Cuba libre
Di certi annunci se ne farebbe volentieri a meno; il figlio di Fidel Castro, Alex ha dichiarato che il governo cubano sta per accordarsi con gli USA e consentire l’apertura di Mc Donald e anche la produzione di Coca Cola . “Siamo vicini, potremmo produrre Coca Cola a Cuba. Stiamo facendo una pausa al nostro socialismo, ma non vi rinunceremo”, ha detto Alex Castro, che è il fotografo ufficiale di suo padre, in una intervista a America Tevè.
Una pausa dal Socialismo mi sembra una frase carina. Che poteva fare a meno di essere pronunciata. Non vuol dire nulla; quello che accade ora a Cuba è l’inevitabile, è Il progresso. Seduti davanti a un tavolo come per giocare a dama, ciascun giocatore, un cubano e un americano decidono le pedine da giocare; e allora lo junk food diventa una delle più importanti. Anche se il Cuba libre si fa ugualmente da sempre con una specie di cola prodotta a Cuba, la Tropicola. Alex Castro ha poi rivelato che Fidel, che non compare in pubblico dal gennaio del 2014 e la cui ultima fotografia risale all’agosto scorso, non solo è vivo ma continua ad avere una importante influenza sul fratello presidente, Raul. E siamo tutti più sereni.
Insomma tutta roba scontata. Eppure a Cuba ci sono già dei buoni esempi alimentari che avrebbero dovuto sbarrare la strada a questi giganti del cibo veloce; c’è una nuova politica agricola che aiuterà i contadini e ci sono vecchi progetti che con gli italiani hanno portato consapevolezza e autosufficienza in alcune bolle sociali. Progetti che hanno coinvolto produttori, studenti e famiglie della comunità selezionata per partecipare al progetto e che sono diventate un punto di riferimento per la produzione di ortofrutta biologica e per le tecniche di trasformazione, trasferendo ad altre persone le conoscenze e le capacità acquisite, durante corsi ad hoc, in modo da rendere la comunità autosufficiente nella produzione agricola.
Ecco, Cuba avrebbe bisogno di questo, non del big Mac. Caro Alex io questa pausa dal socialismo l’avrei fatta in modo diverso; eppure il passato dovrebbe insegnare. Durante la crisi sovietica degli anni novanta, il crollo economico di quest’ultima generò carenza di cibo e di benzina costringendo i cubani a mangiare di meno e camminare di più e di conseguenza la loro salute migliorò, con la perdita di peso e la diminuzione delle malattie cardiovascolari. Il risultato di diversi studi dimostrò che entro un periodo relativamente breve, una modesta perdita di peso in tutta la popolazione può avere un effetto profondo sul carico globale del diabete. In sostanza la conclusione degli studi riporta: “fotografia impressionante dei potenziali benefici per la salute che avrebbe l’interruzione dell’epidemia di obesità globale”.
Ora aspettiamoci l’inverso. Mentre in tanti posti al mondo si studia la dieta mediterranea, l’importante correlazione tra cibo sano e stile di vita, a Cuba si pensa a Mc Donald come ad una conquista. Ma si può anche facilmente comprendere; la “liberazione” declinata all’americana comincia proprio da lì.