Rassegna stampa estera

Una settimana fa si era da poco aperta quella che poteva essere una lunga maratona per l’elezione del Presidente della Repubblica, ma più che maratona possiamo parlare di sprint. Nel giro di due giorni, con assoluta calma, nei tempi e modi previsti, è stato eletto Sergio Mattarella. Non ci sono stati “imprevisti”, tutto è filato liscio secondo il piano genialmente orchestrato dal Primo Ministro Matteo Renzi. La stampa estera ha scritto fiumi di parole su queste elezioni presidenziali, tutti i media mondiali, anche quelli dei Paesi più remoti hanno salutato la sua elezione e raccontato la sua “storia” politica, uno fra tanti il saluto di Mohamed Abdelaziz, Presidente della Repubblica  Sahraui e Segretario generale del Fronte Polisario. Giusto così, una delle maggiori caratteristiche del neoeletto Presidente della Repubblica è la discrezione, una presentazione al Mondo gli era dovuta. Importanti sono risultate anche le parole del suo discorso di’insediamento che hanno messo in primo piano la lotta a corruzione, mafia e terrorismo planetario. Passaggio importante questo, non ha “istituzionalmente” pianto i nostri caduti per terrorismo, ma condannato quello globale.  Ma la star di questi giorni è anche e ancora lui, il giovane fiorentino riformista e rottamatore: Matteo Renzi. Berlusconi, che all’estero sembrava legato indissolubilmente a Renzi in questa importante fase della nostra vita istituzionale, esce di scena, per ora, indebolito, se non umiliato come ha scritto più di un giornalista straniero. Rimane la preoccupazione riforme; e… Renzi  sarà sempre Machiavelli o diventerà un Condottiero solitario?

La stampa internazionale guarda alla sua strategia con ammirazione, ma anche con un po’ di preoccupazione. Questa prima parte del piano ha funzionato egregiamente, ora però non c’è più appello, vogliono i fatti. Scrive James Politi sul Financial Times che “l’operazione Mattarella” non poteva andare meglio di così per Matteo Renzi. “Con un colpo di maestria politica e spietatezza che non sarebbe stata fuori luogo neanche nella sua Firenze rinascimentale, Renzi è riuscito questo weekend a far eleggere dal  Parlamento, come nuovo Presidente della Repubblica italiana e successore dell’ottantanovenne Giorgio Napolitano, il suo candidato. La scelta di Renzi è caduta su Sergio Mattarella, giudice siciliano di 73 anni, noto per la sua austera vita privata e per le solide credenziali di difensore della legalità e nemico della criminalità organizzata.” Prosegue Politi: “l’elezione è stata una prodezza perché Renzi ha unito in questa scelta il suo Partito Democratico dopo mesi di battaglie interne (…) Renzi ha anche umiliato Silvio Berlusconi (…) che pensava di aver un ruolo importante nella scelta del nuovo Capo dello Stato – e Renzi glielo ha fatto credere fino alla fine –  ma è stato messo in disparte e lasciandolo all’angolo più debole che mai. Dopo tutto Mattarella è stato critico nei confronti di Berlusconi durante tutta la sua carriera politica e di magistrato.” Tutto questo, scrive il giornalista britannico, dovrebbe essere di buon auspico per il programma di riforme che “i funzionari di Bruxelles, Francoforte, Washington e Berlino sono in trepidante attesa di veder completate entro quest’anno”. Ma, ci sono due “ma”… Resisterà l’unità all’interno del PD e Berlusconi come reagirà? Secondo Politi la spavalderia di Renzi e dei suoi alleati, ai minimi solo qualche settimana fa, ma che è tornata a dare il meglio di sé, Berlusconi tornerà a far parte del gioco. Il problema non è quello ammonisce in conclusione del suo articolo Politi, l’arroganza di Renzi dovrà fare i conti con gli italiani “più propensi a giudicarlo sulla base dei risultati economici che sulla sua abilità politica”.

Marcelle Padovani su l’OBS definisce Mattarella “il tipo di Presidente ideale”. Anche la giornalista francese afferma che “l’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica è un prodotto del genio e del machiavellismo di Matteo Renzi, il focoso Primo Ministro italiano.” Scrive la Padovani che Mattarella “incarna alla perfezione il prototipo ideale di Presidente ‘all’italiana’. Sergio Mattarella è un uomo competente: è stato giudice costituzionale. E’ un uomo discreto: non rilascia interviste e non frequenta i talk-show. E’un uomo politico: è stato deputato, ministro e vice-presidente del Consiglio.” La giornalista fa una puntualizzazione importante: “ma non è affatto politico: negli ultimi 20 anni non ha partecipato a nessuna querelle tra maggioranza e opposizione.” Mattarella, si legge più avanti nell’articolo, rappresenta la rivincita della “politica pulita” e “onesta” sull’”antipolitica” sporca e corrotta che popola la Penisola. La Padovani riporta anche le critiche dei detrattori di Mattarella, che vedono nella sua timidezza  un handicap e nella sua discrezione il siciliano burbero e lunatico. Ma per la Padovani queste critiche sono marginali: “quello che domina oggi come messaggio è il ruolo di garante e di onesto difensore della Costituzione che l’ex giudice costituzionale  deve incarnare”. Ma la vera verità che esce anche da questo pezzo è che tutto questo è frutto del “genio renziano”. “Vero esperto di geometrie variabili”, ora Renzi avrà da gestire tre maggioranze distinte: quella all’interno del suo Partito, quella di Governo con i transfughi del centrodestra e quella che si è formata intorno ai progetti di riforme costituzionali, che ha a bordo i berlusconiani (…)  Il Piccolo Machiavelli ha più di un trucco nel suo cilindro. Possiamo scommettere che anche il Presidente Mattarella avrà l’occasione di rendersene conto.” (…) In un secondo articolo, Marcelle Padovani scrive che sarà “interessante da osservare la “diarchia e il dialogo tra queste due istituzioni e personalità antitetiche”. Questo rappresenta le due anime dell’Italia, quella che vuole il cambiamento ad ogni costo, e quella che vorrebbe difendere la migliore tradizione, una dialettica che, per la Padovani, potrebbe essere “feconda”, ma anche avverarsi negativa, o pericolosa, se il dinamico rottamatore pretendesse diventare il capo indiscusso. “Il Condottiero”.

L’editorialista di Ouest France, Laurent Marchand, titola il suo lungo pezzo Sergio Mattarella o la rivincita discreta dei democratico cristiani. Scrive il giornalista: “E’ stato eletto in Parlamento sette volte, ed è stato per cinque volte ministro… Ma a 74 anni, sappiamo poco di Sergio Mattarella. L’uomo fugge i media come fossero peste”. Una breve presentazione sul suo passato politico, le leggi proposte, la legalità, gli eventi drammatici della sua vita. “E’ un uomo discreto, indipendente e profondamente legalista quello che i Grandi Elettori italiani hanno appena scelto come Presidente della Repubblica. Il suo nome si è imposto lungo i paletti messi nelle scorse settimane. Paletti  in seno al Partito Democratico. Paletti tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Per uscire da questa impasse, Matteo Renzi ha optato per il tradimento del suo accordo con il Cavaliere, per non rischiare la rottura in seno al suo Partito. Così ha consacrato il ritorno al vertice della Democrazia Cristiana”. Marchand torna sul primo “tradimento” di Renzi, quello che ha portato alla caduta di Enrico Letta, e cita anche lui il “cinismo” della politica fiorentina, visto che ha giocato lo stesso brutto scherzo a Berlusconi. “Stai sereno!”. Scrive ancora Marchand che “l’arrivo di un Democratico cristiano al Quirinale assume un aria di rivincita storica, 23 anni dopo l’inizio dell’operazioni Mani Pulite che decimò la DC ed aprì non una strada, ma un’autostrada all’avventura politica di Berlusconi.” Proseguendo nella sua analisi il giornalista afferma che Renzi non voleva una figura che gli facesse ombra, ma un garante un po’ più discreto di Napolitano che lo accompagnasse sulla strada delle riforme. Ma, ammonisce Marchand, “ci sbaglieremmo a sottostimare la forza di carattere del nuovo Presidente…”

E mentre Berlusconi “rumina sulla sua sconfitta” e cerca di digerire l’elezione di Mattarella che rappresenta ciò che lui “detesta maggiormente: rigore, freddezza, rispetto del diritto, le convinzioni, come scrive il sempre pungente Philippe Ridet, ora si guarda avanti, al programma enunciato dal Presidente, Sergio Mattarella. Ridet afferma che il tradizionale discorso del neoletto Presidente della Repubblica “sta alla politica come le figure imposte stanno al pattinaggio artistico. Si tratta di non allontanarsi troppo dal tracciato lasciato dai predecessori, di non dimenticare nulla di ciò che sta nella lista dei doveri che si impongono al nuovo inquilino del Quirinale. Su questo, Sergio Mattarella è stato perfetto. Generico e concorde”. Una nota di sarcasmo sull’invito alla cerimonia che si è tenuta al Quirinale a Berlusconi , detentore di un “cartellino rosso”, condannato, escluso dal Parlamento ma sempre padrone (contestato) di Forza Italia. Cattivo gusto? Una leggerezza del protocollo? Un primo errore di arbitraggio?”, si chiede Ridet.

Più serio e formale il pezzo di Giada Zampano sul Wall Street Journal. “Sergio Mattarella ha prestato giuramento come Presidente della Repubblica, martedì mattina, ed ha usato il suo discorso di insediamento per riconoscere il dolore inflitto agli italiani dalla recessione  più lunga vissuta dal Paese dopo la Seconda Guerra Mondiale (…) Renzi sta portando avanti un ambizioso piano di riforme economiche e istituzionali (…) L’elezione del Presidente della Repubblica  – che qualora fosse stata controversa avrebbe minacciato di complicare ulteriormente l’approvazione delle riforme  –  ha dato al Premier un nuovo slancio per affrontare i problemi del Paese. “ La giornalista ha ripreso poi i punti salienti del discorso: crescita, lavoro, lotta al terrorismo planetario, mafia, immigrazione.

Sono tante le pagine scritte in questi giorni, e tante ne verranno, perché le aspettative sono grandissime. Non possiamo riportarle tutte, tra queste l’Orient le Jour, Haaretz the Economist, la Sahara Press Agency dei territori Sahraui liberati e l’Agence d’Information d’Afrique Centrale che si pone una importante domanda: “quale sarà la politica africana del nuovo Presidente?”. Giorgio Napolitano, scrive Lucien Mpama aveva saputo aggiungere al suo “umanesimo ateo comunista una visione africana dove la parola ‘solidarietà’ trovava costantemente il suo posto”. Mai messaggio più esplicito fu lanciato. Buon lavoro Presidente Mattarella.

James Politi, Presidential coup returns Florentine swagger to Matteo Renzi, Financial Times, 1 Febbraio 2015;  Marcelle Padovani, Sergio Mattarella, l’idéal type de president, l’OBS, 1 Febbraio 2015; Marcelle Padovani, Renzi-Mattarella, le drole de couple, l’OBS, 3 Febbraio 2015; Laurent Marchand, Sergio Mattarella ou la revanche discréte des démocrates-chrétiens, Ouest France, 31 Gennaio 2015; Philippe Ridet, Reclus à Milan, Berlusconi rumine sa défaite, Le Monde, 30 Gennaio 2015; Philippe Ridet, Sergio Mattarella se veut ‘un arbitre impartial, Le Monde, 3 Febbraio 2015; Giada Zampano, New Italian President Mattarella Warns Downturn Threatens National Unity, The Wall Street Journal, 3 Febbraio 2015; The Economist, A president, at last, 2 febbraio 2015; Saviona Mane, How Italy’s new president intends to tackle terrorism, Haaretz, 3 Febbraio 2015; OLJ/AFP per L’Orient Le Jour, Sergio Mattarella, un Sicilien discrete t droit à la présidence italienne,31 Gennaio 2015; Lucien Mpama, Italie: quelle politique africaine pour le nouveau président?, 1 Febbraio 2015; Sahara Press Service, Le président de la République félicite le nouveau prèsident d’Italie, Sergio Mattarella, 1 Febbraio 2015.

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