interno del NCD , Angelino Alfano, che vuole “un politico” come nuovo Capo di Stato, dall’alto profilo internazionale e istituzionale e spiegano che Renzi sta cercando il modo di tenere i suoi parlamentari uniti tra loro e distanti da Tsipras, che ha promesso di sfidare l’UE sui vincoli di bilancio (…) Se Renzi non riesce a tener unito il suo Partito, rischia una ripetizione delle elezioni presidenziali del 2013, quando Napolitano fu costretto a malincuore ad accettare un secondo mandato.”

Che questa elezione sia un vero “test politico” per Renzi ne scrive a lungo Politi sul Financial Times: “con una procedura che ricorda un Conclave papale – in cui i cardinali cattolici si riuniscono a porte chiuse nella cappella Sistina per eleggere il nuovo Pontefice – oltre 1000 parlamentari e rappresentanti regionali si riuniranno questa settimana a Roma per una sessione plenaria del Parlamento per scegliere il nuovo Capo di Stato.” Spiega Politi che i franchi tiratori sono in aumento e che Renzi sta facendo di tutto per arrivare ad un compromesso sulla posizione vacante, in primis cercando di rattoppare le divergenze con la sinistra del suo Partito. Anche per il giornalista inglese un ruolo chiave lo riveste Berlusconi, “che controlla ancora una parte importante di parlamentari di centrodestra”. “Se potesse fare di testa sua, Renzi, la cui percentuale  di preferenze è scesa negli ultimi mesi, sceglierebbe un candidato dal profilo relativamente basso, proveniente dall’ala moderata del suo Partito che non lo possa mettere in ombra o sopraffarlo. Il suo candidato  favorito sarebbe anche in linea con le sue opinioni su quando sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni. Ma ciò potrebbe non essere possibile…”.

Un lungo editoriale apparso su The Economist si sofferma sulle riforme. “(…) Ma quasi un anno dopo aver strappato il potere al suo predecessore, il quarantenne Renzi è in quello che gli italiani chiamano il Pantano  fino alla cintola”. Scrive ancora The Economist: “Queste vischiose sabbie mobili sono fatte di ostruzionismo burocratico e litigiosità parlamentare (…) Lontani i tempi in cui prometteva una riforma al mese”. Per il settimanale, Berlusconi ha una priorità: il nome del Presidente della Repubblica. Votata la legge elettorale grazie al suo sostegno in Senato, l’ex Premier è in una posizione di forza per insistere su di un candidato di suo gradimento. Interessante la conclusione dell’articolo perché vi si legge la preoccupazione condivisa da molti sull’arenamento delle riforme: “Prima c’è un risultato, meglio è”, visto che è da Novembre che Napolitano parlava di dimissioni e che è da Novembre che in Italia stampa e politici non fanno che parlare di alleanze e controalleanze  trascurando “un’economia che è ancora in recessione e che persino i consiglieri di Renzi più ottimisti non si aspettano cresca quest’anno oltre lo 0,2%.”

Philippe Ridet dal suo Blog su Le Monde spiega come e perché Berlusconi possa “salvare” Renzi, anche se, molte domande rimangono ancora senza risposta. Tra queste, ora che la legge elettorale è praticamente approvata, Ridet si chiede se il “Patto del Nazareno” resisterà alla prova “elezioni presidenziali”. Spiega Ridet: “Prevista per funzionare anche sulla riforma del bicameralismo, che permette la trasformazione del Senato in Camera delle Regioni senza poteri, o quasi, subirà un nuovo banco di prova con l’elezione del presidente della Repubblica a partire dal 29 Gennaio. Se Silvio Berlusconi, Matteo Renzi e gli altri Partiti di coalizione si metteranno d’accordo sul nome di un candidato, questo non avrà problemi ad essere eletto”, ma da qui un’altra importante domanda: “cosa può pretendere in cambio Berlusconi? Un posto al Governo per uno dei suoi…probabile, ma – puntualizza il giornalista francese – quello a cui punta Berlusconi è tornare in Parlamento. Un primo tentativo è stato fatto in Dicembre quando il Governo ha presentato una misura che depenalizzava la frode fiscale. Altre occasioni verranno…”

Poca simpatia per Renzi traspare dal pensiero di jean Marc Vittori su Les Echos che lo dipinge come “un habitué “ nonostante non sia mai stato un ‘young global leader’, titolo assegnato ogni anno dalle squadre al lavoro al World Economic Forum a presunti giovani talenti”. Ma il tagliente Vittori continua mettendo ancora più il dito nella piaga: “ Renzi soppesa le parole, gira la testa a destra e a sinistra per assicurarsi l’attenzione di tutta la sala. Durante la marcia dello scorso 11 gennaio che ha seguito i ‘terribili fatti di Parigi, ha sentito che ‘l’Europa non è solo fatta di euro’, sono innanzitutto 70 anni di pace, poi è seguito un messaggio di innovazione. Ma in fondo, non ha molto da dire. Si appella al Carpe Diem, assapora il presente. La sua priorità assoluta, la martella, è la credibilità del suo Paese. L’impressione che ha dato, è che farebbe meglio a lavorarci sopra che parlarne”.

La prossima settimana avremo, in teoria, un nuovo Presidente della Repubblica. Vedremo se tempesta sarà stata.

Chiara Vasarri, Lorenzo Totaro, Syriza’s ‘Bella Ciao’ Casts Shadow Over Italian President Vote, Businessweek, 27 Gennaio 2015; James Politi, Renzi faces political test over choice of next Italian president, Financial Times, 26 Gennaio 2015; The Economist, Renzi’s struggle in the swamp, 24 Gennaio 2015; Philippe Ridet, Comment et pourquoi Berlusconi sauve Renzi, Le Monde, 22 Gennaio 2015; Jean Marc Vittori, Renzi cabotine, Les Echos, 21 Gennaio 2015.

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