Le riforme tra patti, scouting ed annunci
“Se Forza Italia vuole rimangiarsi il patto del Nazareno, buon appetito”. Il premier, Matteo Renzi, tira dritto sulla strada delle riforme. Anche da solo. “Ho sempre detto che voglio fare accordi con tutti e che non ci facciamo ricattare da nessuno, perché i numeri ci sono anche senza di loro. Spero che dentro Fi prevalgano buon senso e ragionevolezza”. Insomma con oppure senza Berlusconi le riforme si faranno. In attesa di capire se il Patto è davvero rotto, per non correre rischi, il Pd imbarca 8 parlamentari di Scelta Civica tra cui il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.
L’elezione del nuovo presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inevitabilmente rotto qualcosa nel rapporto tra Silvio e Matteo. Forza Italia è nel caos, oltre ai frondisti di Fitto – a proposito, l’eurodeputato pugliese continua ad invocare l’azzeramento delle cariche – si aggiunge anche la frattura con Denis Verdini. Nel Nuovo Centrodestra, anche qui, di spazio per le polemiche interne ce n’è tanto, con il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, ai ferri corti con Angelino Alfano. Lo scenario a destra assomiglia davvero ad una polveriera pronta ad esplodere. E per evitare di subire contraccolpi, il premier ha accolto i transfughi centristi, proprio per contare su di una maggioranza parlamentare solida “a prescindere” dagli alleati di governo alfaniani.
Una mossa utile, quella di aprire il Pd agli ex montiani, fatta passare come gesto di responsabilità. In passato, però, quando qualcosa di simile lo aveva fatto Berlusconi i toni erano ben altri. Ma questa è un’altra storia, appartiene al passato. Il presente riguarda le riforme: l’Italicum dovrà tornare alla Camera dove il Pd ha una solida maggioranza. Qualche problema potrebbe esserci al Senato dove Renzi conta su di una maggioranza di neanche 15 voti. I conti, comunque, non sono mai precisi visti i continui movimenti in queste ore di senatori verso la causa democratica. A Palazzo Madama dovranno passare testi fondamentali quali il nuovo Senato e il titolo V della Costituzione. Il presidente del Consiglio si dice sicuro di farcela anche senza i voti azzurri, chiaramente se il Ncd dovesse uscire dal governo, però, le cose si complicherebbero non poco.
Tornando al patto del Nazareno, Renzi nella sua Enews ribadisce che se in Forza Italia “non dovesse prevalere il buon senso, noi continueremo a rispettare Berlusconi e il suo partito: il nostro obiettivo non è parlar male dei nostri avversari, ma lavorare bene per l’Italia”. La tecnica è quella del bastone e la carota. Il premier sa di aver, però, il bastone dalla parte del manico e ne approfitta anche per tornare a fare i suoi annunci ad effetto: “Segnatevi la data del 20 febbraio, è importante”, scrive sempre sull’Enews. Per quel giorno è fissata la nuova approvazione del controverso decreto fiscale, quello congelato perché tacciato di essere “Salva-Berlusconi”. Probabilmente oltre alla materia fiscale, nel prossimo Cdm verranno presentate misure di forte impatto come le liberalizzazioni di alcune professioni e la vendita di farmaci C anche con obbligo di ricetta nelle parafarmacie e nella grande distribuzione. Provvedimenti, questo è poco ma sicuro, che sono destinati a portarsi dietro la solita scia di polemiche. In perfetto stile italico.