Centrodestra al collasso?

A questo giro la sconfitta è toccata al centrodestra. Quando due anni fa il Parlamento si ritrovò a votare il nuovo Presidente della Repubblica, a pagarne le conseguenze fu Bersani e i suoi 101 franchi tiratori. Sabato invece è andata in scena la tragedia del centrodestra. Ad arrendersi a Renzi sono stati sia Berlusconi che Alfano obbligati ad arrendersi al nome di Mattarella come Presidente. Se per NCD la linea dettata dal Ministro dell’Interno è stata totalmente accondiscendente, Berlusconi ha fatto vivere ore di suspense ai suoi parlamentari. Nell’eterna lotta con Fitto, ha chiesto, in un primo momento, l’uscita dall’aula dei suoi alla quarta votazione, per poi arrendersi alle resistenze interne indicando scheda bianca.

Le scelte dell’ex Premier e del suo ex delfino hanno definitivamente spaccato i rispettivi partiti. Nel partito di Alfano si sono immediatamente dimessi Sacconi e Saltamartini, con i big che invocano a gran voce la necessità di una riorganizzazione interna e una seria opposizione a Renzi. In Forza Italia, impallinati dai Fittiani, sembrano vacillare le poltrone di Verdini e Brunetta in primis. La volontà dell’Ex Cavaliere è quella di costituire un direttivo per portare avanti il Patto del Nazzareno in maniera chiara e trasparente. La terza forza del centrodestra, la Lega, resta a guardare e raccoglie i voti.

La situazione ad oggi è estremamente complicata, con le regionali alle porte il centrodestra perde pezzi e rischia di incorrere in un’altra sconfitta clamorosa. Nonostante le flebili aperture a Forza Italia da parte di Salvini, il rapporto con NCD sembra completamente logoro e difficilmente recuperabile. Con questi presupposti il sogno di costruire una alleanza sembra irrealizzabile e sarà tutto a favore di Renzi e del suo PD.

La situazione più delicata è sicuramente nel partito di Berlusconi, dove la contrapposizione interna con Fitto sta creando oltre ad una forte emorragia di voti anche una sostanziale perdita di valori  dentro i quali il partito si era sempre riconosciuto. Ora, sembra che l’anima di NCD voglia ricucire lo strappo con l’ex premier un po’ per paura di finire tra i partiti dei “prefissi”, un po’ per cercare di ricostruire un soggetto di centrodestra unitario. Però in questo rapporto a tre (Lega, Forza Italia e NCD) sembra difficile trovare una intesa comune. Salvini prosegue per la sua trionfale ascesa, NCD cerca di non perdere il ruolo ritagliatosi nel Governo e Forza Italia si barcamena tra Nazzareno e opposizione.

Il banco di prova come detto saranno le Regionali, da quelle urne uscirà il futuro del centrodestra in Italia. E sarà possibile capire se la seconda repubblica si sia definitivamente chiusa, lasciando spazio ad un remake primorepubblicano, oppure se sia la scossa necessaria per ricostruire una seria alternativa all’assolutismo renziano.

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