Muoversi per aggregare
In questo nostro Paese la politica ha veramente dell’incredibile se non addirittura dell’insensato. Da sempre, è noto, i partiti servono ad aggregare consensi elettorali. Devono, quindi, essere il più possibile aperti a tutti per sviluppare militanza, impegno e di conseguenza raccogliere voti. Da noi invece si dimentica che la retta è un insieme di punti. Eliminarne qualcuno significa ridurre le dimensioni della stessa.
Senza voler entrare nelle vicende di casa altrui, a sinistra si fa di tutto per disarticolarsi con la segreta speranza che qualcuno getti la spugna e se ne vada per conto proprio. Nel centrodestra, caratterizzato invece da diaspore sempre più evidenti, non si fa nulla per ricomporle in un’unica realtà. Anzi, antichi e nuovi rancori, pregiudizi, mire individuali per occupare più spazi possibili, acuiscono i contrasti anche quando non ci sono. Nel Pdl i falchi cercano di azzannare le colombe in una sotterranea lotta fratricida che nulla porta allo stesso Berlusconi. E ostinarsi a sollecitare il Cavaliere a una lotta impari significa non aver colto il saggio proverbio siciliano: “Quando spira vento, fatti canna…”
Scelta Civica, oltre ad acuire le distanze con l’Udc, con il quale peraltro aveva fatto lista unica alle elezioni per il Senato, sembra ormai avviarsi a una sua implosione con grande soddisfazione di alcuni. Gli stessi grillini, terminato l’entusiasmo iniziale di stampo rivoluzionario, dopo alcune esclusioni di loro parlamentari oggi rischiano di frammentarsi ancor più a causa della folle gestione del loro leader in termini di metodo e contenuti politici strategici.
Tutto ciò è logico? Cosa devono pensare gli elettori di un siffatto scenario? La verità è che non possono non essere sempre più disorientati e meno affezionati alla politica. In tutto il resto dell’Europa solo alcune grandi realtà, forti della loro storia, sono presenti e si cimentano elettoralmente, mentre noi siamo una nazione paragonabile a quei comuni dove il proliferare delle liste è una caratteristica permanente. Per non parlare dei nostri Governi che, appena nati, vengono immediatamente messi in discussione dagli stessi componenti della maggioranza che li hanno varati creando condizioni di perenne instabilità.
Costa troppo muoversi per aggregare? Se questo quadro nasce da timori personali di spazio, sappiano tutti che agendo così fanno harakiri. Che sono solo dei masochisti. Fin qui niente di irrimediabile, il problema è che sono i cittadini a pagare sulla loro pelle tanta ottusità, gli errori e le incapacità altrui. E questo, certo, non è giusto, anzi è grave!
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[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE e vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo]